E «satana» insanguinò Hollywood

L'Onu cerca volontari (sono ben accetti i pensionati) LUnited Nations Voluntary di Ginevra conta duemila dipendenti di 95 diverse nazionalità, agisce in campi diversi, ma soprattutto nel settore urbanistico L'Onu cerca volontari (sono ben accetti i pensionati) Gli stipendi sono relativamente bassi, ma le richieste vengono soprattutto da persone fra i 35 e i 45 anni GINEVRA. «Questo lavoro è un privilegio: dà modo di conoscere altre società, constatare che esistono tanti modi di vivere diversi dal nostro, fare cose utili per il prossimo». Brenda McSweeney, da quest'anno «executive coordinator» - carica massima, che assomma i poteri di un direttore generale e di un presidente — dell'United Nations Voluntary (Unv), è cittadina statunitense, ha 43 anni, proviene da una famiglia di diplomatici, è laureata in economia e scienze politiche, ha prestato servizio 4 anni in Buriana Faso e 6 in Giamaica. Dirige oltre 2000 volontari di 95 diverse nazionalità, attivi in un centinaio di Paesi; un'ottantina di collaboratori nel suo ufficio di Ginevra, sede centrale dell'Unv. In Giamaica, da dove è rientrata a fine '88, McSweeney era rappresentante permanente del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), agenzia i che con la Unv agisce in stretto ', collegamento. Un aspetto di ■ quella realtà che l'ha particolarmente colpita? «Le donne: di giorno in giorno più attive nella vita pubblica e sempre meno relegate ai ruoli tradizionali. Per esempio, un terzo delle famiglie giamaicane vive dei proventi del lavoro femminile presso enti pubblici o privati; ancora, negli uffici statali le impiegate sono più numerose dei maschi, persino i più vicini collaboratori del presidente sono in prevalenza donne». I volontari delle Nazioni Unite agiscono nei campi più diversi. Un settore cui dedicano particolare attenzione è, per esempio, quello urbanistico. Alla fine del nostro secolo infatti, 50 delle 66 maggiori città del mondo (ognuna con più di 4 milioni di abitanti) si troveranno nei Paesi in via di sviluppo. Alcune i avranno raggiunto dimensioni da capogiro: Città del Messico sarà forse la più grande, con una popolazione superiore ai 26 milioni di abitanti. Altre megalopoli saranno San Paolo (24 milioni), Calcutta e la Grande Bombay (ognuna più di 16 milioni), Seul e Shanghai (13 e mezzo ciascuna). Città come Rio de Janeiro, Delhi, Buenos Aires, Il Cairo, Jakarta, Baghdad, Teheran, Karachi, Istanbul, Dacca, Manila e Beijing dovrebbero superare i 10 milioni. Immensi i problemi per cercare di evitare il degrado massimo dal punto di vista umano, igienico, sociale, economico. Nell'ambito degli interventi messi a punto dall'Undp, i volontari hanno collaborato a realizzare, per esempio, un programma di cooperative edilizie nello Zimbabwe, una serie di «città all'interno delle metropoli» nel Salvador, un piano di risanamento dei quartieri più squallidi di Haiti, una ridistribuzione dei terreni edificabili in Tailandia, un progetto di edilizia popolare in Tanzania. E, in tutt'altro campo - - quello dei pregiudizi razziali — è stata una volontaria a riuscire, per la prima volta nella storia, a far ammettere nelle scuole del Nepal, insieme con gli altri bambini, anche i figli degli «intoccabili», da sempre costretti a vivere ai margini dei villaggi e rifuggiti dalla comunità. Si chiama Shantini Samarasinghe, è cittadina dello Sri Lanka. A parte gli interventi nel settore della sanità, numerosissimi, e in quello della gestione della pubblica amministrazione, sempre più richiesti, altri servizi recenti sono stati: nel porto di Dar-esSalaam per mettere a punto un sistema di controllo anti-contrabbando attraverso computer; in Papua Nuova Guinea per ripopolare di pesci i corsi d'acqua, in Tunisia per sfruttare le acque gcotermali in maniera da riscaldare serre immense dove si coltivano ortaggi destinati all'esportazione; a Katmandu per assicurare il fabbisogno di acqua in alcune zone. Davvero, da questi uffici chiari di avenue Jean Trembley, si scopre un'altra ottica per inquadrare la realtà. Forse sarebbe più esatto dire che si scopre un'altra realtà. Una ragione di disappunto, per Brenda, è la scarsità di presenza femminile nell'Unv: appena il 18% del totale. La maggior parte dei volontari — più dell'80% — proviene da aree in via di sviluppo, dove, generalmente, le donne in quanto tali soffrono di limitazioni pesr nti nella possibilità di muoversi e istruirsi. «Occorrerebbe prima di tutto incrementare l'afflusso di cittadini delle nazioni industrializzate — dice l'"executive coordinator" — poi, ma a questo l'Unv provvede da tempo, insistere nel proporre volontari donna proprio a quei Paesi nei quali i pregiudizi appaiono più radicati. Dopo poco — e espe rienza costante — ne sono tutti contentissimi: governo, collaboratori, gruppi interessati». E se nel mondo industrializzato le tecnologie più moderne si trovano in Giappone, bisognerà perciò reclutare proprio qui il maggior numero di specialisti nel settore. Così, è stato il Giappone uno dei primi Paesi visitati da McSweeney dopo la sua nomina. Da 1 che era, il numero di quei volontari è diventato 12: «Speriamo che la tendenza continui con questo ritmo. Oltre che dagli enti pubblici, molti arrivano dalla grande industria; ci sono ingegneri e tecnici dell'Ibin, della Hewlett-Packard e di altre ditte ad altissima tecnologia». Altro problema, la scarsità di anziani; l'età media del personale Unv è fra i 35 e i 45. Eppure non ci sono limiti di età per prestare servizio. I requisiti sono solamente buona salute, un titolo di studio superiore (o un diploma tecnico, o un'esperienza di almeno 5 anni in uno specifico settore), la conoscenza discreta di almeno una lingua. Una situazione che, esposta così sulla carta, farebbe addirittura temere un sovraffollamento di pensionati: invece no, rarissimi. «Quando sento di qualcuno che, appena andato in pensione, si ammala - - prosegue McSweeney —, mi chiedo fino a che punto il sentirsi fuori dalla vita attiva influisca sulle condizioni di salute». Attualmente, la maggiore presenza di volontari è in Paesi africani, la minore in quelli dell'America Latina. Lo stipendio mensile varia da un minimo di 600 dollari a un massimo di 1500, a seconda del costo della vita nel Paese ospite. Ornella Rota

Persone citate: Hewlett, Jean Trembley, Ornella Rota, Salaam