Ultimatum della Cee all'lIva

Due guard-rails per non sbandare F— INgffR! SOLDI Due guard-rails per non sbandare A consistenza del mio capitale non mi permette speculazioni da grande investitore, scrive il signor P. B. (lettera firmata), di Settimo Torinese, accludendo l'elenco dei suoi investimenti: un «ventaglio» a cinque stecche, tre di obbligazioni, due di fondi comuni, per un totale di 75 milioni circa. Osservo che a questo mondo tutto è relativo, anche il concetto di «grande investitore», e proseguo con la lettera. «Siccome il reddito mensile mio e di mia moglie è rappresentato solo da pensioni Inps per complessivi 2,4 milioni, non vorrei rischiare troppo, ma ricavarne un utile che mi difenda dall'inflazione, con un margine di guadagno anche modesto». Altra interruzione: e l'utile di quei 75 milioni (a occhio e croce, almeno 6 milioni l'anno) non è un reddito? Il signor P. B. conclude: «Desidererei che mi dicesse se posso iniziare il piano di accumulo che mi propone l'agente di uno dei due fondi (che il lettore specifica, n.d.r.), o se mi conviene fermarmi a 20 milioni con il piano che ho già in corso, e investire gli eventuali risparmi in qualcosa di più tranquillo». Il «mare della tranquillità» il lettore lo ha già trovato nelle obbligazioni (Enel e S. Paolo) che ha sottoscritto, e il cui pacchetto potrà accrescere con nuove sottoscrizioni. Non dico che il nuovo «piano di accumulo» propostogli vada scartato: vengo solo incontro al suo desiderio di sicurezza, per quanto riguarda sia la difesa dall'inflazione, sia la certezza di un margine di guadagno che, nel suo caso, è qualcosa di più di «modesto». Un suggerimento valido anche per la signora V. R. E. (lettera firmata), di Torino, che scrive: «Da pochi mesi sono vedova e devo occuparmi io dei miei interessi materiali. Oltre a una mia modesta pensione e a quella di reversibilità (700 mila lire mensili), ho l'ap- E"-*.amerito in cui vivo e interessi dei depositi amministrati di cui a parte le faccio l'elenco». Questo comprende titoli di Stato e obbligazioni per circa 200 milioni, più altri 50 ricavati dalla vendita di un alloggetto e investiti in obbligazioni fondiarie. Conclude: «Le sarei grata di suggerimenti per il futuro. Sono anziana, e ho paura di affrontare incerti rischiosi». Ritengo che se continuerà sulla strada percorsa finora sottobraccio al marito, tra due «guard-rails» (obbligazioni industriali e fondiarie di recente emissione, titoli di Stato a breve e a medio termine) non correrà rischi di sbandamenti. La dote rivalutata «Nel giugno '79 si è sposata una mia figliola, alla quale ho dato 3 milioni e mezzo di lire. Ora si è sposata una seconda figlia, e vorrei darle una somma equivalente. Può darmi un suggerimento?». Al lettore Carlo Bertone, di Mondovì (Cuneo), posso «suggerire» di dare alla seconda figlia (con i nostri auguri, s'intende), 10 milioni e mezzo, pari oggi in potere d'acquisto ai 3 milioni e mezzo dèi giugno '79. In Italia, naturalmente, perché sui mercati dei cambi (visto che si parla tanto del dollaro) le cose cambiano. Nel giugno '79 con 3,5 milioni di lire si «acquistavano» circa 4160 dollari. Oggi con 10,5 milioni si acquistano 7770 dollari circa (al cambio medio in agosto di 1350 lire). Viene in mente l'aneddoto di quel «monetarista» che, al termine di un convegno internazionale sulla moneta, si alzò e disse: «E ora, cari colleghi, vorrei domandarvi che cos'è la moneta». Mario Salvatorelli Bili |

Persone citate: Carlo Bertone, Mario Salvatorelli Bili

Luoghi citati: Italia, Mondovì, Settimo Torinese, Torino