Dietro il bancone un marocchino in livrea

Dietro il bancone un marocchino in livrea Lavora come cameriere in uno storico caffè del centro: «E' solo il primo, cosi vinceremo l'abusivismo» Dietro il bancone un marocchino in livrea Firenze, contestata un 'altra proposta: agli ambulanti posti da spazzini FIRENZE. I suoi primi clienti sono stati il vicesindaco Cariglia e l'assessore al Traffico Graziano Cioni. Seduti nello storico caffè Paszkowski, a un passo dal Duomo, i due «vip» si sono fatti portare da bere ieri mattina da Abdoulaye Mbodj, 28 anni, livrea bianca con bottoni dorati e faccia nera, ex «vii cumprà» e ora primo cameriere senegalese di Firenze regolarmente assunto. Insieme hanno brindato al suo primo giorno di lavoro da «non abusivo». Poco prima proprio il vicesindaco socialdemocratico e l'ideatore della zona blu lo avevano accompagnato dal suo nuovo datore di lavoro, Linda Valenza, titolare insieme al marito dell'elegante caffè. Fino a qualche giorno fa Abdoulaye era uno dei tanti «marocchini» perseguitato da vigili e commercianti: vendeva oggetti in pelle in via Calzaioli. La promozione da venditore abusivo a cameriere in regola con la legge è dovuta ad un accordo tra il Comune (grazie all'interessamento di Cioni e Cariglia) e un gruppo di imprenditori privati. Prima di arrivare in Italia quattro anni fa, Abdoulaye faceva il sarto nel suo Paese. Da ieri è il primo degli oltre cento componenti della comunità senegalese di Firenze a trovare lavoro, con tanto di regolare permesso di soggiorno e libretto. Ma l'iniziativa è soltanto una delle tante proposte che potrebbero fare di Firenze la prima città d'Italia a sperimentare soluzioni per l'integrazione degli immigrati di colore. Altre quattro assunzioni di «marocchini» sono previste nei prossimi giorni nel settore agricolo ed edile. Per sconfiggere l'abusivismo inviso ai commercianti e che ha suscitato appelli di varie categorie economiche, culminati con la «rivolta)- del Ponte Vecchio, l'assessore comunista Cioni e Cariglia proporranno nella prossima riunione di giunta, 1' 11 agosto, un modo originale per garantire l'integrazione dei senagalesi. Una ricetta che, se realizzata, darebbe vita a una cooperativa di spazzini formata da ex «vù cumprà». E loro, i protagonisti di questa vicenda, cosa dicono? «Qualsiasi lavoro ci venga offerto — commenta il responsabile della comunità toscana — è sempre meglio che vendere merce abusiva per strada». C'è comunque chi storce il naso. I dipendenti dell'Asnu. l'azienda municipalizzata della nettezza urbana, temono la concorrenza. E si sono rivolti ai sindacati. Il presidente dell'Asnu, Lorando Ferracci, ha definito la proposta «il risultato di un colpo di sole». «La città non può pagare due volte lo stesso servizio di pulizia» ha commentato Ferracci, il quale ha rimproverato Cioni e Cariglia per aver formulato l'ipotesi degli spazzini neri senza un preventivo confronto con i'Asnu, che avrebbe già preparato un piano di lavoro. Il vicesindaco ha subito risposto: «La proposta di utilizzare gli immigrati extracomunitari in operazioni di pulizia venne presentata tempo fa all' azienda, ma I'Asnu rispose che le sue forze erano sufficienti ad assicurare il servizio. Il risultato è invece sotto gli occhi di tutti: la città è sporca». Tra le ipotesi avanzate da Cioni e Cariglia anche quella di offrire agli extracomunitari la possibilità di commerciare in alcune piazze di Firenze, purché vendano solo oggetti dalle «filine» non falsificate. Simonetta Scarar.e

Luoghi citati: Firenze, Italia