Nel tugurio, ma con i genitori di Giovanni Bianconi

Nel tugurio, ma con i genitori Il caso di un minore che a Roma vive fra topi e sporcizia: «Ci pensi il Comune» Nel tugurio, ma con i genitori I giudici: la famiglia lo ama, ingiusto dividerli ROMA. Spetta al Comune trovare una casa alla famiglia di Marco Morelli, costretta a vivere in un tugurio presuntuosamente chiamato «residence». Non si può chiedere ai giudici di togliere un ragazzo di 16 anni ai genitori solo perché gli amministratori non fanno il loro dovere. E' quanto ha deciso la corte di appello di Roma, sezione civile, con un decreto che appare l'opposto della sentenza che ha tolto i sei fratelli di Montebello alla famiglia Pegoraro. Secondo i giudici Marco deve rimanere qui, in un buco ricavato in questo orrendo palazzone. Nonostante la sua malattia, nonostante la sua famiglia sia costretta a vivere in pochi metri quadrati, nonostante suo padre debba mantenerlo con la madre e una sorella con 900.000 lire al mese. Deve rimanere qui perché è meglio vivere coi genitori — magari in «condizioni alloggiative disastrose» — piuttosto che in un istituto per minori, strappato a mamma e papà. I genitori di Marco, ha detto la Corte, sono «persone valide sotto ogni punto di vista e in ottimi rapporti con l'interessato». Inoltre, «la disastrosa condizione alloggia- tiva del nucleo familiare dipende esclusivamente da una condizione non riconducibile al comportamento dei genitori, che va superato con l'intervento dell'autorità amministrativa». Marco Morelli, 16 anni compiuti a giugno, frequenta ancora la terza media ed è sotto l'osservazione del servizio sociale del Comune di Roma dal 1984. Allora viveva ad Ostia, insieme al padre Roberto, la madre Anna e la sorella Rober¬ ta. Ha una malattia di tipo reumatico, aggravata dalle condizioni di alloggio in cui si trovava la famiglia. Per questo si stabilì che i Morelli non potevano restare lì, e furono trasferiti a Roma, a spese del Comune, presso il residence «Sporting». Qui, fra le migliaia di profilili polacchi sistemati a spese el ministero dell'Interno negli oltre mille buchi pomposamente chiamati appartamenti, abita ora la famiglia di Marco. Nel¬ l'ultima relazione fornita ai giudici, l'assistente sociale ha i scritto: «Se ad Ostia le condi1 zioni alloggiative risultavano | disastrose e pregiudicanti la ; delicata salute di Marco, al residence non sono migliori». La famiglia «è costretta a vij vere in uno spazio angusto, doì ve sono posti letto matrimonia\ le e letto a castello uno accanto 1 all'altro, un angolino cottura e i | servizi igienici divisi da un leg! gero tramezzo... Secondo la si¬ gnora Morelli, l'alloggio è invaso da topi e scarafaggi». Tuttavia la stessa assistente sociale ammetteva che «al di fuori di questo gravissimo e disturbante problema, nella famiglia non sembrano emergere carenze che non siano quelle originate dallo stato di salute precario di Marco e dallo scarso guadagno del capofamiglia...La madre appare come persona valida, il suo rapporto con i figli è ottimo». Già il tribunale dei minori, il 13 giugno aveva respinto la richiesta del pm di affidare Mar* co ad un istituto, decidendo di archiviare la pratica perché «la condotta dei genitori non era tale da recare pregiudizi al minore». Ma la procura ha impugnato il provvedimento, rendendo necessario il verdetto della corte d'appello. Il decreto è arrivato giovedì scorso, e grazie ad esso Marco è rimasto con suo padre e sua madre. In un tugurio, fra gli animali e nella sporcizia, in un ambiente che «risulta estremamente pericoloso sotto il profilo morale per gli adolescenti», ma con l'affetto dei genitori. Giovanni Bianconi

Persone citate: Marco Morelli, Morelli, Pegoraro

Luoghi citati: Comune Di Roma, Ostia, Roma