Nicaragua: liquidati i contras di Ennio Caretto

Nicaragua: liquidati i contras Accordo in Centro America, per Bush è una sconfìtta Nicaragua: liquidati i contras Dovranno tornare disarmati in patria WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con un accordo che prelude alla scomparsa dei contras dal Centro America e infligge una grave sconfitta politica a Bush, il Nicaragua, l'Honduras, il Salvador, il Costa Rica e il Guatemala hanno ieri deciso di disarmare e fare rimpatriare i ribelli antisandinisti entro 4 mesi, precisamente entro l'8 dicembre, sotto il controllo di una Commissione internazionale. Hanno inoltre stabilito di chiedere ai caschi blu dell'Onu il mantenimento della pace e dell'ordine nella regione. I cinque Paesi hanno raggiunto lo storico accordo al vertice di Tela, una città sul Golfo del Messico, dopo che il presidente nicaraguense Ortega si è impegnato a tenere libere elezioni il 25 febbraio prossimo, a sospendere la chiamata di leva per un anno e a reintegrare nel Paese i contras chelo chiedano. La firma del documento è av¬ venuta ieri in un'atmosfera drammatica: sino all'ultimo minuto Bush e il segretario di Stato Baker hanno tentato di dissuadere il leader honduregno Azcona, che ospita nel suo territorio i ribelli, quello costaricano Arias, l'autore del piano di pace, e quello salvadoregno Cristiani, l'alleato più fidato, dall'accettare l'accordo. Bush ha invano chiesto ad Azcona di offrire rifugio ai contras in Honduras fino alle elezioni nicaraguensi «come garanzia che siano davvero libere» e che Ortega non le rinnegni. In base a una legge varata dal Congresso i ribelli perderanno l'assistenza Usa, meno quella umanitaria, se rifiuteranno di deporre le armi e tenteranno con la forza di restare in Honduras. Sull'intepretazione dell'accordo è sorta subito una disputa tra Managua e Washington. Secondo Ortega, esso è «la condanna a morte dei contras». Se condo la Casa Bianca, invece, «obbliga il Nicaragua a realiz¬ zare i presupposti del disarmo e del rimpatrio, volontario, dei ribelli antisandinisti». Il portavoce di Bush, Fitzwater, ha fatto notare che la Commissione internazionale, formata dall'Onu e dall'Osa, l'Organizzazione degli Stati americani, medierà tra sandinisti e contras e verificherà che siano rispettati i diritti dei secondi. Il trattato verrà attuato, ha concluso Fitzwater, solo se il Nicaragua garantirà la salvezza e il benessere dei combattenti e la libertà del voto. «In questi limiti, esso è benvenuto» ha detto. L'accordo di Tela, che in pratica pone fine a una guerra durata otto anni, da quando il presidente Reagan incominciò a finanziare i contras e indusse l'Honduras a proteggerli, «invita» i ribelli a smobilitare, e Azcona ad allontanarli, su iniziativa della Commissione intemazionale, che entrerà in i unzione tra un mese. Prevede inoltre l'invio al confine honduregno-nicaraguense di un contingente di 2000 caschi blu dell'Onu in grande maggioranza canadesi e tedesco-occidentali, e la fonnazione di un altro contingente mobile, sempre di caschi blu, per la sorveglianza di tutte le altre frontiere centro-americane. L'accordo «invita» anche i guerriglieri comunisti nel Salvador ad avviare trattative col governo, e vincola ciascun Paese del Centro America alla non interferenza. Le prime reazioni dei contras, 12 mila uomini circa, nella stragrande maggioranza in Honduras, sono state negative : i loro leader hanno dichiarato che non deporranno le armi. Ma a Managua l'opposizione ha chiesto trattative dirette tra i ribelli e i sandinisti. E' probahilt che Bush cerchi di premere su Ortega con un monito del Congresso e tramite l'Ùrss, che ha già ridotto gli aiuti economi ci al regime. La svolta di Tela sembra però irreversibile Ennio Caretto