Torna il ricatto corso

Torna il ricatto corso TERRORISMO I nazionalisti lanciano un «avvenimento' a Parigi Torna il ricatto corso «Sindaci collaborazionisti, smettete di favorire gli speculatori edilizi» Si teme il blocco dei grandi investimenti turistici nel Sud dell'isola PARIGI NOSTRO SERVIZIO Hn anno fa si erano presentati in tuta mimetica, mascherati od armati. Domenica hanno scelto la forma più anonima e meno spettacolare del messaggio registrato. I nazionalisti corsi dell'ex FLNC (il Fronte di liberazione nazionale disciolto dal governo) hanno profittato ancora una volta delle «Giornate internazionali dei nazionalisti» — una cacofonia per indicare il raduno a Corte, l'ex capitale, degli indipendentisti corsi, antillesi, caledoniani, bretoni, catalani, baschi, irlandesi del Sinn Fein, perfino valdostani — per lanciare un «solenne avvertimento» al governo di Parigi e ai «nemici» della Corsica. Con una sostanziale novità: per la prima volta la minaccia è diretta anche verso dei corsi, quelli considerati fiancheggiatori della «speculazione edilizia francese, italiana, tedesca, inglese, americana e mediorientale che sta deturpando la nostra bella isola». A loro, ai corsi traditori, in particolare certi sindaci, l'ex FLNC intima «di scegliere, e in fretta, il proprio campo». Sottinteso, se il campo non sarà quello nazionalista, le rappresaglie scatteranno. E anche se da quindici mesi, dalla rielezione di Mitterrand alla presidenza, il braccio armato dei nazionalisti ha instaurato una tregua delle bombe e degli attentati, la minaccia è da prendere in seria considerazione. Quattordici anni di violenza nell'«isola della bellezza» invitano a non sottovalutare l'avvertimento dell'ex FLNC che per prima conseguenza potrebbe avere quella di un vistoso rallentamento dei grandi progetti turistici previsti nella Corsica meridionale. Inutile co struire se poi «qualcuno» distrugge tutto col plastico, come più volte successo in passato. I nazionalisti per ora non rimettono in questione la tregua con Parigi, ma lasciano intendere che se lo Stato francese — definito«l'amministrazione coloniale» — non farà passi concreti nella loro direzione, tale tregua potrebbe avere ben presto termine. I passi da fare sono sostanzialmente quelli della concessione di una più larga autonomia alla Corsica, sul modello dell'Alto Adige. Di indipendenza non si parla, perché nessun dipartimento colpito dalla crisi dell'occupazione, come la Corsica, può sognarsi di vivere in autarchia. E poi, da Genova agli inglesi e a Napoleone, l'isola si è sempre gettata nelle braccia del miglior offerente. Che oggi potrebbe essere il governo Rocard. Se allargasse i cordoni della borsa, certe intransigenze dei nazionalisti sarebbero destinate a scomparire. Ciò che inquieta l'ex FLNC è piuttosto la Grande Europa del dopo '93. Una preoccupazione condivisa dagli altri movimenti, a cominciare dai valdostani rappresentati da Alexis Betemps. L'Atto unico, con l'abolizione delle dogane e di mille vincoli e la nascita di nuovi regionalismi più tecnologici, potrebbe chiudere antiche velleità, come «Corsica libera». [p.p.]

Persone citate: Alexis Betemps, Mitterrand, Rocard

Luoghi citati: Corsica, Europa, Genova, Parigi