E' morto Felice Musazzi

E' morto Felice Musoni Aveva 68 anni ed era malato: fondò la compagnia dei «Legnanesi» E' morto Felice Musoni Creò il personaggio della «Sciura Teresa» LEGNANO. Felice Musazzi, 68 anni, fondatore e capocomico della compagnia dialettale de «I Legnanesi», è morto ieri alle 6 ali ospedale di Legnano dove era stato ricoverato tre giorni fa. Da un anno le sue condizioni di salute si erano aggravate al punto da impedirgli, alla fme dell'88, di debuttare a Milano con l'ultima commedia che avrebbe costituito il suo ritorno sulle scene, per la prima volta senza quello specialista del travestimento che era Tony Barlocco (Mabiglia), morto tre anni fa. Musazzi dal 1958 scriveva i testi, curava gli allestimenti e sosteneva con grande efficacia il ruolo di «Teresa». «I Legnanesi» erano una compagnia composta da una cinquantina di persone, tutti uomini, che durante il giorno svolgevano diverse attività e la sera indossavano i panni delle attrici. Il suo teatro è stato per anni la fedele ricostruzione del vive¬ re quotidiano della gente di cortile e dei loro sogni. Nel 1948 Felice Musazzi, giovane impiegato della «Franco Tosi», aveva cominciato a recitare nell'oratorio di Regnarello. Visto il successo, insieme ad altri amici si mise in proprio facendo conoscere e apprezzare il nome del gruppo ben oltre i confini di Legnano. L'ultima fatica teatrale di Felice Musazzi era stata, nell'aprile dell' 87, «La scala immobile, ovvero Teresate», portata al tradizionale «tutto esaurito» al Teatro Nuovo di Milano. Erano passati 38 anni da quando, nel 1949, il giovanissimo capocomico aveva riunito intomo a sé e a Tony Barlocco la prima formazione de «I Legnanesi». Lo spettacolo, del resto, era una specie di «suni ma» dello spirito con cui la compagnia aveva calcato le scene, riassumibile in due riflessioni dello stesso Musazzi che, nei panni della «Sciura Teresa» diceva: «Di fronte a tutte le brut- t ture della vita l'unica libertà che ci rimane è ridere». E poco più avanti nel testo: «Ringhiere e cortile sono il mio simbolo: quel palcoscenico dove gli attori siamo tutti noi». E alla fine dello spettacolo gli attori della compagnia indossavano i costumi delle loro commedie più note mentre sul fondale apparivano i titoli delle opere di Musazzi dal '58 in poi. Fra questi «Pover Crist Superstar», «Lasciate che i pendolari vengano a noi», «Nonsolomusica». Riflettendo sul proprio mestiere, Musazzi osservava: «Quando mi chiedono quale sia la nostra ricetta, rispondo che tutto sta nel non aver mai imbrogliato nessuno. I nostri spettatori sanno perfettamente cosa troveranno: storie di vita di tutti i giorni, baruffe di cortile, le preoccupazioni per un lavoro che non c'è. Il segreto è tutto 11». L'attore lascia la moglie Marineria e due figli. • Felice Minazzi (a destra) in scena con Maria Monti

Luoghi citati: Legnano, Milano