Così nascerà I'altro Adriatico di Fabio Martini

Così nascerà l'«altro Adriatico» Il governo stanzia 275 miliardi per piscine, campi da golf e aree di divertimento Così nascerà l'«altro Adriatico» Un giallo: «scomparsa» una parte dei contributi promessi ROMA. Fiumi di denaro continuano ad affluire nell'Adriatico gonfio di mucillagini: dopo i 1300 miliardi per la depurazione e gli interventi ca monte», ieri il governo ha deciso di stanziare altri 275 miliardi, indirizzati stavolta alla ripresa delle attività turistiche e della pesca. Soldi che serviranno a «ristrutturare e potenziare» piscine, campi da golf, aree di divertimento e a sostenere l'attività dei pescatori. I finanziamenti sono destinati alle regioni colpite dall'invasione delle alghe: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche ed Abruzzo. Ma sui nuovi soldi anti-alghe spira già il vento della polemica. Due giorni fa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Nino Cristoforo al termine di un incontro con i sindacati, aveva annunciato che gli stanziamenenti a favore dell'Adriatico sarebbero ammontati a 800 miliardi, mentre ieri mattina il Consiglio dei ministri si è fermato ad una quota molto più bassa: 275 miliardi. Dove sono finiti i soldi promessi? «Rimango sbigottito — dice Paolo Lucchesi, segretario nazionale della Cgil per l'Ambiente — c'è uno scarto notevole tra quello che ci è stato assicurato e quello che è stato deciso». E Cristofori che dice? «Evidentemente c'è stato un equivoco», ha detto al termine del Consiglio dei ministri. E ha aggiunto: «Si era parlato di una cifra molto più alta per questo motivo: i fondi previsti sono in conto capitale e quindi destinati ad attivare investimenti per circa 750 miliardi». Chi ha ragione? Il braccio destro di And reo t ti o i sindacati? Insomma nell'incontro di due giorni fa c'è stato un clamoroso malinteso oppure qualcuno sta «barando»? Ma non c'è soltanto il giallo dei miliardi «scomparsi». Per altri motivi, sul provvedimento deciso dal governo spara a zero anche il deputato verde Anna Donati: «Ci batteremo in Parlamento e fuori per non far approvare queste norme: i ministri riescono a prendere in giro due volte albergatori e abitanti della costa: sia perché fanno credere che i turisti resteranno in riviera grazie al miraggio che possono farsi il bagno a casa propria, sia perché questi denari si tramu¬ teranno in ulteriore cemento ed asfalto in una zona già ampiamente distrutta, da Venezia a Pescara». I 275 miliardi non saranno immediatamente utilizzabili perché il governo, anziché decretare d'urgenza, ha preferito la strada del disegno di legge che però, essendo legato alla legge finanziaria, godrà di una corsia preferenziale. Dei finanziamenti annunciati, 150 miliardi saranno finalizzati alla ristrutturazione e al potenziamento delle strutture ricreative, sportive, complementari e ricettive, situate entro 10 chilometri dalla costa. I fondi potranno coprire fino al 20% delle spese per ciascuna opera e fino ad un massimo di 500 milioni per ogni intervento. E' prevista inoltre la tempora¬ nea sospensione dei contributi previdenziali per tutte le imprese, una misura d'immediata applicazione perché è stata inserita nel decreto per la fiscalizzazione degli oneri sociali che è stato approvato ieri. I rimanenti 125 miliardi serviranno per incentivare e ristrutturare i settori della pesca. «In attesa di un testo definitivo — dice ancora Lucchesi del la Cgil — c'è da restare stupiti perché non è previsto, come promesso, alcun intervento a sostegno dei dipendenti delle imprese e non si privilegiano le aziende in regola con i contratti. Gli incentivi non favoriscono un decongestionamento delle aree turistiche, anzi aiutano un'ulteriore cementificazione». Fabio Martini I PRIMI FINANZIAMENTI IN ROMAGNA SAN MAURO t IGEM4AR1NAV | \jTy (^SAVIGNANO I

Persone citate: Anna Donati, Cristofori, Nino Cristoforo, Paolo Lucchesi