Falcone, telefono sotto controllo di Francesco La Licata
Falcone, telefono sotto controllo Il sospetto a Palermo dopo le perizie dei tecnici nell'ufficio bunker a palazzo di giustizia Falcone, telefono sotto controllo E in una centralina manomessa trovato un registratore ROMA. Un sospetto a Palermo: qualcuno avrebbe controllato il telefono del giudice antimafia Giovanni Falcone. L'apparecchio del suo ufficio, nel bunker palermitano di palazzo di giustizia, «non è a posto» dicono i tecnici che stanno compiendo, una serie di accertamenti. Cosa vuol dire «non è a posto»? Presenta delle anomalie, cioè non è protetto ed è quindi esposto ad intromissioni ed intercettazioni di estranei. La notizia è clamorosa, soprattutto se si mette il relazione all'attentato, fortunatamente fallito, compiuto contro il «supergiudice» il 20 giugno. In quell'occasione si sospettò subito dell'esistenza di una «talpa» che avrebbe segnalato gli spostamenti di Falcone ai sicari incaricati di ucciderlo con 56 candelotti di gelatina. Ora, dopo la scoperta dei tecnici che hanno ispezionato il bunker, si può ricostruire meglio la fase preparatoria dell'attentato. Da alcuni giorni nel palazzo di giustizia di Palermo alcuni tecnici (esperti del ministero dell'Interno e della Prefettura) stavano eseguendo rigidi controlli sulle linee e sui telefoni dei magistrati. Un lavoro condotto con discrezione, per evitare suggestioni, paure e psicosi. Non sembra che l'iniziativa sia nata da particolari sospetti, anche se gli ultimi avvenimenti inducevano ad una particolare cautela. E la prima «contromisura."' era stata presa proprio a salvaguardia della privacy di Falcone. Ne) suo ufficio era stato installato un rilevatore di «cimici» e microspie ambientali che, però, non aveva segnalato presenze «estrenee». I controlli, tuttavia, erano andati avanti ed erano stati estesi ad altri uffici. La «scoperta» è arrivata dopo 4 giorni. Ieri mattina i tecnici, sempre a contatto con i funzionari della mobile, hanno controllato fili, apparecchi, cornette della stanza di Falcone. Hanno ispezionato fili della Sip e proprio lì hanno trovato «l'anomalia», li telefono «sospetto» è uno dei due appoggiati sul ta- volinetto accanto alla scrivania del giudice. E' un apparecchio abilitato sia a chiamate interne che esterne. Appunto nel filo che in gergo viene chiamato «doppino» i tecnici hanno riscontrato qualcosa che non va. Non si trat'a di microspie. Potrebbe essere una sorta di «derivazione abusiva» che consente ad estranei di inserirsi nella linea, ascoltando le comunicazioni del «supergiuc11':?». Ma sulla scoperta dei tecnici è cala¬ to uno stretto riserbo. Ieri sera, però, il procuratore generale Pajno e il questore Masone hanno smentito, ma il sospetto rimane. La gravità del fatto è confermata dal particolare che, nel pomeriggio, a palazzo di giustizia è accorso il capo della mobile, Arnaldo La Barbera. Il funzionario si è intrattenuto con i tecnici, poi è andato a riferire al procuratore Pajno. Semplice visita di cortesia? Non sembra, se è vero che a margine della vicenda è scoppiato un caso di «conflitto di competenze» tra carabinieri e polizia. Gli agenti avrebbero trovato difficoltà nel fotografare e sequestrare un registratore abbandonato in una centralina aperta e manomessa. Non è chiaro cosa abbia dato origine al conflitto: se il fatto che la stessa indagine era condotta da due diversi apparati investigativi o l'inconveniente che la polizia interveniva in un campo di competenze dei carabinieri. Il risultato è che la tensione è salita e potrebbero arrivare altre polemiche e nuovi sospetti. Francesco La Licata
Persone citate: Arnaldo La Barbera, Falcone, Giovanni Falcone, Pajno
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