Anche Vicini predica «nervi a posto»
Anche Vicini predica «nervi a posto» Il commissario tecnico lancia un appello ai suoi azzurri e ai dirigenti del calcio Anche Vicini predica «nervi a posto» Sul campionato: «Sarà il torneo delle sorprese» ST. VINCENT DAL NOSTRO INVIATO E' partita nel pomeriggio di ieri da Saint-Vincent la stagione più lunga di Azeglio Vicini e del calcio italiano. Il conto alla rovescia verso Boma '90 si è già iniziato per il commissario tecnico azzurro anche se il primo appuntamento della Nazionale è fissato fra una cinquantina di giorni, a Cesena il 20 settembre con la Bulgaria. Seguirà poi a Bologna il 14 ottobre l'atteso incontro con il Brasile. Vicini è venuto in Valle d'Aosta a tastare il polso a Vialli, leader della sua Nazionale, a Mancini, Giannini e Baggio. Inoltre a osservare Bizzitelli che, sino a qualche mese fa, figurava nel Club Italia, e controllare giovani emergenti come Buso o Lombardo. E intanto ne approfitterà per dare un'occhiata agli Usa che saranno avversari degli azzurri la prossi¬ ma primavera nell'amichevole di Palermo. «Abbiamo una buona squadra e disputeremo un buon Mondiale, se staremo bene», esordisce. Il condizionale è d'obbligo considerando le insidie che nasconde un'annata mai così densa di impegni. «Sarà atipica, più pesante dell'ultima, anzi pesantissima, e si procederà a tappe forzate giocando anche di mercoledì», sospira. E ricorda che a giugno sette o otto azzurri sono andati in vacanza acciaccati dalle arroventate finali di Coppa o dallo spareggio Uefa. Vialli, contro il Napoli, perse la testa. E non fu l'unico protagonista del calcio-rissa. «Quello del nervosismo — dice Vicini — è un argomento delicato. Sulla questione Vialli, il presidente Matarrese ed io prendemmo posizione, i dirigenti di società non lo fecero. Ho sempre l'impressione di in¬ tromettermi quando non c'è la Nazionale di mezzo anche se i miei giocatori li riprendo con discrezione. Se dovessi lasciare a casa chi si comporta male nella sua squadra, forse qualche volta non avrei a disposizione nemmeno undici giocatori da mettere in campo». L'invito di Vicini alla calma è generale. Parlerà anche con i suoi colleghi allenatori e chiederà l'intervento delle società: «L'immagine del nostro calcio non è uscita bene. Esiste, comunque, una differenza abissale tra il comportamento in maglia azzurra e nel club: con me in tre anni, e 29 partite, nessuna espulsione e due soli squalificati, Bagni e De Napoli, per somma di ammonizioni. Intendiamo continuare a tenere un gruppo disciplinato anche se capisco che lo stress può influire su certi atteggiamenti. Ma un professionista può dare il meglio e mantenere la massima determinazione senza trascendere». Esaurita la predica, Vicini affronta il tema degli stranieri. Gli ultimi arrivati non hanno qualità tecniche eccelse perché, secondo lui, di fuoriclasse veri e propri non ne esistono e quei pochi bravissimi in circolazione non sono stati ceduti. Ma possono ugualmente soffocare la crescita di qualche azzurro emergente? Bispondc: «Con sessanta stranieri ne! campionato sicuramente i problemi aumentano ed è più difficile che in passato mettersi in luce; credo d'avere, come dire?, raschiato il fondo, con i Maldini, Berti e Baggio, ma per Borgonovo e Simone ad esempio non mancheranno le occasioni, nella stessa Coppa dei Campioni, per essere valorizzati anche in campo internazionale». Sorride a chi gli chiede se Sacchi ha gli stessi problemi d'abbondanza di un et, con il pericolo di dualismi sul tipo Giannini-Baggio: «Non vedo alcun dualismo tra i miei due azzurri. Non va chiesto a un giocatore in che ruolo preferisce agire ma valutare il suo rendimento nel contesto della squadra. Quanto ai club ricchi di giocatori come il Milan, se non ci sono infortuni è meglio una rosa ristretta, ma con tanti impegni potrebbe essere più giusto avere molti ricambi. Comunque la panchina del Milan è meno lunga di quanto può sembrare». Non entra nel merito dell'ennesimo caso Maradona («Non sono affari miei»), ma reputa il Napoli, con l'arrivo di Mauro e Baroni, sullo stesso piano delle due milanesi. Non esclude però sorprese con la superattività che attende le grandi: «La Sampdoria, con Katanec, può disputare un campionato d'avanguardia. Come la stessa Juve che, grazie a Aleinokov, consentirà a Zavarov di essere il...nuovo acquisto. La Boma? Non deve scandalizzare se, perso Vanenburg, rinuncia al terzo straniero. Radice è l'uomo giusto per un rilancio e la Roma, come la Fiorentina, può ribaltare i valori di un campionato atipico», [b. b.l Per Azeglio Vicini è cominciata la stagione più importante che condurrà ai campionati mondiali
Luoghi citati: Bologna, Brasile, Bulgaria, Cesena, Palermo, Saint-vincent, Valle D'aosta
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