«Vieni in caserma» s'uccide per paura

«Vieni in caserma», s'uccide per paura Treviso: un ragazzo di 17 anni, fermato dai carabinieri perché sospettato del furto di un motorino «Vieni in caserma», s'uccide per paura Convocato con i genitori, si è gettato nel fiume TREVISO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si è ucciso per paura e per vergogna. Piuttosto che presentarsi ai carabinieri che l'altra sera l'avevano fermato per il furto di due ciclomotori insieme ad un amico, un diciassettenne di Oderzo, una cittadina vicino a Treviso, si è tolto la vita gettandosi nel fiume Monticano. Il corpo di Mauro Buso è stato ripescato ieri all'alba dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Il ragazzo aveva lasciato la sua bicicletta appoggiata al parapetto di un ponte. Attaccato al manubrio c era un foglietto di block notes, con scritte poche parole indirizzate ai genitori: «Perdonatemi, non volevo darvi questo dolore. So di averla fatta grossa». Mauro Buso, che aveva frequentato il terzo anno di un istituto professionale, doveva riparare alcune materie a settembre. Mercoledì sera era uscito con un amico. I due avevano rubato due ciclomotori, grobabilmente li avrebbero abandonati prima di rientrare a casa. Ma sono stati fermati dai carabinieri, che li hanno portati in caserma. La confessione dei due ragazzini, un rimbrotto dal comandante della stazione, il maresciallo Lussorio Manunta, e poi l'invito, per Mauro, a presentarsi ieri alle nove in caserma accompagnato dai genitori, Marta Migotto, infermiera, e Alessandro Buso, operaio meccanico, entrambi di quarantatre anni. Ma Mauro non se l'è sentita di tornare a casa e affrontare il padre. Ha girovagato a lungo per le vie di Oderzo, cercando una soluzione alla disav -ira capitatagli. Poi la ó ;« 4ione estrema. Non vedendolo rientrare, il padre è uscito a cercarlo. E alle tra del mattino ha trovato la bicicletta del figlio abbandonata sull'argine del fiume. Vicino alla bicicletta, c'era l'orologio da polso di Mauro. Attaccato al manubrio, il foglietto con l'ultimo messaggio. Alessandro Buso ha subito dato l'allarme. Il corpo di Mauro è stato ripescato un'ora dopo dai sommozzatori. Il ragazzo non sapeva nuotare e il clima rìgido dell'altra notte gli ha f>robabilmente impedito quaunque tentativo di reazione. I carabinieri della stazione di Oderzo sono comprensibilmente scossi per l'esito drammatico e imprevedibile di un'operazione che, per loro, rappresentava soltanto un normale servizio di controllo. «Avevo solo cercato di spiegare ai due ragazzi che non dovevano rubare, più come un padre che come un tutore dell'ordine — afferma il maresciallo Manunta —. Chi poteva pensare che Mauro ne sarebbe stato così sconvolto? Purtroppo è accaduto l'impensabile». Secondo di tre fratelli, Mauro Buso aveva attraversato un pe¬ riodo difficile. La famiglia si era trasferita alle «Castelletto», un nuovo quartiere alla periferia di Oderzo, a ridosso della zona industriale. Aveva perduto gli amici con cui era cresciuto e forse non era riuscito ancora ad integrarsi nel nuovo ambiente. Quello di Mauro è il sesto suicidio in cinque mesi ad Oderzo, una cittadina di campagna prosperata in fretta negli ultimi dieci anni. Un tempo importante per il mercato del bestiame, ora il centro deve fare i conti con grosse realtà produttive, quali la Zanussi e la Stefanel. Ci sono pochi momenti di aggregazione e crescita per i giovani, ma in compenso tante discoteche. «Questa catena d; suicidi è inquietante — affertra il dottor Angelo Ferri, msc ivo legale di Oderzo, che ha si,,aito le vicende degli ultimi r.iiesi —. Forse è la risposta con cui i soggetti più deboli cercuno di difendersi da una reali à di benessere economico e dalla caduta dei valori tradizionali, con cui non riescono a tenere il passo. E ciò è particolarmente drammatico in queste zone, rimaste fino a pochi anni fa ancorate ad una dimensione rurale, che presentava ancora possibilità di aggregazione in luoghi fondamentali di incontro, quali la parrocchia e l'oratorio. Ora non c'è più nulla. Soltanto discoteche». Marte Grazia Raffele

Persone citate: Alessandro Buso, Lussorio Manunta, Manunta, Marta Migotto, Marte Grazia, Mauro Buso, Zanussi

Luoghi citati: Oderzo, Treviso