Dc, aperta la corsa tra Goria e Bodrato

Dc, aperta la corsa tra Goria e Bodrato Nella sinistra si accende la polemica postcongressuale in vista del chiarimento di settembre Dc, aperta la corsa tra Goria e Bodrato Riunióni in tre ristoranti per decidere il vicesegretario ROMA. Chiusa in un triangolo misterioso di tre ristoranti romani del centro, l'ultima gara post-congressuale per la vicesegreteria de s'è scaldala all'improvviso ieri mattina: con un candidato emergente, Giovanni Goria, bersaglio delle critiche dei leader storici della sua corrente; un candidato designato, Silvio Lega, costretto a una battuta d'arresto sul traguardo del piano nobile di Piazza del Gesù; e il vicesegretario rimasto in carica, Guido Bodrato, che gioca la sua partita dietro le quinte, per restare solo al fianco di Forlani o capeggiare l'opposizione interna. Nell'ultima settimana di lavori parlamentari, tutto ha ruotato attorno a una serie di riunioni in trattoria, cominciata una settimana fa, da trenta parlamentari di prima nomina: il «gruppo dei Trenta», o «la banda del Buco», dal nome della trattoria toscana che ospita la loro riunione. Tema della di scussione, introdotta da un ex colonnello demitiano, Pierluigi Castagnetti: ma dove è andata a finire la sinistra de? Davvero vuol rassegnarsi a puntellare la de forlaniana svendendo pezzo a pezzo il suo ruolo? I Trenta chiamano i capi della sinistra a scendere in campo e stilano un documento. L'ora della riscossa vena in autunno: ina,, già prima del Consiglio nazionale della resa dei conti, a un convegno a Beigirate, come vuole la tradizione autunnale della de. Parleranno i grandi nomi della sinistra, da De Mita a Bodrato a Martinazzoli, e anche qualcuno dei «goriacei» (in programma viene inserito il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai Borri). Un piano del genere non piace agli amici di Goria, già secca ti per l'esclusione del loro leader dal governo. Ricevuto (e non tutti) l'invito per Belgirate con il nome di Goria scritto fra i tanti partecipanti e non inserito nella rosa degli oratori, vanno su tutte le furie. L'appuntamento, mercoledì a mezzogiorno, è da «Penili» alla Piramide Cestia, una trattoria speciali/. zata nella cucina «povera» romana (rigatoni «alla pajata», interiora), che varrà ai commensali il soprannome di «gruppo delle frattaglie» Il comunicato, poche ore dopo recita l'elenco dei partecipami (due ministri. Marnano e Misasi, c ben cinque sottosegretari) e per bocca dello slesso Misasi parla di un incontro di «quaranta parlamentari dell'area De Mita-Goria e dell'ottanta per cento della sinistra de». E' polemica. Ed è difficile fare i conti: perchè l'area Zac lut ta intera conta il 35 pei cento; ai tavoli dei due ristorami non sedeva nessuno dei leader sto nei; e allora quante sono le sinistre de? Già mercoledì sera, all'cAngolello», una trattoria a ridosso del Pantheon specializzata in pesce, la domanda corre di bocca in bocca, fra i tredici commensali, parte dei Trema e parte no. «Loro brindano alle poltrone e noi al nulla», dice ironico l'ex sottosegretario al Tesoro Tarcisio Gitti. «Ma lo volete capire che ormai Goria con la sinistra non c'entra?», sbotta Franco Ciliberti, deputato di Perugia. Ieri mattina tulti ironizzano sulla giornata dei ristoranti. «Se si sono messi a tavola per epurare era meglio ohe stavano digiuni scherza Mai tinaz zoli sui goriacei e sui loro amici - . Se pensano davvero a una sinistra trasversale, noi la faremo verticale». Maria Eletta Martini: «Ci vuol altro che un piatto di pastasciutta per fare una nuova corrente». E Bodrato, che mostra di prenderla sul seno: «La trasversalità propugnata da Goria è trasformismo bello e buono». Misasi, il più stretto collabora lo i e di De Mita tino a qualche gioì no fa, corre ai ripari e dichiara che non c'era intenzione di dividere. Ma ormai, dietro il dibattito teorico emergono due ipotesi di partecipazione alla guida della de. Per Goria «trasversalità» vuol dire che la sinistra, abbandonando il suo orgoglioso ritiro, deve mettersi d'accordo con le altre correnti e gestire il «rinnovamento» de. Pei Guido Bodrato accordarsi con gli altri senza chiarire è sbagliato: «Loro hnn voluto fare il congresso su questa linea, e sono ancora che aspettano i loro amici di Napoli», spiega in polemica coi demitiani che sperarono fino all'ultimo, inutilmente, prima del congresso, di salvale De Mita appoggiandosi a Gava. Come andrà a finire, è presto per dirlo. Le due strade portano a due mete diverse. Se la spunta Goria, la sinistra si spacca, i «goriacei» vanno in maggioranza, il resto della sinistra in minoranza, e l'ex presidente del Consiglio diventa vicesegretario. Accanto a lui, designato da Gava al posto di Scolti (nuovo capogruppo dei deputati) andrebbe Silvio Lega, che non a caso, benché piemontese, non osteggia qa ;sia soluzione. Perché se invece vince Bodrato, il chiarimento a settembre sarà più lungo, ma se si concluderà dovrà vedere la si nistra in un ruolo determinante al vertice del partito: appunto, con un vicesegretario unico. [m. so.)

Luoghi citati: Belgirate, Napoli, Perugia, Roma