Negli ospedali, contro l'apartheid

Negli ospedali, contro l'apartheid SUDAFRICA I gruppi abolizionisti hanno portato centinaia di neri nelle cliniche per i bianchi Negli ospedali, contro l'apartheid Ma i medici si sono rifiutati di ricoverarli JOHANNESBURG NOSTRO SERVIZIO La giornata di mobilitazione dell'opposizione extraparlamentare contro la segregazione razziale negli ospedali si è svolta, mercoledì 2 agosto, senza il minimo incidente, contrariamente a quanto avviene di solito. La polizia, presente in forze negli ospedali, si è fatta relativamente discreta, tranne che a Durban, dove il movimento ha preso la forma di una vera e propria manifestazione antigovernativa, alla quale ha preso parte, nel pieno centro cittadino, più di un migliaio di persone. La polizia però non è intervenuta. In totale, da 250 a 300 persone, indiani e neri, hanno risposto all'appello dei movimenti antiapartheid e si sono presentate in otto ospedali riservati ai bianchi. L'azione è stata concentrata su Johannesburg e Durban, perché gli altri sei ospedali non accoglievano che pochi malati. Gli organizzatori di questa giornata possono rallegrarsi del fatto che nemmeno uno dei pazienti è stato rifiutato. Tutti, infatti, sono stati visirati. Tuttavia nemmeno uno è stato ricoverato in questi ospedali per bianchi, che occasionalmente ammettono dei neri, ma solo in due casi: se si tratta di un caso d'urgenza, che impedisce il trasporto del paziente in un ospedale riservato alla sua razza, o se nessuno degli ospedali per neri può fornire le cure necessarie, come nel caso di un trapianto d'organi. Questi pazienti sono, per lo più, trasferiti in un ospedale per neri non appena le loro condizioni di salute lo permettono. Ma l'insegnamento più significativo di questa giornata è il semplice fatto che possa aver avuto luogo. Ancora alla vigilia, i movimenti antiapartheid, gruppi raccolti sotto il nome di «Movimento democratico di massa», «Mdm», continuavano a ripetere che il loro movimento era non-violento e chiedevano al potere di dare prova di moderazione, come se si attendessero il peggio. Probabilmente, il governo ha deciso che non valesse la pena entrare in azione. Ricordando le minacce proferite durante un incontro con l'«Mdm», la scorsa settimana, dal ministro della legge e dell'ordine, Adriaan Volk, il segretario generale del Congresso dei sindacati sudafricani, «Cosatu», il più grande sindacato nero del Paese, Jay Naidoo, ha considerato la manifestazione come «una capitolazione». Murphy Morobe, invece, responsabile del «Fronte democratico unito», «Udf», principale componente deU'«Mdm», ha parlato di una «grande vittoria», perché l'azio¬ ne ha avuto luogo nonostante lo stato di emergenza. Questo non può che incoraggiare l'«Mdm» ad andare oltre. I suoi portavoce hanno precisato che quello che e accaduto il 2 agosto è l'inizio di una campagna che deve estendersi a tutti gli altri settori dove imperversa la segregazione razziale. Facendo un'allusione ai propositi riformisti del governo, i cui membri non perdono occasione di affermare che l'apartheid deve scomparire, Morobe ha sottolineato che questa campagna aveva come scopo «di aiutare Adriaan Volk e Frederik De Klerk (il nuovo capo del partito di governo) ad abolire tutte le leggi discriminatorie». Quanto a Naidoo, ha avvertito il governo: «Noi intendiamo mantenere la nostra promessa, che è quella di smantellare l'apartheid». Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Adriaan Volk, Frederik De Klerk, Murphy Morobe

Luoghi citati: Italia