«Vi aiutiamo, ma non tentate blitz»

Si allontana il blitz Usa La sospensione dell'esecuzione decisa dai terroristi islamici rilancia la linea della trattativa Si allontana il blitz Usa La Cia: «Impiccato un cadavere» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il Dipartimento di Stato ha ieri comunicato al fratello e ai due figli di Joseph Cicippio che intense trattative sono in corso da alcuni giorni a Beirut «a vari livelli e tra varie nazioni» per il rilascio di tutti gli ostaggi in Libano, in Israele e forse in altri Paesi mediorientali, e che potrebbero concludersi favorevolmente. «La sospensione annunciata oggi dai gruppi sciiti di quella che sarebbe l'esecuzione non solo di mio fratello ma anche degli altri ostaggi — ha dichiarato Thomas Cicippio — è il frutto dei negoziati. Sono abbastanza ottimista, anche se non mi faccio illusioni sui tempi e sui modi dell'eventuale rilascio. Sono convinto che sia intervenuto anche il presidente iraniano Rafsanjani. Ho la sensazione che questi siano giorni decisivi». Le dichiarazioni del fratello dell'ostaggio hanno confermato la voce secondo cui gli Usa hanno autorizzato Israele a trattare fin da lunedì. Stando al «Wa shington Post», quel giorno il segretario di Stato Baker inviò a Gerusalemme una nota in cui disse di non poter «né collaborare né opporsi all'iniziativa di Israele» per lo scambio degli ostaggi, «sebbene la politica americana sia di non negoziale coi terroristi». In una telefonata successiva al ministro degli Esteri israelia- no Arena, Baker sottolineò tuttavia che gli Stati Uniti «non avevano obiezioni» alle trattative. Di più: il segretario di Stato consigliò Bush di chiedere anche la mediazione dell'Urss e dell'Iran. Ufficialmente, la Casa Bianca afferma di essere «del tutto estranea» ai negoziati in atto coi gruppi sciiti. La schianta, non si sa se temporanea o permanente, si è delineata nella notte più lunga della presidenza di Bush, quella tra martedì e mercoledì, poco prima che scadesse l'ultimatum delle 48 ore posto dai terroristi per l'esecuzione di Cicippio. Che cosa l'ha consentita? Dal Dipartimento di Stato trapelano queste indiscrezioni: si sono mossi con energia nei con¬ fronti dell'Iran l'Urss e la Siria, i due Paesi che hanno su di esso il massimo ascendente; numerose nazioni arabe, alcune europee e l'Onu hanno esercitato fortissime pressioni sui gruppi sciiti tramite intermediari a Beirut; Bush ha fatto pervenire a Bafsanjani un messaggio in cui gli ha posto la scelta tra un durissimo confronto con gli Usa e una graduale ripresa dei rapporti soprattutto economici. Interpellato dai giornalisti, il portavoce della Casa Bianca Fitzwater ha detto solo che «Bush insiste per una soluzione diplomatica della crisi». Esteriormente, né la Casa Bianca né il Dipartimento di Stato hanno tradito il minimo sollievo per la pausa di ieri. Il portavoce del Dipartimento di Stato, la signora Tutwiler, ha accusato i terroristi di «manipolazione cinica degli ostaggi». Marlin Fitzwater ha sottolineato che continuano «i preparativi prudenti per un intervento armato, anche se non è stata presa nessuna decisione in merito. In questo momento non possiamo dire che cosa faremo se verranno uccisi uno o più ostaggi». Il Pentagono ha ammesso che la Sesta Flotta si sta dirigendo con 2400 malines «nel Mediterraneo orientale», cioè al largo delle coste libanesi, con in testa la portaerei «Goral Sea», la corazzata «Iowa» e l'Ammiraglia «Belknap», un'unità lanciamissili, e che da Singapore è in arrivo anche la portaerei «Ame¬ rica». Negli Usa, la tensione è vivissima. Se i negoziati dietro le quinte fallissero, a Bush non resterebbe che l'alternativa dell'azione militare, che potrebbe causare una nuova guerra in Medio Oriente. Il Presidente, che vive l'incubo di Carter, paralizzato nell'80 dagli ostaggi dell'ambasciata Usa a Teheran, ha scelto il basso profilo, pur continuando a telefonare ai principali leaders internazionali. Ieri ha rifiutato di fare dichiarazioni e di convocare il Consiglio di Sicurezza Nazionale, per dedicarsi alla normale gestione dello Stato. «La crisi è a lungo termine — ha detto Fitzwater —, il Presidente è chiamato ad affrontare anche altri problemi». Ma si sa che Bush sta dedicando molte energie a un piano di pace per il Libano, che farebbe parte del pacchetto per la liberazione degli ostaggi. Il «New York Times» ha riferito ieri che secondo la Cia l'esecuzione del colonnello Higgins non è avvenuta lunedì, ma la settimana scorsa e forse anche prima. La Cia sarebbe giunta a questa conclusione dopo un attento esame della videocassetta dell'impiccagione del colonnello e sulla base di informazioni ricevute da Beirut. I terroristi avrebbero appeso al cappio un uomo già morto, ma eia non significa che gli altri ostaggi non siano in pencolo. Ennio Carette Joseph Cicippio nel video inviato dai terroristi