Ostaggi, esecuzioni sospese di F. A.

Ostaggi, esecuzioni sospese Hezbollah annuncia all'ultimo minuto il rinvio: si tratta per la liberazione Ostaggi, esecuzioni sospese In un drammatico video appello di Cicippio GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO A poche ore dalla scadenza dell'ultimatum per l'esecuzione di Joseph Cicippio (le 21 di ieri ora italiana), ^Organizzazione per la giustizia rivoluzionaria» ha sospeso l'esecuzione. La sospensione, a tempo indeterminato, è stata annunciata con un comunicato, allegato a una fotografia dell'ostaggio, inviato al quotidiano di Beirut «al Nahar». Il gruppo integralista filoiraniano avanza la richiesta di liberazione da parte di Israele dello sceicco Obeid, dei «combattenti palestinesi dell'Intifada» e degli «eroi della resistenza contro le forze di occupazione israeliane», cioè gli sciiti libanesi imprigionati dagli israeliani. Una risposta a queste richieste dovrà essere fornita all'organizzazione sciita «nei prossimi giorni». Poche ore prima, davanti alla telecamera dello stesso gruppo sciita filo-iraniano (un'emanazione degli hezbollah), l'ostaggio americano aveva detto: «Il rapimento dello sceicco Abdel Karim Obeid è un gesto disumano, Israele deve rilasciarlo immediatamente. I miei rapitori intendono uccidermi se ciò non avverrà nelle prossime ore». L'appello, in una videocassetta, conteneva critiche al governo Usa per l'appoggio a Israele. La sospensione dell'esecuzione è stata interpretata come il sintomo che in seno all'organizzazione sciita sia in corso un dibattito sul da farsi. Nel frattempo però sia gli sciiti libanesi che gli israeliani hanno conti¬ nuato ieri a trincerarsi su posizioni dure. Mentre gli sciiti insistono per la liberazione di Obeid e dei due collaboratori rapiti venerdì scorso, gli israeliani ripetono che ciò potrà avvenire solo una volta rilasciati i loro 3 soldati e i 18 cittadini occidentali prigionieri di organizzazioni libanesi filo-iraniane. «E' proprio su Teheran, e anche su Damasco, che gli Stati occidentali devono far pressione perché le esecuzioni degli ostaggi non avvengano», ha detto ieri il viceininistro degli Esteri israeliano Benyamin Nota nhyahu. L'Iran, si nota in Israele, offre assistenza militare ed economica agli hezbollah in Libano. «Abbiamo le prove che Obeid ha ritirato più volte fondi destinati a questa organizzazione all'ambasciata ira¬ niana a Damasco», ha detto Netanhyahu. Più importante ancora è l'ascendente religioso che Teheran ha sui quadri hezbollah, alcuni dei quali, come Obeid, hanno conseguito la loro educazione islamica a Qom, città santa iraniana. Israele ritiene di aver ottenuto un primo successo: «Siamo riusciti a riportare alla ribalta mondiale la questione degli ostaggi in Libano», ha detto ieri il ministro della Difesa Yitzhak Rabin. «L'attività internazionale aumenta le probabilità di risolvere la questione non solo per noi ma anche per tutti i Paesi che hanno prigionieri in Libano». Ieri gli ambasciatori a Tel Aviv di questi Paesi sono stati convocati al ministero degli Esteri per gli aggiornamenti sugli ultimi sviluppi. [f. a.]

Persone citate: Abdel Karim Obeid, Cicippio, Joseph Cicippio, Obeid, Yitzhak Rabin