«Il fuoco dà posti di lavoro»

«Il fuoco dà posti di lavoro» «Il fuoco dà posti di lavoro» «Ecco perché nasce l'industria dei piromani» CAGLIARI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Vendetta, ricerca di nuovi pascoli, ignoranza, follia. Sono tutte le componenti, solo apparentemente disomogenee, che alimentano il flagello del fuoco che in queste ore sta bruciando la Sardegna e minacciando l'incolumità di isolani e turisti. L'alibi dell'autocombustione, dell'incidente, da tempo ormai non regge più. Nell'isola che tra le regioni italiane vanta il più alto numero di incendi (32 per cento del totale) il fuoco viene appiccato per lavare torti antichi e recenti, veri o presunti che siano. Oppure per costringere riottosi compaesani a vendere sotto costo i terreni nei quali dar sfogo al proprio bestiame. Tra pecore, capre, vacche, maiali e cavalli, almeno quattro milioni e trecentomila capi cercano pascoli in appena un milione e ottocentomila ettari di terreno: una pressione insostenibile, alimentata forse dall'alto prezzo pagato per il latte degli ovini. Ci sono poi i piromani «classici», quelli che come ammaliati dalle fiamme nelle giornate ventose girano per le campagne con in tasca scatole di zolfanelli, di spago catramato e di miccia a lenta combustione, pronti a «sfogarsi». Il pastore ricorre al fuoco perché è da sempre in lotta contro il bosco, colpevole ai suoi occhi di sottrarre spazio al bestiame. Ancora perché sulla base degli insegnamenti degli avi è convinto che l'erba crescerà più grassa su un campo pelato e «concimato» dalla cenere. Certo manca quasi sempre nei piromani la consapevolezza che il «piccolo» incendio potrà diventare incontrollabile. Le vittime non sono previste, ma le tragedie come quelle di martedì in Gallura non riescono ad arrestare un fenomeno che purtroppo ora rischia di travolgere interi settori trainanti, come il turismo, dell'economia sarda. Anche perché di recente, accanto alle tradizionali cause, si è aggiunta una vera e propria «industria del fuoco». Le squadre antincendio offrono, sia pure per un limitato periodo di tempo, posti di lavoro. E altrettanto avviene nei cantieri di rimboschimento. Redditi bassi, comunque garantiti in una regione che vanta non pochi disoccupati. E poi l'indotto — denunciato in passato anche dal presidente della Lega Ambiente Giuseppe Delogu — legato alla fornitura di materiale agli uomini che lottano contro gli incendi. Infine, ma si tratta per ora solamente di casi isolati, la fame di guadagno di spregiudicati commercianti di mangimi per i quali vale l'equazione pascoli bruciati uguale guadagni maggiori. E anche stavolta sarebbe andata così. L'assessore regionale all'Ambiente Giorgio Carta ha spiegato che ai margini degli apocalittici roghi sviluppatisi nella Sardegna settentrionale sono state trovate micce. «Non ho nessun dubbio sulla natura dolosa degli incendi», ha spiegato riba- dendo le parole pronunciate qualche ora prima dal sindaco di 0". i-ia Giampiero Scano. «Ancora oggi abbiamo scoperto alti-• "-'xe», precisa dal Centro giocale antincendio di Car iar l'ingegner Roberto Barai, j «Sono dei criminali: per appio ) care il fuoco hanno atteso U priI '■•■() giorno favorevole: con I ijuelle raffiche di vento — pro| segue l'assessore Carta — le fiamme viaggiano a velocità impressionante, fanno salti anche di 200-300 metri. Chi può fermarle se il fronte è di chilometri e chilometri? E' stata una tragedia immane e non ci può consolare il fatto che ne son state registrate di analoghe in altre zone d'Italia e d'Europa. L'industria del fuoco — conclude l'assessore Carta — sta provocando danni immensi alla Sardegna. Ma prima ancora che di questi è necessario ricordarsi delle vittime: tutti innocenti che hanno pagato con la vita atti di criminalità commessi da pochi. Tutto questo è una vera follia». Tutto vero. Ma, senza dimenticare che le squadre di soccorso sono state ostacolate dal forte vento maestrale che soffiava impetuoso, anche gli «onesti» hanno forse qualcosa da rimproverarsi sul piano della strategia e, prima ancora, della prevenzione. Oltre che sull'incapacità di operare sul piano culturale e sociale per modificare mentalità distorte e pregiudizi antichi. Corrado Grandesso

Persone citate: Corrado Grandesso, Giampiero Scano, Giorgio Carta, Giuseppe Delogu

Luoghi citati: Cagliari, Europa, Italia, Sardegna