Compromesso a Varsavia

Compromesso a Varsavia Kiszcsak è primo ministro: evitata in extremis la spaccatura tra i comunisti e gli alleati del partito contadino Compromesso a Varsavia Mozione anti-Rakowski, pc battuto Dopo quasi un mese di crisi, la Polonia ha di nuovo un primo ministro. Il generale a tre stelle Czeslaw Kiszcsak, responsabile del dicastero degli Interni nel gabinetto uscente di Mieczyslaw Rakowski, è stato eletto capo del governo ottenendo la fiducia del Parlamento con 237 voti favorevoli, 173 contrari e dieci astensioni ed ora a Varsavia tutti cantano vittoria. Dalla coalizione governativa, soddisfatta di aver evitato in extremis una clamorosa spaccatura fra il partito comunista ed i suoi tradizionali alleati, a Solidarnosc, i cui ranghi hanno dimostrato compattezza e disciplina nel rifiutare la desi- Kazione dell'uomo che simbojgia per l'opposi'.-ione gli anni bui della legge marziale. La prova di forza incrociata, incerta fino all'ultimo, movimentata delle febbrili consultazioni dei due schieramenti contrapposti, si è risolta nel segno del compromesso sul fronte del regime. Amaro, ma necessario in quanto lo stravolgimento del quadro politico resta inattuale in una Polonia inserita nel blocco socialista. Per il poup era infatti essenziale assicurarsi l'appoggio del partito contadino filomarxista che martedì aveva preannunciato l'intenzione di bocciare la candidatura del generale spingendosi addirittura fino a proporre un governo di salvezza nazionale che includesse il sindacato libero. Se l'imprevista rivolta si fosse materializzata, a Kiszczak sarebbero venuti a mancare i suffragi alla promozione, e con essi sarebbero saltati gli accordi sanciti ai negoziati di aprile della «tavola rotonda» fra potere ed opposizione. Un prezzo troppo alto, impensabile, e cosi, pur di ricucire la pericolosa frattura, il partito guida non ha avuto scelta, è sceso a patti con le formazioni satelliti che in passato seguivano automaticamente le direttive comuniste impegnandosi a consultarli in futuro su ogni formulazione dei programmi dell'esecutivo. Eppure le divergenze della sinistra sono state ricomposte solo in parte, come ha evidenziato d'altronde il vo¬ to al Sejm. La maggioranza richiesta era di 211 voti essendo presenti 420 su 460 deputati della Camera bassa. Secondo la radio polacca quattro comunisti hanno votato contro Kiszszak, e pure diversi membri del gruppo rurale Zsl gli hanno negato la fiducia o si sono astenuti. Chi sono non si sa, in quanto la votazione era a scrutinio segreto. Di questi no il neo premier ha subito tenuto conto nel discorso programmatico. La questione agricola e il mercato alimentare, ha detto, saranno le priorità «supreme» del suo governo che vede quale unica via d'uscita alla pesante situazione economica l'apertura dei mercati e l'incentivazione dell'iniziativa privata. Quindi, rivolgendosi a Solidarnosc, ha teso una mano «a coloro che mi hanno votato contro. Non rinuncerò al tentativo di aprire le porte del governo anche ai rappresentanti dell'opposizione nella speranza che sia possibile, un giorno, dar vita ad una grande coalizione nazionale. Quale primo passo accoglierò le vostre proposte per la creazione di una commissione straordinaria interparlamentare che supervisioni l'attività del governo in campo economico». E non basta. Occhio di riguardo pure alla riduzione delle spese statali «compreso il bilancio della Difesa e del ministero degli Interni», promessa di accelerare l'iter legislativo sulla legalizzazione dei partiti politici, la riforma del codice civile e penale e l'autogestione territoriale. Quando, in apertura di seduta, lo speaker Kozakiewicz ha tratteggiato la personalità del ministro degli Interni sottolineando la sua saggezza e le capacità organizzative durante la lunga trattativa sfociata nel riconoscimento giuridico di Solidarnosc, «un'esperienza di collaborazione che fa ben sperare nel successo della nuova missione», dai banchi dell'opposizione si sono levati mugugni e voci di dissenso. E pronta è stata la replica del leader parlamentare di Solidarnosc, Bronislaw Geremek: «Non si può cambiare continuando sulla stessa strada, non vediamo al- cun mutamento al vertice, sempre dominato dal monopolio del partito unico, occorrono invece mutamenti radicali sul modo di esercitare il potere». Che Solidarnosc intenda far valere la presenza dei suoi 161 seggi alla Dieta, senza concedere sconti al regime, lo si era anche capito dal successo della mozione presentata dall'opposizione per aprire un'inchiesta straordinaria sull'operato del governo uscente. La risoluzione è stata infatti approvata con 206 sì e 169 no, una primizia assoluta per la Polonia postbellica che vede per la prima volta il pc battuto in Parlamento. Una commissione speciale dovrà pertanto accertare se esistono i presupposti legali per mettere in stato di accusa l'equipe di Rakowski, da pochi giorni nominato primo segretario del poup e reduce da lievi disturbi cardiaci, e inviare il dossier di incriminazione al Consiglio di Stato, il supremo organo giudiziario della nazione. Il documento dei filowalesiani è passato grazie alla defezione d» una frangia consistente di franchi tiratori del poup, ancora un sintomo dunque delle acque agitate in cui navigherà Kiszczak. La formazione del governo sarà varata fra due settimane, per ora è stata annunciata soltanto la riconferma del vicepremier per l'economia Ireneusz Sekula. Piero de Garzarolli Il neoeletto premier Czeslaw Kiszcsak riceve le congratulazioni dai membri del governo uscente

Persone citate: Bronislaw Geremek, Kiszczak, Kozakiewicz, Mieczyslaw Rakowski, Piero De Garzarolli, Rakowski, Sekula

Luoghi citati: Polonia, Varsavia