Un inferno sull'Isola delle vacanze

Un inferno sull'Isola delle vacanze Gli incendi stanno devastando la Sardegna, in alcuni paesi i turisti si sono salvati gettandosi in mare Un inferno sull'Isola delle vacanze Morti un romano e due allevatori, disperso un bambino Il sindaco di Olbia telefona a Cossiga: «I roghi sono dolosi» OLBIA. L'inferno è scoppiato a ridosso delle coste dorate del turismo sardo: tre, forse quattro i morti; due feriti gravi; decine di ustionati; numerosissime case, e almeno due centri, Loiri e Cannigione, evacuati. E poi i dispersi per i quali nessuno a tarda sera era ancora in grado di azzardare un numero. La Sardegna settentrionale, dalla Gallura quasi alla Barbagia, si è trasformata in un immenso braciere, il fumo ha oscurato il sole, in alcune località la gente si è rifugiata sulle spiagge e ha cercato scampo lanciandosi in acqua. Ur. quadro da apocalisse: strade chiuse al traffico, soccorsi giunti dal mare grazie alle imbarcazioni dei pescatori, un continuo andirivieni di elicotteri e di aerei che per ore e ore hanno scaricato tonnellate di acqua e di liquidi ritardanti sui vari fronti del fuoco alimentato da un forte vento di Ponente. Centinaia tra volontari, vigili del fuoco, forestali e militari impegnati in una lotta senza respiro; oltre un migliaio di ettari di boschi, macchia mediterranea e pascoli trasformati in un deserto di cenere. Sono saltate le linee telefoniche, quelle elettriche sono state interrotte per scongiurare nuovi focolai. In serata il bilancio della battaglia contro le fiamme si è ulteriormente aggravato: un camion dei carabinieri partito da Nuoro e diretto verso la Gallura si è ribaltato sulla strada per Si- niscola. Un militare è morto, cinque sono rimasti feriti. Una decina di vigili del fuoco sono stati ricoverati in ospedale con sintomi di intossicazione da fumo. Su Olbia si è abbattuta una pioggia di fuliggine, l'energia elettrica è saltata. Nelle campagne di Porto San Paolo (14 chilometri da Olbia, non lontano dalle località «in» della Costa Smeralda) sarebbe morto un ragazzo dall'apparente età di 12 anni, nonostante i disperati tentativi dei vigili del fuoco e dei dipendenti Enel di strapparlo alle fiamme. Le altre tre vittime, a Bassacutena, frazione di Luogosanto (Sassari), sono state identificate in serata: si tratta di Giuseppe I.oc urdù, 50 anni, di Roma, da una settimana in vacanza in Sardegna e di Quirico e Giacomo Cudoni, padre e figlio, allevatori che sarebbero finiti nelle fiamme mentre cercavano di salvare il bestiame. A Porto San Paolo voci insistenti danno per certa una quinta vittima. Gli incendi sono divampati, verso mezzogiorno, in tre zone distinte, tutte non lontano da Olbia. Sulle cause dei roghi sembrano esserci ben pochi dubbi. «Sono dolosi», ha spiegato il sindaco di Olbia, Giampiero Scano. «Qui brucia tutto, la lotta contro le fiamme è terribile, anche l'Esercito è mobilitato», ha spiegato in un veloce colloquio con i giornalisti, prima di chiarire di avere personalmente telefonato al «Quirinale per sollecitare un intervento diretto del presidente Cossiga». Voci insistenti hanno attribuito la responsabilità dei roghi a un gruppo di persone che, a quanto pare, viaggiavano a bordo di una «Opel Kadett». Sospinto da un vento di Ponente che soffia sempre impetuoso, il fronte del fuoco è giunto in serata a ridosso del mare ed è sembrato calare d'intensità. Ma solo perché in una larga fetta di Gallura ormai non c'è quasi più nulla da bruciare. Solo oggi potrà essere stesa la triste contabilità dei morti e dei danni. Corrado Grandesso EVACUAZIONE INCENDI l TAVOLARAport" s. paolo. Rogo nell'isola. Un'immagine delle fiamme che hanno aggredito la Sardegna, provocando morti e dispersi e facendo evacuare Interi paesi

Persone citate: Corrado Grandesso, Cossiga, Giacomo Cudoni, Giampiero Scano, Ponente