I khmer rossi s'inchinano a Sihanuk

I khmer rossi inchinano a Sihanuk CAMBOGIA iiimiriTtiriniror mimir mitMnminTiniwiwnn nrionwiTiiTii ninnili inno» iiprnii unumhiuwh mini m Chiusa con un accordo la conferenza di Parigi per la pace e la riconciliazione nazionale I khmer rossi inchinano a Sihanuk // Giappone prenota la ricostruzione a colpi di yen PARIGI NOSTRO SERVIZIO Una notte di fitte trattative, una cena all'ambasciata cinese e la prima fase della conferenza parigina sulla Cambogia ha potuto, avere il suo lieto fine. Il ministro degli Esteri di Pechino, Qian Qicnen (il grande protagonista di questa conferenza, ha riallacciato i rapporti con Usa, Gran Bretagna e Francia due mesi dopo Tienanmen) ha convinto lunedì sera il leader' dei Khmer Rossi, Khieu Samphan, ad accettare l'invio di una missione preliminare dell'Onu in Cambogia — sul modello di quella che ha operato nei mesi scorsi in Sahara Occidentale presso il Fronte Polisario — incaricata di fornire le necessarie informazioni alla conferenza. Una proposta del segretario dell'Onu, Perez de Cuellar, che Samphan ha ostacolato fino all'ultimo. Ma l'ope- ra di convinzione del «grande fratello» cinese ha avuto effetto: la «missione di esplorazione ed informazione» potrà partire per Phnom Penh fin dalla prossima settimana. Così, sgombrato il campo dell'ultimo ostacolo, ieri pomeriggio i due copresidenti della conferenza, il francese Dumas e l'indonesiano Alatas, hanno potuto annunciare che «all'unanimità» era stato votato un accordo per riportare la pace in Cambogia. Il documento prevede «il ritiro sotto controllo internazionale delle truppe straniere, la restaurazione dell'indipendenza della Cambogia, garantendo la sua sovranità, integrità territoriale e neutralità, pe* favorire la pace e la riconciliazione nazionale». Sarà assicurata d'autodeterminazione» del popolo cambogiano tramite eiezioni sotto controllo intemazionale, e sarà garantito il ritorno volontario in patria dei 300.000 rifugiati che vegetano nei campi-profughi thailandesi. Soup costituite tre commissioni che lavoreranno per tutto il mese. I 23 ministri degli Esteri cedono ora il passo agli esperti, che il 28 agosto consegneranno la bozza definitiva del piano di pacificazione della Cambogia. Se non sorgeranno ulteriori problemi, la seconda riunione a livello ministeriale sancirà, il 30 agosto, la fine di venti anni di guerre. La prima commissione — denominata «di controllo» e presieduta da Canada e India — si occuperà delle modalità del cessate-il-fuoco e dell'istituzione di un «meccanismo di controllo» per verificare l'effettiva partenza delle truppe straniere. Sihanuk e i Khmer Rossi temono che Hanoi lasci una parte dei suoi 26.000 soldati (quelli che appartengono alla minoranza vietnamita che parla la lingua khmer) in Cambogia, camuffati da contadini e pronti a rientrare, in ogni momento, in azione grazie a depositi clandestini di armi che sarebbero già stati formati. La prima commissione sarà pure incaricata di verificare la cessazione degli aiuti militari esterni (Pechino, Washington) alla resistenza e di organizzare le elezioni. La seconda, detta «commissione delle garanzie», si occuperà dell'indipendenza e della sovranità della Cambogia, destinata a divenire nazione neutrale e a raggiungere il Movimento dei nonallineati. La terza commissione affronterà il problema dei rifugiati e della ricostruzione economica, presieduta dall'Australia e dal Giappone. La potenza del Sol Levante ha già garantito l'afflusso massiccio dei suoi yen per contribuire aila rinascita industriale e finanziaria di un Paese sulla strada della bancarotta. lp. p.J

Persone citate: Dumas, Khieu Samphan, Perez De Cuellar, Qian Qicnen, Samphan