Eltsin cerca la «terza via»
Eltsin cerca la «terza via» UNIONE SOVIETICA Il primo gruppo di opposizione parlamentare attacca l'egemonia del partito Eltsin cerca la «terza via» Avrebbe l'appoggio di cinquecento deputati MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' «soltanto» un gruppo di opposizione organizzata, in Parlamento per giunta e non all'interno del partito. Ma il «gruppo della sinistra radicale» nato intorno a Boris Eltsin e allo storico Afanasiev è una scintilla che sembra evocarne altre, perchè per la prima volta dal 1920 il «pluralismo socialista» è alla prova dei fatti all'interno delle istituzioni, ha una manifestazione politica concreta in grado di influenzare le decisioni del potere, e sembra porre un'ipoteca rivoluzionaria sul futuro chiedendo l'abolizione dell'articolo 6 della Costituzione: quello che garantisce al partito comunista il ruolo chiave nella vita politica e sociale del Paese. Se mai in Urss nascerà davvero un partito alternativo, sarà il «gruppo radicaL*», l'opposizione parlamentare dunque, a partorirlo: perchè a differenza di altri Paesi comunisti come la Polonia o l'Ungheria, dove il pluripartitismo può germinare sull'orma della storia o nel guscio di gruppi preesistenti, 1 Unione Sovietica non ha precedenti, e la strada della frammentazione parlamentare sembra dunque imporsi. E' difficile dire quanti membri del gruppo, che secondo i suoi dirigenti ha già raccolto 393 adesioni ma conterebbe sull'appoggio di quasi cinquecento deputati, uscirebbero dal pcus e quanti, invece, sono favorevoli soltanto all'imposizione di un principio, la fine del monopartitismo. Il gruppo è fluido, molti iscritti ammettono di condividerne soltanto lo spirito generale. Ma se davvero potrà contare su cinquecento adesioni trasformerà radicalmente la vita delle istituzioni: la Costituzione prevede infatti che il «Congresso» possa essere convocato su richiesta di «almeno un quinto dei deputati», impone 451 voti dunque. Sarà l'arma più tagliente, perchè farà delia Camera «progressista» il motore dell'alternativa: nella piattaforma del gruppo c'è la modifica della costituzio¬ ne per sgombrare il terreno dagli ostacoli giuridici alla riforma, c'è l'elezione popolare del Presidente. C'è la trasformazione dell Urss in una «autentica federazione», secondo un principio riaffermato da Andrei Sacharov in una intervista ad «Ogoniok»: Mosca conserverebbe responsabilità soltanto in alcuni settori chiave, dalla difesa alla politica estera. C'è una vigorosa spinta alla riforma economica, la fine dei monopoli e ampie libertà alle coooperative, il pieno autofinanziamento delle imprese e un sistema di tassazione progressiva. C'è un insieme di obiettivi eterogenei dunque, alcuni «d'opposizione» e di rottura, altri già previsti dalla riforma ma che i radicali chiedono siano realizzati in fretta e senza compromessi, senza rinvìi. Per questo la reazione del Cremlino è stata cauta e Gorbaciov non ha espresso opinioni ancora: se il suo inviato alla «costituente» del gruppo, Evgheny Primakov, ha teso la mano chiedendo collaborazione, la ragione è dupli¬ ce forse. Da una parte il gruppo potrebbe davvero spezzare il Parlamento, cristallizzare posizioni e imporre la controffensiva dei conservatori. Dall'altra, Gorbaciov potrebbe sfruttarne le impazienze per accellerare: Eltsin può far comodo alle volte, nella ricerca di un equilibrio che consenta di muoversi in avanti quando l'opposizione dei conservatori è più tagliente. La presenza di una dinamica parlamentare può essere preziosa per la riforma. Ma fino a che punto? Questa «collaborazione» col vertice, tutta da verificare, ha intanto un limite invalicabile proprio nel ruolo del partito. Ma molto dipenderà da quel che accadrà aU'«esterno», fuori del Parlamento, nel Paese e un po' dappertutto nella grande macchina sovietica: molto cambierà se l'opposizione si mobiliterà dovunque e diventerà un riferimento collettivo al di là della sua funzione «istituzionale». C'è un ultimo dato. Eltsin non sarà il responsabile del gruppo, a guidarlo sarà una di¬ rczione collegiale: Eltsin, lo storico Afanasiev, l'economista Popov, Andrei Sacharov e un accademico estone, Vikotr Palm. La nomina di Eltsin aveva sollevato protesta in parte dell'assemblea. Perchè il gruppo, che nasconde una prima divisione fra iscritti e non iscritti al partito, ne ha un'altra forse più incisiva, fra l'ala «populista» e quella più sobria e diffidente nei clamori della piazza, che Sacharov rappresenta meglio di ogni altro. Molto dipenderà anche da questo. Emanuele Novazio Boris Eltsm
Luoghi citati: Mosca, Polonia, Ungheria, Unione Sovietica, Urss
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