Sui Jumbo una sveglia per i piloti
Sui Jumbo una sveglia per i piloti La Boeing corre ai ripari con un nuovo dispositivo contro i colpi di sonno in cabina Sui Jumbo una sveglia per i piloti «Troppi comandanti si addormentano durante il volo» L'idea è all'esame della Boeing: mettere nella cabina di pilotaggio dell'ultima versione del «jumbo», il B-747 serie 400 le cui consegne sono cominciate poche settimane fa, un sistema di allarme che impedisca ai piloti di addormentarsi durante i lunghi voli. La British Airways, chelia appena ricevuto il nuovo modello, versione a lunghissimo raggio, a quanto pare sta caldeggiando l'idea. Il progetto nasce da) fatto che alcuni piloti hanno confessato, anche recentemente, di aver ceduto al sonno per qualche istante durante il volo; si tratta in genere di piloti dei voli charter, sottoposti durante l'estate a massacranti turni di lavoro, per ore chiusi in cabina in attesa del via dalla torre di controllo, costretti a volare in tondo sull'aeroporto intasato per ottenere l'autorizzazione all'atterraggio. D'altra parte è appena entrata in servizio una nuova gene¬ razione di aerei ad autonomia fortemente accresciuta, come appunto il nuovo B-747 serie 400, capace di volare senza scalo da Hong Kong a Londra; il B767 ER, gli Airbus A-300 serie 600 e A-310 serie 300, il cui raggio d'azione sfiora i 12 mila chilometri. Altri velivoli a lunghissimo raggio, come l'Md-11 (acquistato aaU'Alitalia) e l'Airbus A-340 entreranno in servizio tra un paio di anni. E tutti, sono stati costruiti per essere pilotati da due sole persone. Le case costruttrici sostengono che, essendo dotati di comandi di volo automatizzati e semplificati grazie all'uso dei computer, richiedono in realtà meno fatica a due piloti di Stianta ne richiedessero i moelli più vecchi al tradizionale equipaggio di tre persone (comandante, secondo pilota e tecnico di bordo). I piloti all'inizio si sono opposti strenuamente; alla compagnia francese Air In¬ ter un lughissimo sciopero ha bloccato a lungo l'entrata in servizio dell'ultimo Airbus, il 320. Ma alla fine hanno trionfato quasi ovunque le ragioni delle compagnie. Come funzionerà un eventuale allarme anti-sonno per ora non viene detto. Potrebbe essere semplicemente un comando che scatta dopo un certo tempo che in cabina non vengono compiute certe operazioni di routine; o potrebbe essere più sofisticato e basarsi sulla misurazione delle variazioni di alcune funzioni del corpo umano nella fase di veglia e in quella del sonno, differenze di temperatura e di tensione muscolare, o basarsi su apparecchi applicati all'occhio o più semplicemente alla posizione della testa; alla tecnologia moderna non mancano certo i mezzi per , «captare» l'istante in cui il son| no ha il sopravvento sugli uomini alla cloche. Ma il fatto stesso che si pensi seriamente ad un sistema per tenere desto un pilota che evidentemente non ce la fa più a mantenere gli occhi aperti è un segnale inquietante dello stato attuale del trasporto aereo, «vittima» di un boom inaspettato che mette ad una prova terribile strutture e uomini. «Il pilota non è un automa; quale reazione può avere un uomo stanco che viene svegliato di soprassalto mentre la pista di atterraggio si avvicina a 700800 chilometri l'ora?». Questa la reazione di un pilota alla notizia. «Il solo fatto che qualcuno possa pensare ad un sistema del genere è segno che siamo entrati in una spirale pericolosa. L'ipotesi dell'allarme, all'apparenza cosi ovvia, semplice e sicura, in realtà è il sintomo di una situazione da vite vendute». Vittorio Ravizza
Persone citate: Vittorio Ravizza
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