MARE O MONTAGNA VINCONO I TASCABILI

MARE O MONTAGNA VINCONO I TASCABILI MARE O MONTAGNA VINCONO I TASCABILI BOSA pensano i librai di questi dati? Come giudicano le proposte degli editori per l'estate? Quali titoli stanno vendendo di più? Lo abbiamo chiesto a dieci di loro. Le risposte concordano soprattutto su un punto: a tener su il mercato è il «catalogo», mentre sono deludenti le «novità». Vacanza non è sinonimo di evasione: anzi può essere il momento giusto per affrontare letture impegnative rimandate da tempo. Secondo le rilevazioni Adhoc, nei primi sei mesi '89, considerando il numero di copie vendute, la saggistica (28,2 ) e la narrativa straniera (31,2) hanno assorbito oltre la metà del mercato (escludendo dal conto i libri scolastici e per ragazzi). La nostra narrativa si è attestata su un modesto 13,9 per cento: ogni dieci libri libri venduti, poco più di uno è un romanzo italiano. Ad esempio, tra i tanti esordienti lanciati lo scorso inverno ben pochi han passato «l'esame» della libreria. Nella lista dei 25 più venduti, tra gennaio e giugno, compaiono solo Piero Soria (undicesimo con il giallo «Colpo di coda»), Gianfranco Bettin («Qualcosa che brucia») e Domenico Starnone («Il salto con le aste»). Mancano invece i nomi più elogiati dai critici. Dice Angelo Pezzana, titolare della Luxemburg a Torino e vicepresidente del Salone del libro: «Non mi stupisce l'insuccesso dei nostri narratori. Anche quando scrivono bene e hanno idee, di rado sanno costruire un buon romanzo. Per il lettore medio «gli italiani sono noiosi». Gli stranieri garantiscono almeno trame interessanti. Le novità di quest'anno sono modeste, comunque i buoni libri ci sono. Purtroppo gli editori non li sostengono con una adeguata pubblicità. E questo conta nella società della comunicazione di massa. Il sociologo Fabris ha giustamente paragonato ai necrologi i loro «annunci», indirizzati al solo pubblico colto. Spetta al libraio riuscire a valorizzare titoli che «non si vedono»: io consiglio «Camere separate» di Tondelli, per me la vera rivelazione dell'89, e «Mitla Pas» di Uris, l'autore di «Exodus», un beli' intreccio di avventure, dalla Russia degli zar a Hollywood alla guerra dei sei giorni nel Sinai. E poi la vita di Byron raccontata da Prokosch, e persino le «Vite» di Croce: può sembrare assurdo proporre Croce per le vacanze, invece è un libro pieno di scoperte e sorprese». Da Bologna, Romano Montroni riassume i dati delle 17 librerie Feltrinelli: «Il calo delle «novità» non è una novità. Per chi punta sul «catalogo» non c'è flessione: anzi, a giugno, rispetto all'88, noi abbiamo venduto il 13,8 per cento di copie in più. Soprattutto tascabili (i nuovi Adelphi sono un piccolo boom), e poi classici di tutti i generi. Siam sempre lì a «impilare» sia Musil sia Chandler». E' soddisfatto anche Giuseppe Bolognese, direttore della libreria Rizzoli a Milano: «Sono diminuiti i best seller, nelle vetrine i titoli ruotano di continuo, non ci sono successi di stagione: ma per le grandi librerie, che privilegiano il catalogo, le vendite sono eccellenti, fino al 30 per cento in più rispetto al giugno '88». Certo è più difficile far tornare i conti nelle piccole librerie dei centri di vacanza, specie se, come sembra, gli arrivi dei turisti fanno registrare per oraun calo del 20 per cento. E non solo sulle coste algose dell'Adriatico. Alla libreria Caimi, nel centro di Rimini, di clienti se ne vedono «un po' meno», dice la commessa Martina Padellini. E le vetrine sono già tutte dedicate ai dizionari e ai testi scolastici. Anche a Capri! osserva la librala Rosanna Faiella, «non c'è ancora grande affluenza. Chi arriva dalla città cerca libri da spiaggia e chiede «nomi» sicuri, soprattutto stranieri: le spy story di Ludlum e Forsyth o i romanzi rosa. Tra gli italiani, si vendono un po' De Crescenzo, Biagi, Saviane». Poca gente anche a Taormina, sostiene Leopoldo Polito: «Continua a far discutere il romanzo della Cardella. C'è interesse per il Calasso. Ma i libri da spiaggia sono altri: i romanzi della Collins, il «Dedalo» di Collins». Alla Galleria del libro di Viareggio Graziella Pasquinucci non vorrebbe sembiare troppo «depressa». Ma non può nascondere l'amarezza di chi deve districarsi tra novità «insipide», sempre «gli stessi nomi con gli stessi libri», troppi libri di cui proprio non si sentiva il bisogno, stampati dall'editore per fare budget: «Non posso dire di vendere un titolo più di un altro. Va di tutto un po', ma poco. Ci salvano i tascabili: però non bastano a reggere il peso di una libreria. Una Fallaci ci avrebbe fatto comodo..». Nel centro storico di Albenga, anche Gerry Delfino, pur con meno pessimismo, dice che quest'estate editoriale «non è gran che». Vende «la solita roba». Gli rendono di più le guide ai castelli liguri che i romanzi dei premi. Consiglia il saggio di Calasso, il romanzo di Nico Orengo «Miramare», i racconti gialli di Glauser. Dal mare alla montagna: qui il clima sembra migliore anche per la libreria. Alla Lutteri di Cortina, Franco Sovilla dice soddisfatto: «Si vende bene: non solo i prevedibili best seller di Ludlum, Forsyth, Collins. Sempre più lettori chiedono titoli di piccole case editrici, come Sellerio o Theoria, libri piccoli, letture piacevoli per un pomeriggio. Grande interesse anche per le novità Adelphi, dai miti di Calasso alla vita della principessa Sissi». A Cogne, dove Pier Fausto Cavallo tiene aperta tutto l'anno («e d'estate fino a mezzanotte») la libreria più alta d'Italia, c'è un pubblico forse meno sofisticato, altrettanto numeroso: «Ho dovuto «rinforzare» diverse prenotazioni: da Calasso a De Crescenzo, da Forsyth a King. Certo la lettura tipo per la signora in vacanza rimane sempre un romanzo alla Casati Modignani. E invece i miei librai di Pontremoli sono andati a premiare quel «Pendolo» di Eco, che la gente prima compra e poi riporta perché non ci ha capito niente. Vorrei solo avere più spazio: perchè in una piccola libreria un titolo vive al massimo sei mesi». Tutti sono sempre disposti ad ammettere che i libri non vanno trattati alla stregua di uova e brioches, da consumare fresche di giornata. Ma di fatto i bollettini editoriali per l'autunno e le strenne di Natale sono ancor più stipati di titoli: «senza infa mia e senza lode», dice uno dei nostri librai. . Dopo un'estate fiacca, avremo un inverno secco? A meno che non arrivino i best seller da tempo promessi (la Fallaci, Citati, Garda Mar quez) per ribaltare, ancora ima volta, il pessimismo. Luciano Genia