ROMA OMNIA DALL'EPICA AL DIRITTO

ROMA OMNIA DALL'EPICA AL DIRITTO ROMA OMNIA DALL'EPICA AL DIRITTO LO spazio letterario di Roma antica» è il titolo di un'ambiziosa ed elegante impresa editoriale della Salerno, che in cinque volumi indagherà in modo nuovo lo «spazio» della letteratura nella vicenda storica e spirituale di Roma, nella cultura romana in senso lato. «Letteraria» soprattutto come testuale, la «massa di testualità» prodotta da Roma dai tempi più remoti agli ultimi, dai movimenti e capolavori più noti ai contributi più trascurati della trattatistica scientifica o della formulazione giuridica; dagli elaborati estetici di eredità ellenistica al sottofondo o alle diramazioni provinciali che mai si estinguono ed anzi progressivamente emergono. I direttori dell'impresa, Guglielmo Cavallo, Paolo Fedeli e Andrea Giardina, hanno chia¬ mato intorno al testo, che ne è il grande protagonista, tutta la leva dei giovani specialistici italiani nelle sue varie sfaccettature. Il primo volume, dedicato alla «Produzione del testo», vede così occupati sul mito, la magia, la sacralità e il folclore Maurizio Bettini e Giuba Piccaluga; una successiva sezione, con Conte, Barchiesi, Fedeb, Musti, Cambiano, Perutelb, Citroni analizza quelli che un tempo si sarebbero strettamente chiamati «i generi», dall'epica alla lirica amorosa alla storiografia alla filosofia alla satira al romanzo. Concludono tre contributi di Già, dina, Bretone e Fanoni su l'economia, il diritto e la scienza. L'impostazione dell'opera e la sua immersione in quella che, come viene ancora sottolineato nella Presentazione, soprattutto agb inizi è una letteratura riflessa, con forte dose d'imitazione, ripetizione e rie- laborazione, offre lo spunto a considerazioni su alcuni temi di più ampia portata, quello soprattutto dei modelli e degli statuti in letteratura. Davvero centrale in tal senso il saggio di Paolo pedeb su «Le interazioni dei generi e dei modelli». Nella discussione sugli elementi caratterizzanti di un genere letterario, ponendo l'associazione in esso dei contenuti con un sistema di forme espressive, viene limitata l'antica formulazione restrittiva, ed accentuata invece la libertà di manovra o i «margini di libertà» dell'imitatore. Tanto più che lo sviluppo di un genere letterario non avviene in modo frigido e chiuso, ma attraverso contaminazioni con altri generi, in una continua successione di variazioni sul tema. Esempio tipico l'elegia latina, di cui il Fedeb parla nel capitolo debzioso sulla Poesia d'amore. L'imitazione può esprimere un riconoscimento o una devozione al modello, e lo statuto essere adottato come un ossequio, oltreché sopportato come una tradizione. Ma possono anche farsi luce neh"operazione imitativa della letteratura una variazione verso il basso e verso la dissacrazione, mediante combinazioni formali e strutturali che risultano devastanti rispetto agb originali. Alcune operazioni, ad esempio, di Petronio ai danni dell'epica virgiliana o addirittura omerica risultano mirabili per intelligenza e malizia. Queste le direzioni in cui ci si muove qui nebo studio di una letteratura così remota e continuamente riproposta, «ingenuamente» letta e selezionata nel Medioevo, ridepurata nell'Umanesimo e poi via via visitata come esemplare o come sistema di valori o disvalori e oggi anch'essa, talora, come spettacolo se non addirittura come genere di consumo. [c. e]

Luoghi citati: Roma, Salerno