GLI OFFESI DELLA RENDELL NUOVA LADY DEL NERO

GLI OFFESI DELLA RENDELL NUOVA LADY DEL NERO GLI OFFESI DELLA RENDELL NUOVA LADY DEL NERO sufficiente, per un poliziesco, un cadavere piccolo piccolo? Ad esempio un bambino di un anno e mezzo, e anche morto per cause naturali? E' l'ultima prova di una scrittrice come l'inglese Ruth Rendell, che ad ogni libro rilegato diventa sempre più brava; spiegheremo poi quel «rilegato». Intanto questo romanzo edito da Rizzoli, «L'albero delle mani» (pp. 287, L. 18.000) è la storia semplice di una ragazza madre che perde improvvisamente il suo bambino. E di sua madre pazza che per consolarla le porta a casa un piccolo rubato a qualcuno per strada. Tutto qui, apparentemente molto poco; ma il thriller inglese batte oramai una strada sempre più tutta sua: all'oriz¬ zonte, rinfrescata, la vecchia lezione di papà Graham Greene che un romanzo anche se d'evasione deve essere prima di tutto un romanzo, lavoro personale di uno scrittore. E poi via a perfezionare tra Fleming e Le Carré, Deighton ed Amis, e finalmente con la signora P.D. James e la signora Ruth Rendell. Finiti gli omicidi in campagna, le biblioteche sbarrate dall'interno. Oh Dio, certo ogni tanto (o per affermarsi, all'inizio) il «vecchio stile» di investigatori e interrogatorii, di sospetti e inseguimenti lo rispolverano tutti. E lo fa anche la Rendell, nei racconti che pubblicano i «gialli» della Mondadori, sempre con dignità però: l'ultimo uscito s'intitola «La donna velata» (Gialli n. 2089) storia di un cadavere femminile nel parcheggio di un supermercato. «Son libri che confeziono per guadagnare- dspsxcs, hp. det+.o. E un accordo privato tra Mondadori e Rizzoli spartisce i due generi; quello popolare e l'altro sofisticato: ricordate il bellissimo «La morte non sa leggere» pubblicato l'anno scorso dalla Rizzoli? Dunque, rieccoci al nostro cadavere piccolo piccolo e rieccoci al minuscolo rapimento di un altro bambino. Che intrigo è, di rimorsi e di attesa come un antico feuilleton rivisitato? C'è difatti anche la triste storia della famiglia del rapito: classe inglese operaia, decentemente alloggiata e illuminata ma esposta, come ai tempi di Dickens, ai due rischi dell'alcool promiscuo e della disoccupazione. Il piccolo è insomma un senza famiglia; la Rendell ha passione, un interesse tutto speciale per i poveri di spirito, per i diseredati del benessere sociale: un campionario questo sì dickensiano di mostriciattoli civilizzati capaci assieme di sof¬ ferenze ed orrori, di tenerezze opache e di piccole truffe alla napoletana. Il vero tema del libro è codesto: i due livelli dell'alto e del basso. E la sofferenza che i più colti, più ricchi, più intelligenti infliggono ancora a quell'altro pezzo di Inghilterra. Oltre al papà-nonno Graham Greene c'entra anche, in codesto nuovo mondo inglese di gialli-romanzi, la scrittura di una feroce ritrattista di insetti come Patricia Highsmith? Non è solo un esempio di realismo: per le altre scrittrici ci può essere un esempio di femminile. E la Highsmith, americana espatriata da sempre in Europa, non è dopotutto una scrittrice anche «inglese»? Gli incroci letterarii sono sempre tanti, e tutti possibili. Tenetela d'occhio, questa Ruth Rendell, perché ne vale quasi sempre la pena. Claudio Savonuzzi

Luoghi citati: Europa, Inghilterra