SUGNA CASADEI STRAUSS LISCIO

SUGNA CASADEI STRAUSS LISCIO SUONA CASADEI STRAUSS LISCIO si nutriss* riserve sulla sua musica: qì celebre fin troppo risaputo «Jcio» che da qualche decennio npazza sulle balere della Rorigna e dei territori d'esportapne. Come léce, tutta questa durevole ultuazione per ritmi che, compolka mazurka e valzer, ben pco hanno a che fare con la adizione nazionale? Castellai sulla scorta delle testimoniaze raccolte, la fa risalire all'omestrale Carlo Brighi, nato ne 1853 a Fiumicino di Savigna), e soprannominato Zaclèn, anatroccolo». E' lui che, vi inista esperto, mette insieme un bel giorno tre o quattro :orapagni — una chitarra, i contrabbasso, un clarinetto ì Dei «quello stridulo e un po' tonaò come il piffero dei pec rari»— e incomincia a girare ì paesiper regalare quei ritmi, ià htwoga nei salotti buoni, Ila geie che tanto ama : il ballo Nasce così e si afferma la leggenda del «padre fondatore» della musica popolare romagnola: «Zaclèn si muove per le Romagna con un baraccone ambulante che innalza la sera nelle aie, sui prati, nei paesi e che alle prime luci dell'alba fa smontare. Più tardi, stabilitosi a Bellaria, trasformerà in locale da ballo il pianterreno della sua casa». Sarà una delle prime sale da «ballo della corda» o «bai de bajoc»: al termine di ogni suonata, due addetti findono una corda per isolare ì ballerini e vociando «paghi chi ha ballato» raccolgono l'obolo di mezzo soldo (un bajocco). Nell'orchestra di Zaclèn, il giovanissimo Casadei compirà i primi passi, imbracciando a sua volta il violino, entusiasta non solo e non tanto del suo primo compenso di quattro lire (nel 1922), quanto del feeling che riesce immediatamente a creare col pùbblico, fra gli sguardi assassini della ragazze per il brioso ed elegante «sunadur». In realtà, è proprio il fare musica che lo appassiona e lo terrà legato per tanti anni a una carriera quasi zingaresca, esaltante ma faticosa come poche altre. Insistendo, arriverà al successo internazionale: nel 1958, Radio Capodistria lancerà il programma popolare Romagna mia, e lo ritrasmetterà più volte al giorno. Ma prima di tanto favore, e dei momenti del trionfo definitivo, il bel libro di Castellani ripercorre l'epica casalinga di questo eroe contadino, i lazzi, le burle e le scalmane del bel ragazzo, i lunghi viaggi in macchinoni scassati per raggiungere le sedi dei concerti e poi per riguadagnare all'alba la via di casa: tutto un sanguigno repertorio di nomi di cose già pronto per diventare leggenda. Michele L. Straniero

Persone citate: Bellaria, Carlo Brighi, Casadei, Michele L.

Luoghi citati: Romagna, Savigna