Mosca dice la sua nel dopo-Khomeini di Ruggero Conteduca

Ora si teme la crudele vendetta Dopo la strage, lotta contro il tempo per trovare la «prigione» di Belardinelli Ora si teme la crudele vendetta Ieri arrestati altri due sardi; uno ricercato ROMA. Di Dante Belardinelli non si hanno ancora notizie. Emerge la «pista sarda» e la polizia è convinta che la prigione dell'industriale fiorentino sia attorno alla capitale. Da ieri, elicotteri e unità cinofile sono impegnate in una vasta battuta nelle province di Viterbo e Rieti, in Maremma e nella zona che da Latina conduce all'autostrada. A Campoverde, a pochi chilometri da Latina, risiedevano, infatti, i fratelli Bernardino e Diego Olzai, il primo rimasto ucciso e il secondo ferito nella notte fra venerdì e sabato nel corso della battaglia con gli agenti dei Nuclei speciali, che si erano sostituiti ai parenti del rapito partiti da Firenze con i 5 miliardi del riscatto. La trappola escogitata dal sostituto procuratore fiorentino, Pier Luigi Vigna, ha permesso alle forze dell'ordine di individuare e giungere al cuore dell'organizzazione sia pure con un costo altissimo: due banditi uccisi e altri due feriti e cattu¬ rati; un sovrintendente del «Nocs», Armando Silvestro di 36 anni, ancora in fin di vita e altri tre suoi colleghi colpiti leggermente. Ma, con il trascorrere delle ore, si accrescono le preoccupazioni sulla sorte dell'ostaggio. L'eliminazione e la cattura dei capi, secondo il giudice Vigna, dovrebbero facilitare il rilascio dell'industriale. Ma la struttura delle bande di sequestratori sardi sembra scoraggiare questa interpretazione. Costituite in genere da clan familiari e da amici strettissimi sfuggono ad ogni analisi basata sulla «ragionevolezza». Non è escluso che proprio l'uccisione di Bernardino Olzai e Giovanni Antonio Floris da parte dei «Nocs» ed un inconsulto desiderio di vendetta possa mettere ancora di più in pericolo la vita dell'ostaggio. Per questo si sta lottando contro il tempo: oltre alle battute nelle zone tradizionalmente occupate da emigranti sardi come la Maremma, l'Alto Lazio e la parte montuosa della provincia di Latina, la polizia sta facendo terra bruciata fra i conoscenti e i parenti dei banditi dell'autostrada. La speranza è che qualcuno di loro possa dare indicazioni utili per giungere alla prigione dell'industriale in tempo utile. Indicazioni che potrebbero certamente dare Diego Olzai o Croce Simonetta, i due sequestratori rimasti gravemente feriti nella battaglia dell'autostrada, se le loro condizioni non ne impedissero l'interrogatorio da parte del giudice fiorentino. Ieri sono stati arrestati due sardi che gli investigatori ritengono essere direttamente collegati alla banda di Olzai e Floris. Per un terzo, un latitante, accusato in passato di sequestri di persona, è già pronto un mandato di cattura per concorso nel Ruggero Conteduca CONTINUA A PAGINA 2 3a COLONNA Si cerca la prigione

Luoghi citati: Alto Lazio, Firenze, Latina, Olzai, Rieti, Roma, Viterbo