La battaglia di Salbertrand
La battaglia di Salbertrand Commemorato ieri un episodio chiave del «Glorioso Rimpatrio» dei valdesi La battaglia di Salbertrand Un manipolo dì esuli, con una disperata carica notturna all'arma bianca contro i francesi riuscì a espugnare il ponte sulla Dora. Un cippo con lapide ricorda quell'impresa Un «appuntamento con la storia» in Valle Susa. I valdesi hanno commemorato un episodio decisivo del loro «glorioso rimpatrio»: la battaglia contro le truppe francesi sul ponte di Salbertrand, il 3 settembre 1689, che aprì loro le porte verso le vallate che avevano dovuto abbandonare tre anni prima, per andare in esilio in Svizzera, in Germania e in Olanda. Ma il disperato amore per la loro terra spinse la maggior parte dei valdesi a tentare la via del ritorno. Organizzatore della spedizione fu il pastore Enrico Arnaud, che aveva ottenuto l'appoggio politico e finanziario di Guglielmo III d'Orange, futuro re d'Inghilterra. Un migliaio di esuli partirono dal Lago Lemano il 26 agosto 1689. Attraversarono il Moncenisio, ma per giungere in Val Pellice dovevano sconfinare in territorio controllato dai francesi. Dopo uno sfortunato scontro con la guarnigione di Exilles, i valdesi tentarono di attraversare la Dora presso Salbertrand. Nella notte del 3 settem¬ bre, una carica disperata, all'arma bianca, permise loro di espugnare il ponte e di cacciare i francesi fino a Oulx. L'episodio del ponte di Salbertrand colpì la fantasia dei contemporanei e dei posteri: grazie alla vittoria i valdesi ebbero via libera verso le loro vallate, raggiungendo Prali il 7 settembre. Ora quel ponte del mito non c'è più, se l'è portato via una delle tante alluvioni della Dora, ed è stato sostituito: lì vicino passa la nuova autostrada e sono aperti i cantieri che prelevano sabbia e ghiaia dal fiume. Ieri centinaia di valdesi assieme ad altri evangelici si sono ritrovati sul luogo della battaglia, per un incontro promosso dalla Società di studi valdesi e dal Comune di Salbertrand: qui hanno inaugurato (presenti le varie autorità) un cippo con una lapide che, commemorando l'episodio bellico, ricorda le lotte necessarie per costruire «un'Europa democratica aperta a tutte le idee e a tutte le fedi». Paolo Querio Un'incisione dell'Ottocento ricorda un episodio del «Glorioso Rimpatrio»
Persone citate: Enrico Arnaud, Guglielmo Iii, Orange, Paolo Querio
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