Bocciati i prof, o il ministero?

Bocciati i prof, o il ministero? fi Bocciati i prof, o il ministero? Anche la ventesima edizione della maturità "provvisoria" introdotta dal Parlamento nel 1969 è arrivata alla sua conclusione. Il dato più rilevante non è quello statistico riguardante i maturati — che anche questa volta supereranno largamente la soglia del 90% —, hensì quello dei professori che, nominati membri delle Commissioni, hanno rinunciato: ben 9115 su un totale di poco più di 26.000, dunque più di un terzo, con un aumento significativo rispetto ai 7808 rinunciatari dell'anno scorso. Il ministro Galloni se ne è stupito. Ha detto: «Con la nuova indennità di missione ci saremmo aspettati più entusiasmo o almeno una maggior collaborazione. Ma invece di calare, le rinunce aumentano». £' allarmato: «Andando avanti di questo passo l'esame di maturità rischia di perdere ogni dignità». Il ministro pensava, evidentemente, che per salvare la dignità degli esami bastasse dare qualche migliaio di lire in più agli esaminatori. Invece l'aumento del numero delle rinunce era facilmente prevedibile: basta tenére conto del dato statistico dei professori che non approvano la maturità nella sua forma attuale: il 98,3%, secondo i risultati di un sondaggio compiuto poco prima dell'inizio degli esami di quest'anno (vedi «Stampa Sera» del 19 giugno scorso). Non sono i professori che, non accettando di far parte delle Commissioni, fanno perdere dignità all'esame; è la classe politica che ha svilito l'esame, prima, nel 1969, cedendo alle pressioni contestatarie e mostrandosi poi incapace di riformarlo, nonostante che da tutte le parti se ne vada chiedendo a gran voce e da più anni la riforma. L'indagine statistica ha rilevato che persino il 59,2% degli studenti interpellati chiede che l'esame di maturità venga profondamente modificato. Il discorso dell'attuale forma di esame dalle esigenze culturali del mondo di oggi è dimostrato in maniera palmare dalla prova scritta di italiano. Il tema quest'anno ai maturandi degli istituti tecnici del turismo — li invitava ad organizzare «una visita ai campi di battaglia d'oltremare» prevedendo tra i partecipanti «giovani, anziani e alcuni portatori di handicap»: i maturandi dovevano dire che cosa avrebbero fatto «per la migliore riuscita dell'iniziativa» — h? raggiunto i limiti dell'assurdo e del grottesco. Prevedere una visita di handicappati in carrozzella nel deserto di El Alamein o la loro salita all'Amba Alagi può essere pensato solo da chi non si cura del rapporto con la realtà (e si mostra anche privo del senso del ridicolo). Quando diciamo, e ripetiamo, che chi ^^a^la responsabilità della scuola italiana nel suo complesso è troppo spesso lontano dalla realtà non facciamo discorsi astratti. U tema cosiddetto di «attualità»—quello che la grande maggioranza dei candidati di quest'anno ha scelto —, invitando a sviluppare con riflessioni personali il rapporto fra l'uomo e le macchine somiglianti all'uomo e a considerare il rischiò che si finisca cosi con il «modellare uomini che somigliano sempre più a macchine», conteneva già nella sua formulazione di traccia dello svolgimento e la risposta che ci si aspettava dagli studenti. Non c'era che da seguire la via indicata. Il trionfo della retorica e della chiacchiera, della cultura orecchiata e del facile moralismo. Come ragazzi e ragazze di diciotto-diciannove anni possano anni possano dare prova di raggiunta maturità personale e culturale, di capacità, di prese di posizione critiche con prove di questo tipo si fa fatica ad immaginare. Negli altri paesi europei si procede diversamente, nelle prove analoghe. Per esempio in Francia la maturità di due anni fa proponeva, per questo tipo di scritto, un testo abbastanza ampio (circa due pagine a stampa), tratto dal Dialogo con il visibile dello storico dell'arte e accademico di Francia René Huyghe, del quale i candidati dovevano stendere un riassunto di 150/180 parole, spiegare alcune espressioni caratterizzanti (come «lo sperpero dei valori accettati» e «l'avidità sensoriale») e prendere posizione critica — anche con riferimento ad esempi specifici — sulle idee dell'Huyghe, che nell'influenza dell'immagine (televisione, cinema, fotografia, ecc.) sulla nostra civiltà vede non un segno negativo ma un invito alla «meditazione sul mondo e su noi stessi». Una prova di questo tipo consente di valutare la capacità di un giovane di comprendere un testo enucleandone le idee principali, di rendersi conto dei significati dei suoi termini qualificanti, di prendere davanti ad esso una «posizione critica», e non semplicemente di esporre «riflessioni personali». E' depositato in Parlamento un progetto di riforma dell'esame di maturità, presentato nel dicembre scorso, un progetto che, ridando serietà alla prova, avvicina la scuola italiana alle scuole dei paesi dell'Europa occidentale. Ma nel programma Andreotti c'è l'idea di insegnare le lingue straniere nelle caserme ai soldati — che fa il paio per la sua irrealizzabilità con con quella degli 80 parlamentari che vogliono far parlare in latino i bambini delle elementari — ma non c'è posto per la riforma dell'esame di maturità. Italo Lana

Persone citate: Andreotti, Francia René Huyghe, Galloni, Huyghe, Italo Lana

Luoghi citati: El Alamein, Europa, Francia