Dimissioni in massa di deputati indiani

Dimissioni in massa di deputati indiani «Gandhi premier corrotto, deve andarsene» Dimissioni in massa di deputati indiani NEW DELHI. Dimissioni in massa nel Parlamento indiano. Centosei dei 140 deputati di opposizione della Camera Bassa hanno manifestato così la loro protesta per la presunta implicazione del primo ministro Rajiv Gandhi nell'acquisto irregolare di armi dall'industria svedese Bofors. Dopo tre giorni di violente proteste, durante i quali l'opposizione ha chiesto a gran voce le dimissioni di Gandhi, è stata presa questa decisione: «Così — ha detto Rama Rao, presidente della coalizione di opposizione «Fronte nazionale» e primo ministro dello Stato dell'Andhra Pradesh — intendiamo proteggere la democrazia nel nostro Paese». Tra i parlamentari dimissionari figurano esponenti sia della destra sia della sinistra. Il governo di Gandhi è stato chiamato in causa da un rapporto ufficiale, pubblicato la scorsa settimana, in cui lo si ac¬ cusa di corruzione e di irregolarità nell'acquisto, nel 1986, di una partita di armi per 1,3 miliardi di dollari dalla fabbrica svedese Bofors. Il primo ministro, secondo l'opposizione, avrebbe nascosto al Parlamento il ruolo di alcuni mediatori ai quali sarebbero state pagate ingenti «bustarelle» perchè si concludesse il contratto. I leader dell'opposizione indiana sperano che le 106 dimissioni, alla vigilia del dibattito sul rapporto-Bofors, spingano Rajiv Gandhi a scioghere il Parlamento e ad indire elezioni anticipate. Il voto politico è comunque in programma entro la fine dell'anno, e l'India sta già vivendo in un clima pre-elettorale: l'opposizione intende così impostare tutta la campagna sul tema della corruzione. «Stiamo dando un esempio al primo ministro su come si fa a dimettersi», ha detto un leader dell'opposizione.

Persone citate: Gandhi, Rajiv Gandhi, Rama Rao

Luoghi citati: India