Un professore per lo Ior

Un professore per lo lor Ritratto di Angelo Caloia, milanese, nuovo responsabile della banca vaticana Un professore per lo lor Dal Mediocredito alla poltrona diMarcinkus MILANO. Angelo Caloia? Fino a pochi giorni fa questo nome non diceva un granché. Un professore di economia all'Università Cattolica, presidente del Mediocredito Lombardo e dell'Assireme d'associazione delle banche Mediocredito), consigliere d'amministrazione della Cariplo. Caloia, classe 1939, assurge improvvisamente all'onore delle cronache con la sua nomina alla guida del consiglio di sovrintendenza dell'Istituto opere di religione, la banca del Vaticano, al posto di Paul Marcinkus, il monsignore americano con la passione del golf che ha governato per diciotto anni le casse della Santa Sede. Il professore dalla barba irsuta e dallo sguardo triste sarà fiancheggiato al vertice dello lor da quattro esponenti dell'aristocrazia finanziaria internazionale: Thomas Macioce della Ailied Corporation di New York, stretto collaboratore del cardinale O'Connors, Philippe De Weck, ex presidente dell'Ubs e consigliere della Nestlè, il tedesco Theodor Pietzker, direttore della Deutsche Bank, Sanchez Asiain, presidente del Banco de Bilbao. Ma perché i prelati di Roma hanno preferito proprio Caloia? Per la verità il presidente del Mediocredito è stato per i responsabili del Vaticano una seconda scelta. Per carità, un serio professionista, ma la banca vaticana pensava ad altri. Lo lor, infatti, dopo il coinvolgimento nel crack del Banco Ambrosiano, aveva bisogno, oltre che di una riforma interna, anche di qualche nome di prestigio che ne rilanciasse l'immagine, che rassicurasse il mondo degli affari. Così nei mesi scorsi il Vaticano aveva sondato la disponibilità di alcuni banchieri cattolici italiani di primissimo piano. Tra questi: Giovanni Bazoli, presidente del Nuovo Banco Ambrosiano, Piero Schlesinger, presidente della Popolare di Milano, Giuseppe Zandano, presidente del San Paolo di Torino, Giuseppe Camadini del San Paolo di Brescia. Tutti hanno ringraziato sentitamente, e rifiutato. Caloia, invece, ha accettato di buon grado. La sua biografia è senza brividi, lineare. Nasce a Castano Primo, alle porte di Milano, cinquant'anni fa, sposato a un'inglese, 4 figli. Si laurea nel '63 alla Cattolica con una tesi sul ruolo della piccola e media impresa nello sviluppo della Lombardia. Prosegue gli studi alla London School of economics and politics sciences e poi negli Stati Uniti all'Università della Pennsylvania. La sua carriera, bancaria e politica, si basa su poche, solidissime basi: la democrazia cristiana, l'Arcivescovado, l'Opus Dei. Iscritto alla sezione de «Achille Grandi» di Castano Primo, per dieci anni è sindaco del suo paese natale. Sempre come de entra nel consiglio di amministrazione della Cariplo e assume la guida del Mediocredito Lombardo. A Milano lo si vede spesso nella sede dell'Arcivescovado, proprio dietro al Duomo. Presiede, infatti, il Centro sociale Ambrosiano (un centro studi della curia milanese) e guida il consiglio di amministrazione della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Le sue frequentazioni bancarie sono limitate a pochi colleghi, a qualche riunione di studio presso la sede del Mediocredito in via Broletto, poco distante da Piazza Affari. Anche se alla guida di ur. istituto di credito, Caloia non viene accreditato come un banchiere, non ne ha la formazione. Negli am¬ bienti finanziari milanesi lo chiamano «il sacrestano». Com'è sul lavoro? Poco decisionista, teorico del rinvio, apparentemente sempre disponibile. In effetti-il professore di Castano Primo è più pensatore che uomo d'azione. Le sue apparizioni pubbliche, comunque mai in occasioni che possano apparire mondane, sono limitate a pochi convegni. Gli piacciono moltissimo quelli in cui si parla di etica e imprenditoria, di sociale e profitto, di religione e morale. Anche se non è un gran parlatore. Qual è la sua filosofia? Ecco qualche citazione significativa. «L'eterno rapporto tra economia" e uomo non è più un problema di paradiso e inferno — ha avuto occasione di spiegare —. Oggi sembra che il denaro dopo aver conquistato, si fa per dire, il purgatorio, punti ora diritto al paradiso. Il problema vero sta nel che cosa fare del denaro, la ricchezza, in altri termini, va intesa come mezzo e non come fine». Religione e finanza possono andare d'accordo? «La finanza sembra perpetuare, se non accrescere — sostiene Caloia — le diseguaglianze socio-economiche tra cittadino e cittadino e tra popolo e popolo con le formule degli interessi inversamente proporzionali alle necessità. In generale le sacche di nuova povertà, gli sconvolgimenti finanziari, il maneggio non trasparente del denaro pubblico, l'intreccio tra fonti finanziarie e potere politico, gli indecorosi balletti di potere attorno ai santuari della finanza, richiamano l'assoluta necessità di stabilire una corretta allocazione delle risorse e proiettano inevitabilmente la questione etica nel presente che è già futuro». Per Caloia il primo impegno come presidente del consiglio di sovrintendenza dello lor è fissato per ottobre quando dovrà nominare il direttore e il vice-direttore generale e affrontare il deficit '89 (la previsione è di 102 miliardi). Nel frattempo il professore, anche se non è certo di restare consigliere della Cariplo (la Provincia di Milano non l'ha riconfermato e la de ha fatto ricorso), ha accettato dal suo amico Roberto Mazzotta di rappresentare la Cà de Sass nel consiglio di amministrazione del Banco Jover. Rinaldo Gianola Il banchiere lombardo Angelo Caloia, nuovo responsabile dello lor