L'Ilva punta a Magona di Valeria Sacchi

L'Ilva punta a Magona Nel mirino dell'Ili il 41% dell'azienda di Lucchini controllato da Marcegaglia L'Ilva punta a Magona Il gruppo vuole trattare un'intesa con l'imprenditore bresciano La strategia del colosso di Stato per entrare nella siderurgia privata MILANO. Il pacchetto Falck nel portafoglio di Marcegaglia non sarebbe il vero scopo dell'operazione Uva. O meglio non lo scopo principale. La preda ambita è infatti il 41% di Magona che Steno Marcegaglia possiede e che vuole cedere insieme alla quota in Falck. Anche perché, mentre in Magona Marcegaglia ha ottenuto un posto in consiglio, nella Falck è rimasto azionista e basta. La trattativa tra Giovanni Gambardella e Marcegaglia è su entrambe le partecipazioni, e si dice che Marcegaglia abbia giocato bene le sue carte, chiedendo una cifra vicina a 230 miliardi, un'ottantina di miliardi in più del valore dei due pacchetti che, più o meno, dovrebbero valere 80/85 miliardi la Magona e 60/65 miliardi la Falck. Ma perché la Magóna? Perché nella Magona ci sono già i francesi di Usinor-Sacilor, il primo gruppo siderurgico di Francia, che con British Steel si contende il secondo posto in Europa dopo Thyssen, il quarto posto essendo di Finsider. Un gruppo che, dopo anni disastrosi, sotto la guida di Francis Mer (ex Saint-Gobain) è ritornato all'attivo, e chiuderà il 1989 con utili non inferiori a 2000 miliardi. Nel novembre scorso Mer ha stretto un'alleanza con Lucchini, acquistando attraverso un aumento di capitale riservato a Usinor il 24% della Lutrix, finanziaria fino a quel momento controllata al 100% da Lucchini e nella quale c'è il 51% di Magona. Oggi, quindi Usinor possiede in Magona circhi il 12,5%, ma avrebbe una opzione per salire in Lutrix al 49%, quindi al 25% di Magona. Rilevando il 41% di Magona e con l'eventuale sostegno da parte di Francis Mer, Gambardella sarebbe quindi in grado di esercitare una forte pressione su Lucchini, ai fini di giungere a intese industriali. In prospettiva, Uva ha la necessità di articolare la propria presenza anche nei settori a maggior valore aggiunto, di verticalizzarsi per compensare meglio le crisi cicliche dell'acciaio. E' anche vero che la logica spinge ormai i grandissimi gruppi ad alleanze strategiche internazionali, dunque i francesi di Sacilor non dovrebbero vedere di cattivo occhio l'interesse di Uva. Poiché Lucchini non è certamente un personaggio arrendevole, ecco l'importanza del pacchetto Magona: può servire come forte elemento di pressione per portare il gruppo bresciano al tavolo delle trattative. Due giorni or sono, quando è uscita la notizia del possibile acquisto da parte' di Uva dell' 11% di Falck, fonti vicine a Lucchini hanno affermato: «A noi non risulta che l'Uva abbia avanzato alcuna richiesta di acquisto di quote. Non c'è dubbio che la società dell'Ili abbia assoluta necessità di intrecciare alleanze industriali. Il gruppo Lucchini ha dimostrato che le alleanze sono indispensabili, tant'è vero che ne ha stretta una con Usinor. Se l'Uva avanzasse richieste di alleanze o sinergie, nessuno le chiuderebbe la porta in faccia». In realtà Lucchini si è mosso nel senso contrario: anche per l'intervento del presidente dell'Iri, Romano Prodi, la trattativa per il passaggio delle partecipazioni di Marcegaglia all'Uva è stata sospesa. Tra l'altro, scade domani il diritto d'opzione, ma è quasi certo che questo diritto verrà rinnovato. Difficile, infatti, per Marcegaglia, trovare qualcun altro disposto a pagare quel prezzo per le quote di Falck e Magona. Uva, sempre due giorni or sono, si è affrettata a precisare di non avere intenzioni ostili. E forse è una verità a metà. Certamente Gambardella non si illude di poter entrare nei due gruppi senza il consenso degli azionisti privati, ma è probabile che la sua disponibilità a concludere l'affare costringa i privati a trattare, e seriamente. Per la Falck (che rischia meno, poiché possiede oggi un sindacato che appare stabile) la contropartita è già chiara: acquistare da Uva la Cogne, ripulita dai debiti (circa 400 miliardi). Oramai, comunque, la questione dell'ingresso di Uva nelle due società è stata posta: ci vorrà tempo, ma alla fine è probabile che l'accordo si troverà. Valeria Sacchi L'industriale Luigi Lucchini

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