Inghilterra, che piacere fare debiti di Mario Ciriello
Inghilterra, che piacere fare debiti Circolano nell'isola 38 milioni di carte di credito, dieci volte più che in Italia e in Germania Inghilterra, che piacere fare debiti ■Ogni suddito della regina deve alle banche mille sterline LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Easy Money», denaro . facile, due parole per descrivere le sterline o i dollari guadagnati senza molta fatica. Ma adesso c'è un denaro ancora più facile, un succoso frutto che tutti o quasi possono raccogliere, senza sudore, senza pena, senza sacrifici. Basta tendere la mano, saltare sulla gioconda giostra del credito. E' la nuova accessibilissima ricchezza degli inglesi, il credito, elargito, prodigato, profuso dai prestiti bancari e ancor più da quelle magiche pietre filosofali che sono le carte di plastica. «Il credito, follia nazionale», gridano i media. E follia è. Perché in nessun Paese la gente attinge a questo pozzo di San Patrizio con tanta avidità e con tanta voluttà. Euromonitor, un istituto per ricerche di mercato, descrive l'Inghilterra «a nation of credit card junkies», e tutti sanno chi è il «junkie», il drogato. Nessuna terapia ha avuto successo contro questa intossicazione, cominciata un paio d'anni fa, neppure i feroci tassi d'interesse. La creditomania strega tutti e rende assai più ardua la lotta del governo contro un'inflazione che è adesso tra 1*8 e il 9%. Circolano in quest'isola 38 milioni di credit cards, delle quali 29 milioni sono carte di credito e 9 storecards, quelle emesse dai grandi empori o da catene di negozi. Un raffronto con gli altri Paesi è stupefacente: i britannici hanno più carte di tutti, ne possiedono il doppio dei francesi e ben dieci volte più dei tedeschi e degli italiani. Non basta. Questi totali non comprendono i prestiti bancari, altra fonte copiosa, generosa di quattrini. Prestiti calibrati per venire incontro ad ogni necessità, ogni consumo, ogni svago. Come ben sanno gli usurai, prestare denaro è attività proficua. Quelle stesse banche che, fino a qualche anno fa, consideravano i «personal loans» all'americana un inutile rischio, gareggiano adesso nell'offrire soldi. Il cittadino non ha che l'imbarazzo della scelta. Le procedure diventano sempre più sbrigative. La dinamica banca TSB presta danaro per telefono a chi deve affrontare una emergency. E l'emergency non deve essere necessa/iamente un guaio o un incidente. Può essere il semplice rischio di una rinuncia. Esempio: un cliente visita un negozio durante i saldi, trova un oggetto che lo interessa, ma non ha i soldi. Chiama la banca, che subito gli accredita la somma. Altre banche allettano con regali o con premi. Volete una nuova vettura? La Midland Bank vi offre i quattrini più benzina gratis per un anno. Quante richieste vengono respinte? Pochissime. La maestosa espansione di questo business, i suoi facili e succulenti frutti hannp fugato le tradizio- nali cautele delle banche. La Barclays, attivissima in questo ubertoso campo, risponde «no» soltanto a una su quattro, forse meno, delle persone che vogliono un prestito o una carta di credito. A quanto assomma ora l'indebitamento nazionale? Tra prestiti e credit cards gli inglesi devono quasi 50 miliardi di sterline. Per chi ama le statistiche questo megacredito corrisponde a circa mille sterline per ogni donna, uomo o bambino. Incredibile e inquietante è la disinvoltura con cui migliaia e migliaia di inglesi si tuffano nelle acque del debito. E' denaro facile, ma caro. Un esempio: una grande banca offre fino a 7500 sterline a chi già possiede una sua carta. «Telefonate, decideremo immediatamente». Ma il tasso annuo è del 21,9%, per cui chi ha voluto tutte le 7E00 sterline deve pagare 694 sterline e 64 pence ogni mese per dodici mesi o 198 sterline e 56 pence ogni mese per 60 mesi. Esosissimi i tassi sulle storecards, quelle dei negozi, a circuito chiuso. Oscillano tra il 34 e il 42%, mentre i tassi sulle credit cards bancarie sono tra il 23 e il 30. Gli inglesi sono veramente l'opposto degli italiani, che restano tra i massimi risparmiatori mondiali. Alla European Banking Conference, in maggio, a Venezia, per iniziativa del «Financial Times» e de «La Stampa», il prof. Mario Monti stupì tutti gli stranieri con il suo discorso sulla «scarsa propensione delle famiglie italiane all'indebitamento». Ricordò che il risparmio, come percentuale del reddito disponibile, è tuttora altissimo nel nostro Paese, anche se sceso «alquanto» negli ultimi dieci anni. «Tra il 1980 e il 1988, questa percentuale è stata in Italia, in media, al 25%, contro il 12,5 della Germania, il 15 della Francia, il 9,5 del Regno Unito, il 5,5 degli Stati Uniti e il 17 del Giappone». Dall'88, il risparmio britannico è sceso ulteriormente. Mentre continua a dilatare il deficit della bilancia commerciale, generato in parte dalla voracità con cui gli inglesi, grazie al credito, comprano beni forestieri. Tutto ha un prezzo. Sale l'indebitamento e sale il numero di chi non può pagare. Lo scorso anno, la sola rete dei Citizens' Advice Bureau, utilissimi consultori, ha assistito un milione e mezzo di cittadini che erano schiacciati dai debiti. Non occorre leggere i giornali per scorgere questo drammatico spettacolo, basta parlare con la gente. Quello delle famiglie i cui troppi debiti quasi divorano il reddito mensile è ormai un esercito. Mario Ciriello psuo discorpensione dall'indebitche il risptuale del tuttora aPaese, anto» negli uil 1980 e ilsparmio bteriormendilatare ilcommercidalla vorasi, grazie beni foreprezzo. Sasale il nupagare. Lorete dei Creau, utilassistito ucittadini cdai debiti.Non occper scorgeco spettacla gente. Qcui troppiil redditoesercito.
Persone citate: Mario Monti
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