Eltsin ha la sua corrente di Emanuele Novazio

Eltsin ha la sua corrente Duecentoventi deputati del Congresso fondano un «gruppo di opposizione» Eltsin ha la sua corrente «Gorbaciov non è più il leader indiscusso» MOSCA dal nostro corrispondente La sinistra radicale diventa gruppo organizzato e nel Parlamento sovietico, attorno a Boris Eltsin e allo storico Yuri Afanasiev, nasce ^opposizione», o meglio un gruppo di pressione che intende favorire le riforme, accelerarne il corso, dar battaglia sui temi d'avanguardia dell'economia, della società, degli schieramenti di vertice per «trovare una via d'uscita alla gravissima situazione del Paese attraverso il confronto di punti di vista alternativi», come si è espresso Eltsin. Quasi una «frazione» all'interno del potere, per la prima volta dagli Anni Venti. Ne discutono da ieri alla «Casa dei cineasti» 220 deputati su 2250: ma non è un congresso che segna una scissione nel partito, è piuttosto la consacrazione di una situazione già esistente, sulla base di quel «gruppo interregionale» che si riunisce informalmente a Mosca. Evgheny Primakov, un consi¬ gliere di Gorbaciov che dirige una delle due Camere del Soviet Supremo, semplice «invitato» ieri, ha scelto la mano tesa per Boris Eltsin, che probabilmente oggi sarà scelto come leader, ma ha chiesto di non creare un «gruppo chiuso» che rifiuti di collaborare con il Soviet: «Dovete servire da stimolo con le vostre proposte, in modo da far avanzare il Parlamento». Ma la replica all'inviato di Gorbaciov, che cercava di sdrammatizzare il senso alternativo del gruppo, è stata una sfida politica. Afanasiev ha chiesto a Gorbaciov di decidersi a guidare il Paese verso la riforma radicale del sistema, ed è stato questo appello a «lasciare il centrismo», dal quale Gorbaciov governa fra pressioni contrapposte, la vera novità della riunione di ieri. Perché, ha detto Afanasiev, Gorbaciov non è più il leader indiscusso della perestrojka, «Gorbaciov è considerato a ragione l'uomo che ha lanciato la riforma, ma è passato il tempo in cui è possibile rimanere leader della pere¬ strojka e leader della nomenklatura: bisogna fare una scelta», ha detto. «Gorbaciov non capisce che interi strati della nostra società producono nuove guide per le riforme». Quanto sta accadendo alla «Casa dei cineasti» è una svolta nelle tradizioni sovietiche ed è conseguenza delle due burrasche politiche che hanno scosso il Paese di recente: la campagna elettorale dello scorso marzo, quando le piazze di Mosca si riempirono di gente entusiasta di sentir parlare la nuova lingua del confronto; e la prima riunione del «Congresso del popolo», ritrasmessa alla tv davanti a un Paese affascinato, incredulo di ascoltare polemiche di tale asprezza, una confusione di proposte che spezzavano decenni di timori e di apatia. Ma non tutti gli uomini più fedeli alla perestrojka condividono l'opportunità di costituire il «gruppo». Accanto ai conservatori, che hanno subito accusato Eltsin di «voler creare contrapposizioni fra deputati», ci sono progressisti che non ne fa¬ ranno parte, come lo storico Roy Medvedev, perché anche fra gli uomini più schierati in favore delle riforme c'è timore di creare fratture controproducenti e di isolare i radicali. Quanto a Sacharov, è assente da Mosca e non si è iscritto. La nascita del «gruppo», che ha già una rivista, «Il deputato del popolo», renderà più sofisticata e più polemica la vita politica all'internò delle istituzioni, ma radicalizzerà lo scontro politico in un momento di conflitti sociali e tensioni etniche. E' una nuova accelerazione, ma potrebbe avere effetti tumultuosi perché vuole eliminare' l'«ultimo equivoco» fra il vertice e la base, come riconosceva Eltsin: «Quanto accade nel Paese mostra che la classe operarla ha perso fiducia in quelli che dovrebbero esserne i leader», perché «l'aristocrazia del partito è diventata una classe a sé»: «Il movimento dei lavoratori è contro questa classe, anche se ancora non se ne rende conto». Emanuele Novazio

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