In carcere

In carcere In carcere «Quanti anni?» Ventisei E la Guerinoni ha pianto IMPERIA DAL NOSTRO INVIATO «Quanti?» E' quel silenzio che gliel'ha fatto capire. Quando ha visto i suoi avvocati, lì, in piedi, impalati nella stanza del carcere, senza una parola, senza un sorriso. Quando ha visto che nessuno dei due le veniva incontro, le faceva un cenno. Allora, Gigliola ha capito, ha chiesto quanti anni le avevano dato. «Ventuno», le ha risposto Mirka Giorello. «Più 5 e mezzo, per l'occultamento», ha aggiunto Scipione Del Vecchio. Si erano divisi anche la notizia, i due. Lei è scoppiata a piangere, e non poteva dividersi. Ha scelto l'abbraccio di una donna, lei che in aula appena si avvicinava una giornalista smetteva di parlare, lei che lanciava occhiate di sfida alle donne che affollavano la platea. Ha pianto sulle spalle di Mirka, e non ha più smesso per un'ora e mezzo: «Credevo di farcela, ci credevo davvero». Non ha mai chiesto di Geri. Gliel'hanno detto. «Geri invece l'hanno assolto». Lei ha continuato a piangere. «Non era quello che volevi?» le ha chiesto la Giorello. E Gigliola è ritornata com'era al processo: «Meno male, almeno esce lui e può stare con la bambina». L'ha scritto persino in un memoriale, prima della sentenza, mentre il suo avvocato cercava di difenderla: «Lo lasci andare libero, quel povero vecchio». Hanno fatto così. «Ma gli vuoi tanto bene?», le hanno chiesto. E lei ha risposto sempre che il grande amore della sua vita era Pino Gustini, il suo secondo marito, che se usciva dal carcere andava a stare con Barili ari, ch'era il primo marito. Niente Geri. E forse non mentiva. Gigliola, molte volte, sembra una donna d'onore. Difende Geri perché così va fatto, perché questo è il codice. E guai se gli altri non fanno così. «E' colpa di Sacco», ha brontolato con i suoi avvocati, «è tutta colpa sua: lui non c'era il 13, perché ha confessato tutte queste cose che non sono vere?». «Gli hanno dato tre anni», ha detto Del Vecchio. «Ma è anche colpa tua, se sei finita in questa situazione. Perché ti ostini a difendere Geri? Lui ti ha accusata». E lei: «Gliel'hanno fatte dire quelle cose. Ma Geri non c'entra. E' innocente. Sono stati quei due con la Croma, quei due venuti da Torino». E ha continuato così, piangente. Un po' dimessa, maglietta verde, e una delle sue gonne larghe. «Certo che da Becchino non me l'aspettavo. Un uomo di Dio, come lui. Come avrà potuto...». E poi: «Dovevano assolvere pure me, per insufficienza di prove». L'avrà letto su qualche giornale, Gigliola. I giornali li legge sempre, anche ieri, mentre aspettava l'arrivo di notizie da Savona. I giornalisti non li sopporta molto, invece. L'hanno chiamata mantide. E lei ha scritto a Becchino, per protestare: «Ma quale mantice, ape regina e via discorrendo». Proprio così, mantice. «Io sono credente come Petrarca. Da oggi la mia vita sarà preghiera che batte in sintonia col cuore di Dio. Sono innocente!». Non le hanno creduto. E chissà come potevano. Nell'aula, dove lei s'era all'ultimo momento rifiutata di venire, ieri mattina c'era un pubblico carico di antipatia. Guai, l'avessero assolta. Gli ammonimenti di Becchino non sarebbero bastati. Non gliel'hanno detto questo, gli avvocati. Lei se l'è presa ancora con Maurizio Picozzi, il giudice istruttore. «Adesso sarà contento Picozzi. Vedrete, da un momento all'altro arriverà l'ordine di cattura per Gustini». Ha chiesto se Geri aveva già visto Soraya. «Mia figlia deve farsi pagare per. le interviste. Abbiamo bisogno di soldi». E s'è lamentata di nuovo per Becchino: «Proprio lui che crede in Dio come me...». Chissà se non pensava davvero di averlo convinto con la storia dei due sulla Croma, di averlo sedotto, come riusciva con quasi tutti. Quando i due avvocati se ne sono andati, era ancora in lacrime, dopo un'ora e mezzo. «Ero così sicura, non mi sembra vero...», [p. s.l

Luoghi citati: Imperia, Savona, Torino