Pisci vuole vigilantes nella piana profanata di Vincenzo Tessandori

Pisci vuole vigilantes nella piana profanata Mentre si cancellano le scritte sulla fiancata del Duomo, si studia come prevenire il degrado nel Campo dei Miracoli Pisci vuole vigilantes nella piana profanata C'è chi propone di chiudere il prato con una cancellata Si cerca in una «comune» l'autore dei vandalismi PISA DAL NOSTRO INVIATO «Ecco, quell'impacco dovrebbe togliere l'apostrofo. E' fatto con un solvente assai poco volatile, insomma che evapora lentamente, e argilla», spiega Gianni Caponi, il restauratore chiamato per il lifting della facciata sud del Duomo, oltraggiata da scritte da qualcuno definite vandalo-anarchiche. Il bianco e il nero dei marmi riflette un sole impietoso. Pochi prestano attenzione alle frasi tracciate con bombolette spray dal delirante Pasquino, come se l'abitudine al degrado rendesse insensibili. L'apostrofo che serve all'esperimento è nell'ultima scritta: «Fascio-occhio al' cranio», dice. E le altre: «Cloro al clero», «Morte al razismo», «De + Msi: mafia e stragi di Stato». Firmato: anarchia, con la «A» inscritta nel cerchio, ma nessuno pensa sul serio agli anarchici. Sarà un brutto affare cancellare tutto, osserva Caponi: «La vernice, uno smalto sintetico, tende a penetrare e a lasciare un alone. Bisogna usare il solvente adatto, ci vuole tempo per le prove». E denaro. Quanto? «Prima occorre trovare il rimedio, poi calcolare le giornate di lavoro. Certo, alcuni milioni». Nel laboratorio di Capioni son stati restaurati statue e affreschi del Museo del Duomo. Al di là del «messaggio» che vogliono lanciare, gli slogan in rosso preoccupano per le di¬ mensioni e anche perché sono stati tracciati sulla facciata che dà sulla piazza, osserva Antonio Lazzerini, segretario dell'Opera della Primaziale. «Più che alla chiesa è un affronto al bene culturale, si è deturpato un monumento che è di tutti». E' ora di difenderlo questo tesoro collettivo chiamato piazza dei Miracoli, osserva qualcuno. Chiudere, magari con una cancellata. «Non è un'idea di oggi, ci aveva già pensato il cardinale Pietro Massi, nel primo quarto di secolo», ricorda Lazzerini. «No ai cancelli» E l'altro giorno quando, ormai in ritardo, fu dato l'allarme, anche il professor Giuseppe Tomolo, presidente dell'Opera del Duomo, sospirò: «Si dovrebbe sbarrare tutto». Ma superato il primo momento, ha osservato: «Chiudere la piazza è un'utopia. L'ideale sarebbe la presenza delle forze dell'ordine 24 ore su 24. Come le banche che utilizzano un nutrito servizio di sorveglianza. E, francamente, mi sembra che il patrimonio racchiuso in questa banca della cultura mondiale sia molto più importante dei soldi». E no alla cancellata dice anche l'arcivescovo Alessandro Plotti: «Ogni intervento emarginativo sarebbe contrario all'immagine di chiesa, oltreché di comunità civile. La piazza dev'essere luogo di accoglienza per tutti». Rincara, il tono amaro di chi certe cose non avrebbe voluto mai dirle, Bruno Guerrini, rettore di questa che è fra le più famose università: «Solo il pensiero di dover sbarrare il Duomo e gli altri monumenti per poterli salvaguardare dall'irresponsabilità della gente mi fa vergognare di essere cittadino italiano. Se non siamo maturi per capire certe cose, non so come poi si possa disquisire di quinto o sesto Paese al mondo, in questa o quella classifica». Chi è stato? In questura indagano. Ma, per il momento, nessuna denuncia. S'indaga sulle scritte di contestazione disseminate per la città e firmate «Macchia Nera». Ma alla «comune» delle scritte al Duomo dicono di non saperne niente. Così si cerca di correre ai ripari. C'è chi vorrebbe mettere una cancellata alla piazza. «Le città non si possono incartare», protesta l'architetto Giovanna Piancastelli, sovrintendente ai beni artistici per le province di Pisa, Livorno, Lucca e MassaCarrara. «Per proteggere centri storici e singoli monumenti da questo tipo di offese, non possiamo escluderli alla vista della gente. E neppure si può pensare di utilizzare custodi e guardie a ogni ora del giorno e della notte. Il gesto contro la cattedrale rientra in una casistica che riguarda un po' tutte le località d'arte, forse è l'intera nostra società che diventa incivile». Nella piazza, ormai, avviene di tutto, è diventata lo specchio del degrado collettivo, lamenta anche il linguista Tristano Bolelli. «Ci sono stati scontri con i senegalesi che andavano a vendere fin sui gradini del Duomo, e poi la gente usa il prato come fosse un grande tappeto. La degradazione è dappertutto, si pensi a quello che è avvenuto di recente a Venzia: c'è» solo da provar vergogna quando si arriva a certi estremi, una vergogna incredibile. Vuol dire che ormai non solo si è privi di cultura ma anche di educazione». Un milione di turisti I problemi sono numerosi, osserva il sindaco Giacomino Granchi, socialista. In piazza dei Miracoli, ogni anno, passano oltre un milióne e mezzo di turisti «e almeno un milione salgono sulla torre». Dunque, aggiunge il sindaco, «occorre trovare il modo di far vivere questa piazza nelle 24 ore perché, circondata com'è da palazzi pubblici, dall'ospedale, la notte diventa deserta o, al massimo, si trasforma in un un luogo dove avvengono vari traffici. Certo, quello che è avvenuto ha del demenziale: neppure nel Sessantotto, quando i muri della città erano coperti di scritte, a qualcuno era venuto in mente d'imbrattare il Duomo. Occorre maggiore vigilanza, più uomini destinati all'ordine pubblico». Vincenzo Tessandori à a Il Campo dei Miracoli cuore di Pisa

Luoghi citati: Livorno, Lucca, Pisa