Una lettera al sindaco di Arrigo Petacco
Una lettera al sindaco Una lettera al sindaco «Sestino, incontriamoci e cerchiamo di capirci» ROMA. A quasi due settimane dalla puntata del programma di Arrigo Petacco «I giorni e la storia», dedicata alla morte del partigiano Ferruccio Manini, l'attore Giorgio Albertazzi ha scritto una lettera aperta al sindaco di Sestino Ruggero Ruggeri, con la quale auspica una serena conclusione della discussione sulle responsabilità della morte del giovane partigiano. Ecco il testo integrale della lettera. «Caro sindaco, mi dispiace che una infelice intervista televisiva (peraltro anche mutilata) abbia turbato i rapporti civili e umani che stavano per stringersi fra lei, me e il paese di Sestino, dove ero stato invitato (dall'assessore alla Cultura, suppongo) in occasione della inaugurazione di una stele in ricordo di Ferruccio Manini. Mai, in nessuna occasione, ho offeso Sestino, né affermato che qualcuno dei Sestinati in quel tempo abbia commesso atti di violenza. Il paese era ed è mite e civile. Ci passò sopra la guerra, fra gli eserciti e quella civile, senza scalfirlo. Eravamo su fronti diversi, travolti da un clima orribile di violenza e di sopraffazione che ho deprecato e che depreco con tutte le mie forze». «"Non mi pento" non significa non riconoscere i miei errori giovanili e la mia sconsideratezza di allora, che voglio però mantenere presenti alla mia coscienza, non seppellire in un facile pentitismo che non mi assomiglia. Tanto più non posso pentirmi di azioni che non ho mai commesso. Al di là delle cronache accese di questi giorni, e anche per ricordare insieme Ferruccio Manini, chiedo a lei e al paese di incontrarci, se possibile, a Sestino, non appena lei lo crederà utile e opportuno. Guardiamoci negli occhi e cerchiamo di capirci (soprattutto con quei giovani che non sanno cos'erano quegli anni). A mezzo secolo, quasi, di lontananza, accettiamo di questo tempo, in cui si è conquistata la democrazia, l'invito alla serenità, alla prudenza, e al senso della storia». [Ansa]
Persone citate: Ferruccio Manini, Giorgio Albertazzi, Ruggero Ruggeri
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