La febbre delle fusioni attraversa l'Europa

La febbre delle fusioni attraversa l'Europa Nei primi sei mesi dell'anno sono passate di mano oltre 600 società per un controvalore di 23.000 miliardi La febbre delle fusioni attraversa l'Europa Le più corteggiate sono le imprese britanniche e quelle italiane LONDRA. In Europa sale la febbre delle fusioni internazionali. Lo conferma una ricerca secóndo cui nella prima metà dell'anno sono già stati conclusi seicento accordi di fusione e di acquisizione oltrefrontiera, o, come li chiamano gli addetti ai lavori, Mergers & Acquisitions (M&A), per un valore totale di 15,4 miliardi di ecu, circa 23 mila miliardi di lire. L'inchiesta, condotta dalla pubblicazione specializzata «1992 M&A Monthly», mostra che l'attività è stata molto intensa a giugno; solo in questo mese sono stati concluse 124 operazioni per un valore di 9300 miliardi. Una cifra che include alcuni affari di enorme entità, uno per tutti l'acquisi- zione delle consociate europee del gigante alimentare Rjr Nabisco, da parte della francese Bsn, per 2700 miliardi. L'indagine mostra anche come le M&A all'interno dell'Europa abbiano un valore molto più alto di quelle intercontinentali. Le acquisizioni fatte da società europee nel continente ammontano infatti a 17.000 miliardi mentre quelle di aziende americane in Europa valgono 5400 miliardi. Il valore globale delle acquisizioni è probabilmente più alto di quello rilevato dalla rivista, visto che molte delle operazioni più pic- cole possono "non essere state dichiarate.. Non è possibile comunque fare paragoni con il passato, poiché è la prima volta che il «M&A Monthly» fa un'indagine di questo tipo, con informazioni dettagliate sulle acquisizioni europee. Se l'ondata delle M&A ha travolto tutta l'Europa, ci sono delle profonde differenze per quanto riguarda i diversi Paesi ed i vari settori di attività. Il comparto alimentare e quello della grande distribuzione sono stati i più attivi, con 53 operazioni per un valore complessivo di 5400 miliardi, mentre il valore delle operazioni nel settore bancario, nell'edilizia e nelle assicurazioni ha superato i 1500 miliardi. L'attività di M&A è stata invece debole nel settore del tempo libero, negli alberghi, nell'industria energetica, nei beni di consumo e nel tabacco. Ci sono poi alcuni Paesi dove la febbre delle acquisizioni all'estero sembra essere particolarmente alta. Francia: le società transalpine sono state di gran lunga i maggiori autori di M&A, con 86 acquisizioni nel resto d'Europa per un valore totale di 6150 miliardi. Sebbene 91 aziende francesi siano state acquisite da gruppi esteri il valore totale di queste operazioni è stato di soli 3450 miliardi. Ad ogni modo la Francia è il secondo Paese in classifica, dopo la Gran Bretagna, come obiettivo di acquisi- zioni internazionali. Gran Bretagna: le acquisizioni di aziende inglesi fatte da società straniere ammontano ad un valore di 9000 miliardi, sempre nei primi sei mesi dell'anno., quasi il triplo delle acquisizioni provenienti dall'estero in Francia e circa il doppio del valore delle M&A inglesi all'estero. Quasi la metà delle acquisizioni fatte in Inghilterra è stata effettuata da gruppi statunitensi (3900 miliardi) e giapponesi (555 miliardi), facendo così del Begno Unito l'obiettivo preferito delle acquisizioni provenienti da Oltreoceano. Se invece si considerano solo le operazioni fatte tra Paesi europei il valore delle acquisizioni britanniche nel resto d'Europa, 4935 miliardi, supera largamente le acquisizioni straniere in Gran Bretagna, che assommano a 4140 miliardi. Solo i francesi e gli americani superano gli inglesi come volume totale di M&A effettuate nel Vecchio Continente, mentre i britannici sono di gran lunga i maggiori acquirenti sia in Francia che in Germania. Ma il valore medio delle operazioni condotte dagli inglesi, circa 300 miliardi, è stato meno della metà di quelle francesi. Il più grosso affare concluso nel coreo dell'89 da un gruppo inglese è stato l'acquisizione da parte della Advanta del 10% della Philipp Holtzmann, una società tedesca che opera nel settore edilizio, per 1070 miliardi, la Guinness ha poi comprato per 900 miliardi una quota di minoranza nella Lvmh (beni di lusso) e nella casa di moda Christian Dior, infine la Heron International ha comprato il 40% della Torcovir, una società edilizia spagnola, pa¬ gandolo 195 miliardi. Germania: l'inchiesta smentisce l'opinione largamente diffusa che le società tedesche abbiano fatto grandi acquisizioni in Europa. Di fatto la Germania è stato il quarto Paese preferito dagli investitori stranieri, che hanno concluso oltre 90 operazioni per un controvalore di 2655 miliardi, mentre le società tedesche si sono mosse con estrema timidezza fuori casa, concludendo solo 46 operazioni per un valore di 450 miliardi, meno di quanto abbiano comprato oltre confine la Svezia, la Finlandia o il Giappone. Inoltre più della metà di queste M&A hanno avuto come obiettivo un solo Paese, la Spagna. Giappone: la ricerca conferma come le acquisizioni nipponiche in Europa stiano crescendo gradualmente sebbene la loro dimensione globale rimanga modesta. Nei primi sei mesi dell'89 le società giapponesi hanno fatto 15 acquisizioni in Europa, con un valore dichiarato di 800 miliardi. Oltre la metà di questa somma deriva da tre operazioni, l'acquisto da parte della Banca di Yokohama della merchant bank inglese Guinness Mahon per 214 miliardi; l'entrata della Kao nella Goldwell, un'azienda di profumeria tedesca, di cui ha comprato il 75% per 192 miliardi; e l'acquisizione fatta dalla Mitsubishi di due società alimentari inglesi, la Princes e la Trex, per 114 miliardi. Guy de Jonquieres Copyright «Financial Times» e per l'Italia «La Stampa» nto accordi di fusione e di acuisizione oltrefrontiera, o, coe li chiamano gli addetti ai laori, Mergers & Acquisitions M&A), per un valore totale di 5,4 miliardi di ecu, circa 23 ila miliardi di lire. L'inchiesta, condotta dalla ubblicazione specializzata 992 M&A Monthly», mostra he l'attività è stata molto innsa a giugno; solo in questo ese sono stati concluse 124 perazioni per un valore di 300 miliardi. Una cifra che inude alcuni affari di enorme ntità, uno per tutti l'acquisi- ■acquisti □vendite 4.149,31 86 3.614,9 68 IL GRAN MERCATO DELLE IMPRESE IN VISTA DEL '93 dati in milioni di ecu e n° di acquisizioni 1 milione di ecu= 1 miliardo e mezzo di lire 3.286,81 160 2.298,6 91 5.955,7 101 g«Entro il '93 tutte le belle ragazze avranno già trovato marito». Così Romano Prodi ama raccontare la situazione di gran movimento dell'industria europea in vista del mercato unico. Un panorama che richiede rapidità di decisioni per cogliere opportunità che possono svanire nell'arco di pochi mesi. In questo quadro l'Italia appare una delle prede preferite dall'estero: negli itìtimi sei mesi sono state acquisite 52 aziende italiane da parte di compratori stranieri (la parte del leone l'hanno fatta francesi e tedeschi) mentre l'Italia si è limitata a 27 acquisti all'estero (soprattutto nella penisola iberica). Resta l'impressione di un progressivo indebolimento della struttura proprietaria italiana anche se, al di là dei numeri (gli stranieri hanno speso circa 1.500 miliardi in più di quanto abbiano fatto le aziende italiane oltre frontiera), negli ultimi mesi si è notata una grande effervescenza da parte del tessuto delle aziende medie italiane. Non va però dimenticato che le vendite di imprese a capitale italiano sono state pari nel primo semestre allo 0,27% del prodotto nazionale contro lo 0,14% destinato ad ampliare la rete delle proprietà oltreconfine. Le ragioni? Oltre alla sostanziale debolezza finanziaria di larga parte dell'imprenditoria italiana c'è da considerare la difficoltà da parte delle aziende dell'area pubblica a esprimere all'estero una strategia di acquisizioni aggressiva come quella dei concorrenti. Il risultato? Un certo ritardo, grave perché le riorganizzazioni, all'estero, stanno per essere completate. zione delle consociate europee del gigante alimentare Rjr Nabisco, da parte della francese Bsn, per 2700 miliardi. L'indagine mostra anche come le M&A all'interno dell'Europa abbiano un valore molto più alto di quelle intercontinentali. Le acquisizioni fatte da società europee nel continente ammontano infatti a 17.000 miliardi mentre quelle di aziende americane in Europa valgono 5400 miliardi. Il valore globale delle acquisizioni è probabilmente più alto di quello rilevato dalla rivista, visto che molte delle operazioni più pic- 2.038,8 52 cole possono "non essere state dichiarate.. Non è possibile comunque fare paragoni con il passato, poiché è la prima volta che il «M&A Monthly» fa un'indagine di questo tipo, con informazioni dettagliate sulle acquisizioni europee. Se l'ondata delle M&A ha travolto tutta l'Europa, ci sono delle profonde differenze per quanto riguarda i diversi Paesi ed i vari settori di attività. Il comparto alimentare e quello della grande distribuzione sono stati i più attivi, con 53 operazioni per un valore complessivo di 5400 miliardi, mentre il valore delle operazioni nel settore bancario, nell'edilizia e nelle assicurazioni ha superato i 1500 miliardi. L'attività di M&A è stata invece debole nel settore del tempo libero, negli alberghi, nell'industria energetica, nei beni di consumo e nel tabacco. Ci sono poi alcuni Paesi dove la febbre delle acquisizioni all'estero sembra essere particolarmente alta. Francia: le società transalpine sono state di gran lunga i maggiori autori di M&A, con 86 acquisizioni nel resto d'Europa per un valore totale di 6150 miliardi. Sebbene 91 aziende francesi siano state acquisite da gruppi esteri il valore totale di queste operazioni è stato di soli 3450 miliardi. Ad ogni modo la Francia è il secondo Paese in classifica, dopo la Gran Bretagna, come obiettivo di acquisi- 1.774,1 90 sempre nei primi sei mesi dell'anno., quasi il triplo delle acquisizioni provenienti dall'estero in Francia e circa il doppio del valore delle M&A inglesi all'estero. Quasi la metà delle acquisizioni fatte in Inghilterra è stata effettuata da gruppi statunitensi (3900 miliardi) e giapponesi (555 miliardi), facendo così del Begno Unito l'obiettivo preferito delle acquisizioni provenienti da Oltreoceano. Se invece si considerano solo le operazioni fatte tra Paesi europei il valore delle acquisizioni britanniche nel resto d'Europa, 4935 miliardi, supera largamente le acquisizioni straniere in Gran Bretagna, che assommano a 4140 miliardi. Solo i francesi e gli americani superano gli inglesi come volume totale di M&A effettuate nel Vecchio Continente, mentre i britannici sono di gran lunga i maggiori acquirenti sia in Francia che in Germania. Ma il valore medio delle operazioni condotte dagli inglesi, circa 300 miliardi, è stato meno della metà di quelle francesi. Il più grosso affare concluso nel coreo dell'89 da un gruppo inglese è stato l'acquisizione da parte della Advanta del 10% della Philipp Holtzmann, una società tedesca che opera nel settore edilizio, per 1070 miliardi, la Guinness ha poi comprato per 900 miliardi una quota di minoranza nella Lvmh (beni di lusso) e nella casa di moda Christian Dior, infine la Heron International ha comprato il 40% della Torcovir, una società edilizia spagnola, pa¬ in Europa. Di fatto la Germania è stato il quarto Paese preferito dagli investitori stranieri, che hanno concluso oltre 90 operazioni per un controvalore di 2655 miliardi, mentre le società tedesche si sono mosse con estrema timidezza fuori casa, concludendo solo 46 operazioni per un valore di 450 miliardi, meno di quanto abbiano comprato oltre confine la Svezia, la Finlandia o il Giappone. Inoltre più della metà di queste M&A hanno avuto come obiettivo un solo Paese, la Spagna. Giappone: la ricerca conferma come le acquisizioni nipponiche in Europa stiano crescendo gradualmente sebbene la loro dimensione globale rimanga modesta. Nei primi sei mesi dell'89 le società giapponesi hanno fatto 15 acquisizioni in Europa, con un valore dichiarato di 800 miliardi. Oltre la metà di questa somma deriva da tre operazioni, l'acquisto da parte della Banca di Yokohama della merchant bank inglese Guinness Mahon per 214 miliardi; l'entrata della Kao nella Goldwell, un'azienda di profumeria tedesca, di cui ha comprato il 75% per 192 miliardi; e l'acquisizione fatta dalla Mitsubishi di due società alimentari inglesi, la Princes e la Trex, per 114 miliardi. Guy de Jonquieres Copyright «Financial Times» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Christian Dior, Guinness Mahon, Heron, Philipp Holtzmann, Romano Prodi