Il «giallo» dell'equo canone di P. F.

Il «giallo» dell'equo canone Dal 1° agosto scatta l'aumento, non si sa ancora se sarà del 5,9% Il «giallo» dell'equo canone Guerra di cifre tra proprietari e inquilini ROMA. Dal 1° agosto scatterà l'aggiornamento Istat degli affitti riproponendo per proprietari e inquilini il rebus sulla corretta applicazione della legge. I dati sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 15 luglio. Ma si è registrata la solita confusione sull'esatta percentuale dell'aumento da applicare per i vecchi affitti. Tre sono le possibili soluzioni del «giallo»: il 5,9%, il 6,35% e il 5,25%. In ogni caso per ottenere l'aumento i proprietari dovranno spedire agli inquilini entro il 31 luglio una raccomandata postale specificando l'ammontare del nuovo canone. Per la massa dei contratti di locazione, cioè quelli stipulati prima dell'agosto 1978 e riguardanti unità ' immobiliari costruite prima del 31 dicembre 1975, il canone aumenterà del 5,9 per cento rispetto ad oggi. L'Istat ha infatti calcolato che tra il giugno 1978 e il giu¬ gno 1989 si è registrata — ai fini dell'aggiornamento dell'equo canone degli alloggi — una variazione del 200,9%. Poiché l'aggiornamento del canone deve essere limitato al solo 75% della variazione, la percentuale applicabile corrisponde al 150,675 per cento (pari al 75% di 200,9%). In pratica se 11 anni fa un inquilino pagava 100 mila lire mensili, da martedì dovrà versare una pigione di 250.675 lire, 14.775 in più rispetto all'attuale fitto di 135 mila 900 lire. Dal 1° agosto la pigione aumenterà così del 5,9 per cento (pari al rapporto tra l'incremento di 14.775 lire e le 250.675 Iure). Questi dati sono, però, contestati dall'Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari) secondo cui, in applicazione,di una sentenza della Cassazióne nel 1986, la percentuale nel periodo giugno 1978-giugno 1989 sarebbe, invece, del 157,2%. Dal 1° agosto l'attuale pigione dovrebbe quindi aumentare del 6,35, anziché del 5,9%. Alcune associazioni di inquilini sostengono, invece, che si dovrebbe applicare il metodo della «variazione relativa» incrementando il canone dell'anno precedente con il 75% dell'aumento del costo della vita. Dal 1° agosto dovrebbe quindi scattare un aumento del 5,25% per cento in più rispetto all'attuale pigione di luglio (pari ai tre quarti dell'aumento Istat del 7% nel periodo giugno 1988giugno 1989). Ma questa tesi è stata respinta dalla Cassazione, sempre con riferimento ai vecchi contratti di affitto stipulati prima dell'agosto 1978. Per gli inquilini che hanno preso in affitto una casa da pochi anni non vi sono, invece, contestazioni perché si applica il 75 per cento della variazione Istat intervenuta rispetto all'anno precedente. [p. f.]

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