Zavarov, atto secondo

Zavarov, atto secondo Il sovietico «riabilitato» dai dirigenti bianconeri ha raggiunto ieri i compagni nel ritiro diBuochs Zavarov, atto secondo «LaJuve? Per me è da scudetto» BUOCHS DAL NOSTRO INVIATO Ore 18,25: ha appena smesso di diluviare! Da qualche minuto i giocatori della Juventus sono entrati negli spogliatoi: barocchi, Barros, Casiraghi ricordano le prime prodezze in allenamento, i primi gol. Fuori dal piccolo campo di Buochs sono rimasti pochi tifosi. I più si stanno allontanando, improvvisamente qualcuno si blocca, corre dietro una Thema blu. Dall'auto scendono due signori, uno più avanti negli anni ma ancora atletico, l'altro è un biondino dal volto familiare. Ma sì, è lui, Zavarov. Tutto avviene come nei film. Una mano raccoglie la borsa di Sacha, il sovietico spalanca la porta dello spogliatoio. Ride Tacconi: «Ciao Sacha». «Eccolo», esplode Morini. La stella della Juventus è sempre e forse oggi più di ieri lui, il primo e forse unico ancora per quest'anno calciatore sovietico del riostro campionato. Eccolo di nuovo fra i suoi compagni, dinanzi a Zoff che non vedeva l'ora di riaverlo al suo servizio. I complimenti si sprecano perché Sacha fa tenerezza per quel suo viso pallido, l'espressione dolce, ingenua, degli occhi. Indossa una camicia color aviazione sui pantaloni un po' più scuri. Ma soprattutto è sereno. Sacha scompare inghiottito dal fumo degli spogliatoi. Nello Governato che è stato il suo angelo custode per tutto il giorno racconta questo 25 luglio del sovietico: «Ore 6,30 partenza da Torino per Milano. Siamo andati al consolato svizzero e a quello americano. A Sacha servivano i visti. Abbiamo ingannato la mattinata salendo in cima al Duomo. Poi siamo andati a vedere una mostra di pittori surrealisti à Palazzo Reale, c'erano esposte anche opere del suo illustre connazionale, Kandinsky, mi è sembrato partecipe. Insomma, un altro Zavarov». Zavarov esce dallo spogliatoio, saluta i cronisti, firma un paio di autografi. «Finalmente eccomi qui, conosco anch'io la Svizzera, la nuova Juve. Mi stanno facendo grandi feste. Come sto? Bene». La scorsa settimana è stata decisiva per lui. Lunghe ore in casa ad attendere quella telefonata di conferma che sembrava non dovesse mai arrivare. Poi «giovedì scorso — sorride Sacha — la chiamata dell'interprete torinese, Marco Naldini. E' stata una liberazione, mi sono sentito più tranquillo». «Ho telefonato a Lobanowski, mi ha solo detto fatti onore in questa stagione, sai che devi rendere al meglio, ti voglio al massimo per i mondiali del '90». Sabato sera l'arrivo a Torino, ieri mattina l'incontro con Boniperti. «Cosa fai qui, corri subito a lavorare» gli ha detto Boniperti accogliendomi nel suo ufficio. «No, non ho mai temuto di dover lasciare questa squadra, comunque ero pronto a farlo se questa fosse stata la volontà di Boniperti, alla Dinamo c'era un posto per me». — Chi è Zavarov oggi rispetto a un anno fa, come si sente, che cosa pensa? «So che volete vedere un altro Zavarov, il vero Zavarov, l'anno scorso prima di venire alla Juventus non avevo potuto riposare, ora sono un altro, non mi sento stanco». — Sa che Inter, Milan, Napoli restano sulla carta favorite? «Forse dimenticate anche la Samp, ma quest'anno la Juve sarà la numero uno». — E' una promessa di scudetto? «Può darsi». — Chi conosce dei nuovi juventini? «Solo Fortunato e Bonetti, me li ricordo perché ci abbiamo giocato contro l'anno scorso». — Di Mikhailicenko sa qualcosa di nuovo? «Sarà pronto fra poco più d'un mese dopo l'infortunio al ginocchio». — Potrebbe essere ancora utile alla Juventus... «Non so, a me servirebbe, eccome, bisogna chiedere a Boni¬ perti se a lui servirà ugualmente fra un mese». — Ma allora dall'Urss non si muove nessuno? «Non credo, fino al '90 almeno». — Neppure Aleinikov? «Non l'ho sentito, sta a Minsk, so che c'è una trattativa, nulla di più». — Lei raggiunge i compagni con tre giorni di ritardo. Dovrà fare gli straordinari. «No, a Kiev mi sono allenato per cinque giorni con la Dinamo, sono più in forma di loro, quindi». Ultimo sorriso e via, in albergo per la cena e il primo colloquio con Zoff. Franco Battolato Come un anno fa. Zavarov con Boniperti, al suo primo sbarco in Italia

Luoghi citati: Italia, Kiev, Milano, Minsk, Napoli, Svizzera, Torino, Urss