Vitalone agli Esteri

f»ftiMA#40fNÀ MA LA LIRA NON PUÒ' ATTENDERE tra cui principalmente il turismo, e soprattutto dall'afflusso di capitali dall'estero. Se questa tendenza riequilibratrice dovesse attenuarsi o venir meno, la lira si troverebbe immediatamente in difficoltà. Già oggi la vulnerabilità dell'Italia a qualsiasi imprevisto è aumentata: le alghe dell'Adriatico, il cui danno ai conti con l'estero potrebbe rivelarsi nell'ordine di almeno un migliaio di miliardi, di certo non aiutano la stabilità della moneta. Il nuovo governo dovrà quindi affrontare una debolezza valutaria di fondo, mascherata, per ora, da un'apparente buona salute. Alla sua base c'è un vecchissimo problema italiano: nonostante i grandi progressi degli ultimi anni, l'inflazione, ancorché lievemente rallentata, rimane più elevata di almeno tre punti percentuali rispetto a quella dei partner esteri. La maggiore velocità di aumento dei prezzi in Italia, e quindi dei prodotti italiani, è stata controbilanciata, negli ultimi due anni, da uno straordinario aumento della produttività, specie nell'industria. Si tratta di un aumento a ritmi giapponesi, superiore a quello di quasi tutti i Paesi europei. Ora, però, la capacità produttiva è pressoché interamente utilizzata e incrementi di questo genere sono sempre più difficili. Per salvaguardare la lira occorrono quindi due cose: mantenere la fiducia estera, in modo che il flusso di capitali in entrata non si inaridisca e nel frattempo porre le premesse per una discesa dell'inflazione. Essenziale per entrambe è la credibilità politica del nuovo governo, ossia la convinzione che il governo si muoverà in maniera incisiva sul fronte dell'economia, mentre le forze politiche hanno dato l'impressione, in questi due mesi di crisi, di mettere in soffitta i problemi economici. . La credibilità politica è particolarmente importante in quanto le azioni più efficaci sul fronte dell'inflazione sono anche quelle politicamente più scomode: il governo deve fare sul serio — e dare l'impressione di fare sul serio — per quanto riguarda il contenimento della spesa pubblica. Si tratta di obiettivi che il precedente governo ha affrontato ma non ha raggiunto in pieno. Oggi contenere la spesa pubblica significa gestire oculatamente i rinnovi contrattuali del settore pubblico e avviare nello stesso tempo un programma di riduzione e parallela qualificazione della spesa mediante riforme nel modo di funzionare dello Stato. Coloro che occupano le scomodissime poltrone dei ministeri economici devono avere ben presente questo scénario difficile, sul cui sfondo dovrà essere impostata la loro azione. Per fortuna, i tempi non paiono strettissimi e non è certo il caso di fare dell'allarmismo di maniera. La stabilità della lira, però, non è stata un dono del cielo ma la conseguenza di un'evoluzione favorevole dell'economia italiana in quésti anni. Non si tratta di un dato immutabile e non è quindi possibile dormire sonni tranquilli. Mario Deaglio