Fuori le telecamere dal supermercato di O. R.
Fuori le telecamere dal supermercato «Un antifurto, ma controlla il personale» Fuori le telecamere dal supermercato MILANO. Non si possono installare telecamere, se queste costituiscono un controllo a distanza dell'attività lavorativa, senza l'esplicito consenso dei sindacati: lo ha ribadito l'ispettorato provinciale del Lavoro di Milano, in risposta a una precisa richiesta della direzione dei supermercati «Esselunga». In questo specifico caso, l'azienda non potrà dunque installare nuove telecamere per controllare i piccoli furti e, dove lo ha già fatto, è tenuta a farle tògliere. La materia è peraltro regolata in modo esplicito dallo Statuto dei lavoratori, all'articolo 4: «E' vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. GU impianti e le apparecchiature di controllo che siano richieste da esigenze organizzative e produttive, ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, possono essere installate soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna». La disposizione aggiunge che, nel caso in cui proprietà e sindacalisti non riuscissero a pervenire a un'intesa, rispetto rato del Lavoro dovrà intervenire per appianare le divergenze e concludere la trattativa in modo soddisfacente per . entrambe le parti. Sulla vicenda Esselunga c'è stata anche una presa di posizione di Alberto Battaglia, segretario della Fisascat-Cisl milanese. Dopo avere ricordato le norme dello Statuto dei lavoratori, il sindacalista ha auspicato la messa a punto di «soluzioni più confacenti e concordate fra le parti» di quanto oggi siano gli impianti antitaccheggio. [o. r.]
Persone citate: Alberto Battaglia
Luoghi citati: Milano
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