San Pietro-bis al Papa

San Pietro-bis al Papa II dono della «basilica nella savana» imbarazza il Vaticano San Pietro-bis al Papa E' stata fatta costruire dal presidente della Costa d'Avorio Troppo sfarzo, manutenzione costosa: il Pontefice accetta con riserva CITTA' DEL VATICANO. San Pietro, colonnato compreso, riprodotta in grandezza originale, nella savana, a circa trecento chilometri da Abidjan. Un dono per il Papa, che solo dopo tre mesi di riflessione si è risolto ad accettare (ma non tutte le riserve sono superate) «in via di principio» l'ingombrante regalo dalle mani del Presidente della Costa d'Avorio, Felix Houphouet Boigny. Il «vecchio saggio», nato oltre 80 anni fa (sulla sua età reale non c'è nessuna certezza) a Yamoussoukro, capitale politica dall'83 e luogo dove è stata costruita la basilica di «Notre Dame de la Paix», nonostante i centomila abitanti della zona siano in maggioranza animisti, spera che Giovanni Paolo II nella primavera prossima, durante un probabile viaggio in Africa, inserisca una tappa ad hoc nel programma per benedire la più grande Chiesa cristiana del continente. E.con la sua sola presenza faccia sparire tutte le ombre che offuscano il candore marmoreo dell'edifìcio. Sono le stesse ombre che alimentano le riserve vaticane, e che hanno fatto parlare di un'accettazione in via di principio. La costruzione dell'edificio è costata circa 160 miliardi. E anche se Houphouet Boigny afferma che «è con i miei soldi che ho fatto edificare Notre Dame de la Paix, ne ho certamente i mezzi», ed è sicuramente vero, la chiesa locale, e probabilmente il Papa stesso, avrebbero preferito che la basilica fosse meno sontuosa, e che una parte dei soldi investiti nella costruzione fossero dedicati a migliorare le condizioni della popolazione di un Paese certamente non ricco. E ci sono preoccupazioni per il futuro. «Notre Dame de la Paix» non solo è costosa da costruire, ma è anche costosa da mantenere. Non ci sono cifre ufficiali, ma si parla di 160 milioni all'anno. E in Vaticano, in tempi di deficit continuo e crescente, e di appello alla generosità dei fedeli, non pare il caso di impegnarsi a pagare all'infinito le spese di un progetto che non era stato certo accolto con favore sin dall'inizio. Così l'accettazione è stata rinviata, fino a quando non si è fatta strada un'ipotesi che deve essere ancora resa concreta: le spese di manutenzione dovrebbero essere pagate dagli interessi di un deposito in valuta versato in Svizzera dal Presidente della Costa d'Avorio. Ma almeno a Abidjan ci sono cattolici sufficienti a giustifica¬ re la presenza di una cattedrale di prestigio? I fedeli del Papa sono oltre 300 mila, su una popolazione di 1 milione e 200 mila abitanti. In tutto il Paese i cristiani sono circa 2 milioni, mentre gli altri 8 milioni credono nell'Islam, o seguono le tradizioni animiste. Così i critici dell'impresa, realizzata per soddisfare un voto fatto da Houphouet bambino, possono ipotizzare che i grandi spazi della San Pietro africana difficilmente saranno riempiti. E di spazio ce n'è tanto. Ventimila posti all'interno (con aria condizionata), 35 mila sul sagrato, 300 mila fra le braccia del peristilio, perfetta imitazione di quello del Bernini. C'è posto anche per il Papa: una palazzina di 24 stanze è sempre pronta, per il Pontefice e il suo seguito, per quando decidessero una visita alla «basilica nel deserto». In Vaticano ci si augura che la chiesa possa essere arricchita di due elementi ulteriori: un ospedale, per prima cosa, e poi la sede di quella che potrebbe essere la prima università cattolica africana. Perché Notre Dame de la Paix non sia sólo una «cattedrale nel deserto». Marco Tosarti San Pietro nella savana. Pierre Cabrelli e Antoine Cesareo, i direttori dei lavori, sul sagrato della basilica

Persone citate: Antoine Cesareo, Bernini, Felix Houphouet Boigny, Giovanni Paolo Ii, Houphouet Boigny

Luoghi citati: Africa, Citta' Del Vaticano, Costa D'avorio, Svizzera