NUDI NELLA STEPPA

NUDI NELLA STEPPA INULA PRIMA PAGINA NUDI NELLA STEPPA tre parole, che la fine improvvisa di una lunga connivenza storica fra i cremlinologi esterni e i cremlinologi interni al Cremlino abbia costretto, gli uni e gli altri, a penetrare di pari passo in una landa inesplorata e inospitale: sia gli astronomi che scrutavano il pianeta sovietico da fuori, sia gli abitanti che lo vivevano da dentro, sono diventati più vulnerabili all'impatto di una realtà ignota che i primi non controllano più col telescopio delle vecchie perlustrazioni astrali, e i secondi non governano più col bastone dell'antico comando. Non a caso è stato lo stesso- Gorbaciov, prima pietra di questo scandalo metodologico, a sintetizzare con un frase azzeccata l'ignoto su cui vacilla l'Urss: «Se qualcuno ritiene possibile controllare una situazione che si sta aggravando o controllare i processi che si stanno intensificando, usando i vecchi metodi, proverà la più grande e là più profonda delusione». Monito involontariamente duplice, poiché sembra rivolto tanto ai Ligaciov della politica conservatrice in patria, quanto ai Ligaciov dell'interpretazione conservatrice fuori patria. Non era mai avvenuto che una crisi storica si combinasse, in maniera così sincronizzata, con la crisi del giudizio su di essa. E' un malessere che tocca e sconvolge tutte le tradizionali scuole interpretative dell'universo comunista. Quella edificante, che vedeva la rivoluzione bolscevica quale erede progressiva e trionfale della rivoluzione francese. Quella trockista, per la quale la rivoluzione bolscevica, pur socializzando positivamente i mezzi di produzione e di scambio, era poi deragliata verso il «Termidoro» staliniano approdando a un tirannico «capitalismo di Stato». Infine quella nazionalista e gollista, cara a Kissinger, per la quale il «socialismo» non era altro che un camuffamento della vecchia politica imperialistica russa, rimasta invariata nelle sue linee maestre da Pietro il Grande a Stalin. Per la verità, la sovietologia più avvertita e più aggiornata (Malia, Besancon, Ulam, Piper) si è sempre collocata in uno spazio critico più esigente rispetto a queste tre note scuole di pensiero. Per essa la rivoluzione bolscevica era ed è una frattura irreparabile e irreversibile, l'avvento di una trasmutazione genetica totalitaria senza precedenti nella storia della Russia e del mondo. Ma, adesso che addirittura il gorbaciovismo sembra assumere a sua volta l'aspetto di una rottura nella rottura, che fare, che predire, che reinterpretare? Verrebbe voglia di confessare che siamo tutti nudi nella steppa, esposti al morso delle bufere più corrusche. Ma ver. rebbe anche la voglia di aggiungere che Gorbaciov è conciato peggio di noi. Dopo aver seminato vento, sta raccogliendo tempesta da ogni angolo dell'impero in ebollizione. E l'elemento più preoccupante è che, dopo lo smascheramento dei vecchi misteri, neppure lui sembra trovare la chiave per risolvere quel nuovo, inquietante mistero, cui s'è voluto dare il nome sibillino di perestrojka. Che nessuno sa ancora cos'è oggi e cosa potrà essere domani. Enzo Betti za

Persone citate: Besancon, Enzo Betti, Gorbaciov, Kissinger, Ligaciov, Stalin, Ulam

Luoghi citati: Russia, Urss