Requiem per l'Expo di Venezia di Franco Giliberto
Requiem per l'Expo di Venezia La giunta scricchiola, domani quasi certo il no del Consiglio comunale alla mostra Requiem per l'Expo di Venezia II sindaco: con me ilprogetto non passerà mai VENEZIA dal nostro inviato «Calma ragazzi, perché vi agitate tanto? La giunta comunale non ha affatto dato le dimissioni. Chi vi ha detto una cosa del genere?». Nessuno l'ha detto, però più d'uno ieri l'ha scritto. «E beh? C'è libertà di stampa nel nostro Paese — ribattono dalla Segreteria generale del municipio —. Domani ci sarà il Consiglio comunale. Se ci fossero state delle dimissioni, sarebbero al primo punto dell'ordine del giorno. Così si fa da che mondo è mondo. Invece guardate qua: né al primo, né al secondo, né al terzo. Da nessuna parte. Credeteci...». Venezia non si smentisce. Sembrava che i suoi amministratori, dopo lo sconvolgente concerto dei Pink Floyd, dovessero lasciare le poltroncine di Ca' Farsetti. Qualcuno si è azzardato a scommetterci: ha perso. E sembrava che le discussioni immediatamente successive sull'Expo 2000 (mostra universale che potrebbe contare su Venezia come città candidata a ospitarla) avessero dilaniato il governo della città e i partiti, al punto da volatilizzare la giunta: non è successo. Molto più semplicemente, era accaduto che in una letteradiffida a vari organismi pubblici, anche romani, il sindaco Antonio Casellati aveva perentoriamente invitato a non dare per scontato che Expo 2000 si farà sulla Laguna. «Finché sarò 10 il primo cittadino — ammoniva — questo programma non decollerà». E il gruppo dei socialisti veneziani, in risposta, aveva obiettato che doveva essere il Consiglio comunale, non 11 sindaco da solo, a prendere certe posizioni: «Con quella lettera lei ha costituito un atto di rottura della solidarietà, che comporta una lesione dell'attuale maggioranza», si leggeva nel documento psi. Santo cielo, una lesione: non le dimissioni o l'uscita dei socialisti dal governo. «E chi non sa che esiste lo stucco o l'ingessatura per le lesioni?», chiedevano ai cronisti i funzionari di Ca' Farsetti. Vedremo dunque se domani il Consiglio riparerà quella fes¬ sura lamentata dai socialisti. La giunta, com'è noto, si regge sull'apporto di pei, psi, pri, psdi e verdi. Comunisti e verdi sono nettamente contrari all'Expo 2000. Su 11 consiglieri comunali socialisti, cinque (quelli che non sono legati al neo-ministro degli Esteri Gianni De Michelis) sono anch'essi contrari, altri tre sono tentennanti, e tre — Nereo Laroni, Rosa Carbone, Fulgenzio Livieri — sono nettamente a favore. I repubblicani dicono di no all'Expo, i socialdemocratici per ora dicono «ni». Quanto all'opposizione, c'èia de favorevole alla mostra universale, pur con qualche netto contrasto nel suo seno: l'ex assessore al Turismo Augusto Salvadori è il capofila di una piccola pattuglia de che mostra polhce verso. Missini e liberali sono a sfavore, e così pure l'unico consigliere di dp, che da birichino ha affermato: «L'Expo sta troppo a cuore a un "avanzo di balera" che si chiama De Michelis. Non potrei trovarmi mai d'accordo con lui». Ma, a parte le battute, se questo conto dei favorevoli e dei contrari è esatto come ci assicurano, difficilmente la giunta cadrà sul voto per l'Expo. L'ipotesi della mostra universale sarà verosimilmente bocciata, punto e a capo. Quanto al crollo della giunta, chi le vuol male dovrà inventare qualche machiavellico stratagemma. Perché non tutti i socialisti potrebbero voler uscire dal gover¬ no. Perché anche se Antonio Casellati si dimettesse—ieri ha dichiarato che potrebbe farlo, ma eventualmente solo dopo il voto sull'Expo —, prenderebbe corpo la già ventilata possibilità di un piccolo rimpasto. E infine perché domani, al Consiglio comunale, non è pensabile tra il pubblico sia presente una claque a favore dell'Expo, come ce n'era stata una che dopo i Pink Floyd urlava alla giunta: «Andatevene!». Insomma è uno scontro vischioso, algale, bizantino. Potrebbe diventare solare e limpido soltanto grazie a qualche episodio clamoroso: ma nessuno ha la fantasia necessaria a immaginare quale. Si moltiplicano nel frattempo le severe prese di posizione. Le associazioni industriali di Padova, Treviso e Venezia affermano che l'Expo 2000 «rappresenta un'irripetibile occasione di valorizzazione territoriale e di sviluppo, non solo per l'area veneziana, ma di tutto il Veneto; e non va assolutamente considerata una "kermesse" di massa che coinvolga Venezia come un contenitore usa e getta». Giorgio Sala, consigliere regionale democristiano e presidente della commissione per la mostra universale, ha aggiunto: «Un problema così importante va affrontato dopo l'onda emotiva dei Pink Floyd, che sta togliendo lucidità a molti». Franco Giliberto I Anton'° Casellati. Il sindaco non vuole la mostra sulla laguna
Persone citate: Antonio Casellati, Augusto Salvadori, Casellati, De Michelis, Fulgenzio Livieri, Gianni De Michelis, Giorgio Sala, Nereo Laroni, Rosa Carbone
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