Sciopero contro gli abkhasi di E. N.

Sciopero contro gli abkhasi «Fuori dal partito: i georgiani minacciano di incrociare le braccia a oltranza Sciopero contro gli abkhasi Ancora imboscate, assassinati due militari MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ancora imboscate, altre vittime: il bilancio degli scontri interetnici in Abkhasia si aggrava, e dopo la morte di due uomini delle truppe speciali aggrediti da una «banda di sconosciuti* in cerca di armi, il totale delle vittime sale a venti, con oltre duecento feriti, mentre la leadership della Repubblica, nel partito e al governo, viene sostituita d'autorità. A una settiman - dal suo inizio con le vioienz i morti nella capitale Suki. «-li, la crisi non si allenta e minaccia a! contrario di estender i all'intera Georgia, già colpita nelle sue regioni occidentali, al confine con l'Abkhasia: da Tbilisi i nazionalisti georgiani del «Comitato di salvezza nazionale* hanno lanciato un appello allo sciopero generale in tutta la Repubblica a partire da domani, in segno di protesta per le violenze contro i georgiani di Abkhasia, ma già ieri, secondo fonti locali, qualche sporadico sciopero ha col¬ pito Tbilisi, mentre da alcuni giorni molte fabbriche e i trasporti sono fermi nella Georgia occidentale e quasi dovunque in Abkhasia. Nessuna schiarita, dunque, nonostante il coprifuoco e le «misure speciali* decise nella regione: la situazione «resta molto tesa*, confermava in serata il capo delle truppe del ministero degli Interni, generale Shatalin, e soprattutto nelle campagne i tremila uomini inviati da Mosca sono in difficoltà e restano spesso in balia di aggressori che cercano armi. Perché «la cosa peggiore adesso e che la popolazione è armata», commentava un portavoce del ministero degli Interni, nonostante dall'inizio delle violenze siano stati sequestrati esplosivo e oltre quattromila armi di ogni tipo. Un vero arsenale e stato trovato in pozzi e cantine, ma le riserve sembrano non aver fine, e sono alimentate dalle aggressioni e dagli assalti di «gruppi di estremisti* a sedi della milizia locale. Ieri il quotidiano delie forze armate, «Krasanaia Svesdà», scriveva che nei primi giorni di disordini «una folla di teppisti* dei qaali non è precisata la nazionalità si è impadronita di 1725 fucili da caccia. Secondo l'agenzia «Tass», in un villaggio vicino alla capitale Sukhumi sono stati trovati 170 chili di esplosivo, 550 detonatori e mine anticarro e antiuomo. Neiia sola giornata di giovedì ci sono stati 43 attacchi di «banditi* alla milizia, la metà nelle province occidentali della Georgia. Su questo fondo persistente di tensione, uno sciopero generale e ad oltranza in Georgia potrebbe segnare la svolta capace di innescare un pericoloso intreccio di violenze e disordini sociali, e trasformerebbe la crisi, dandole un più manifesto carattere politico. Ieri un rappresentante del «Comitato di salvezza nazionale», Zviad Gamsakhurdia, accusava Mosca di «teleguidare» la crisi in Abkhasic, che sarebbe stata scatenata «dal centro come un'azione punitiva, per dare una lezione al nazionalismo georgiano». Per questo, secondo il «Comitato», le truppe speciali sono favorevoli agli abkhasi e confiscano soltanto le armi ai georgiani. Lo sciopero in Georgia dun- ; que «sarà ad oltranza», nei piani del «Comitato»: proseguirà fino a quando non saranno allontanati tutti i dirigenti abkhasi della Repubblica autonoma, dove gli abkhasi sono in minoranza, primi fra tutti il responsabile del partito per l'ideologia e il Presidente del Soviet Supremo. Le sostituzioni del primo e del secondo segretario del partito e del primo ministro del governo locale, decise ieri sera, sono forse un segnale di disponibilità nei confronti della comunità georgiana, ma non accolgono le richieste principali del «Comitato». Per ora lo sciopero è una minaccia soltanto, ma la tensione crescente in Georgia, ancora sconvolta dalle venti vittime di aprile a Tbilisi, è una pesante ipoteca, l'incognita più seria in una crisi difficile, [e. n.]

Persone citate: Shatalin, Zviad Gamsakhurdia

Luoghi citati: Georgia, Mosca