Buon cinema nei programmi Rai ma attenzione è nascosto di Ugo Buzzolan
Buon cinema nei programmi Rai ma attenzione, è nascosto LA NOSTRA TV Buon cinema nei programmi Rai ma attenzione, è nascosto IICEVO ieri delle nefaste conseguenze della lotta tra Rai e network: conseguenze che permangono nella loVo negatività anche dopo la vittoria Rai ufficializzata dall'Auditel, e che permangono tenacemente anche in questo perìodo estivo che dovrebbe indurre al rilassamento e alla elasticità e «libertà» di programmazione. Tutto resta come prima. Di, fronte alle tre reti di Berlusconi che hanno veramente smobilitato (chi sventola l'ultimo straccio di bandiera è il solo sudatissimo Costanzo), la Rai non vuole rischiare, si preoccupa sempre di accumulare inaici di ascolto, seguita a puntare sulle trasmissioni «facili» e penalizza persino quel cartellone cinematografico che d'estate è la colonna portante del palinse. sto. Così prevale la regola che le pellicole più ovvie e di consumo siano esibite in bella collocazione, e che le cose intriganti finiscano nascoste. Chi avesse voluto riconsiderare in questa settimana «Era notte a Roma» di Rossellini, è stato costretto a cercarselo ad ora tardissima, e in più follemente diviso in due serate. Ormai il cinefilo dev'essere obbligatoriamente nottambulo, oppure passare il pomeriggio chiuso in casa a guardare film. Il ciclo «Nati per danzare» che propone un itinerario nella Hollywood Anni '30 più significativa e più fastosa — quella che attraverso il musical ha esportato i grandi spettacoli di Broadway — è stato confinato di pomeriggio. E sempre di pomeriggio vengono buttate, e sciupate a mo' di tappabuchi, molte altre pellicole anni '30 e '40, spesso ben più attraenti delle banalità offerte di sera. E' dell'altro ieri il passaggio pomeridiano di due film italiani, «Gli uomini non sono ingrati» di Guido Brignonc e «L'anonima Roylott» di Raffaello Matarazzo, entrambi della metà anni '30, entrambi tratti da commedie, il primo da una pièce brillante di Alessandro De Stefani, il secondo da un pohziesco di Guglielmo Giannini. Scaraventati così di brutto sulla testa degli spettatori, i recuperi non avevano senso. Eppure «Gli uomini non sono ingrati» è un frizzante esempio. ben recitato dal trio Gino CerviIsa Pola-Enrico Viarisio, di quel cinema leggero e scacciapensieri — a volte ambientato in un'Ungheria fasulla, come in questo caso, un'Ungheria che strizza l'occhio al Tevere — cinema che si è sempre mantenuto anche nei momenti più «eroici» del fascismo; e «L'anonima Roylott» è una dimostrazione della nostra poca pratica (mancanza di tradizione, narrativa, gusto ecc.) nel genere giallo, anche se tenta una curiosissima incursione nell'America industriale e finanziaria, e se raduna in un sol colpo tutti gli attori italiani di teatro giallo disponibili sulla piazza, da Calò a Donadio. Questo del cinema d'epoca fascista — dai «telefoni bianchi» ai film di guerra, da quelli comici a quelli letterari e d'autore — è un filone straordinariamente ricco, e in gran parte ancora da far conoscere, ragionatamente, al pubblico televisivo: cinema che riserba di continuo sorprese, e che è specchio variegato e complesso di una realtà che non era soltanto discorsi trucibaldi, baionette e gagliardetti. Solo che andrebbe radunato in cicli organici serali, con un minimo di introduzione e di localizzazione storica provvista di documenti. Possibile che anche qui, e ancora oggi, e pure d'estate, dettino legge gli indici di ascolto? Ugo Buzzolan
Persone citate: Alessandro De Stefani, Berlusconi, Calò, Donadio, Guglielmo Giannini, Guido Brignonc, Raffaello Matarazzo, Rossellini
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