Oltre cento greci ostaggi dei turchi
Oltre cento greci ostaggi dei turchi CIPRO Chiesto l'intervento delle Nazioni Unite Oltre cento greci ostaggi dei turchi NICOSIA. Il confine tra la Cipro greca e quella turca è improvvisamente tornato ad essere tra i focolai di tensione più caldi del Medio Oriente. Quindici anni dopo la guerra che oppose le due comunità e fece migliaia di morti, la repubblica greco-cipriota si è rivolta ieri alle Nazioni Unite chiedendo un urgente intervento per evitare che gli avvenimenti delle ultime ore possano fare precipitare la nuova, inattesa crisi. Cento otto cittadini greco-ciprioti — tra cui il vescovo di Lanarca —inaspettatamente prelevati con la forza da agenti di polizia e militari turchi durante una manifestazione in «terra di nessuno», cioè quella fascia smilitarizzata che separa le due comunità rivali, si trovano da due giorni incarcerati nella Cipro turca in attesa di giudizio. Le autorità turco-cipriote li accusano di avere violato il confine e minacciano di comminare lo¬ ro pene durissime, mentre quelle greco-cipriote hanno immediatamente sollecitato gli ambasciatori di Usa, Urss, Francia, Gran Bretagna e Cina — i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Orni — a compiere un intervento a favore dei detenuti. Dal canto loro, i turco-ciprioti del Nord lasciano filtrare col contagocce le notizie relative alla situazione dei 108 prigionieri, che rischiano di trovarsi al centro di una crisi internazionale. Due giornaliste — una inglese e una olandese che si trovavano nel gruppo — sono state rilasciate ieri ed hanno riferito che polizia e militari turchi hanno riservato alle donne catturate un trattamento «molto violento», trascinandole spesso per i capelli, sputando loro addosso e anche colpendole con manganelli attraverso i quali passa corrente elettrica. [Ansa]
Luoghi citati: Cina, Cipro, Francia, Gran Bretagna, Medio Oriente, Nicosia, Urss, Usa
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