«Governo ombra», quasi una recita di M. So.

«Governo ombra», quasi una recita Ieri solenne seduta inaugurale per l'esecutivo (senza poteri) presieduto da Occhetto «Governo ombra», quasi una recita / «ministri» pei interpretano a perfezione la loro parte ROMA. L'appuntamento è di quelli solenni, serissima l'atmosfera, la sede, manco a dirlo, istituzionale, nell'aula austera del gruppo comunista alla Camera. E alla prima riunione del «governo ombra», i ministri recitano a perfezione la loro parte. Il governo vero stenta ancora a nascere, fra il vertice di maggioranza che sta per concludersi e la Usta degli incarichi ancora da completare, ma quello «ombra» ce la mette tutta per far capire che è pronto a prenderne il posto. Nel film che le telecamere della Rai e delle private stanno girando, Occhetto in abito scuro è seduto a capotavola, con i ventuno ministri tutti attorno. Il capogruppo dei senatori Ugo Pecchioli è l'unico a non tenere un rigido contegno da statista: in maniche corte sulla porta dell'aula, nella prima dichiarazione si lascia perfino sfuggire termini del vecchio linguaggio «di lotta». La Finanziaria che il governo si accinge a presentare la definisce «vecchia e decrepita»; contro Andreotti, fin dalle prime mosse, annuncia dure contestazioni. Chi veste subito l'abito giusto, invece, è il ministro dell'Ambiente Chicco Testa: elegante nella sua camicia a righe, aria lievemente da yuppie, fogli di carta da consultare, parla già la lingua del governo: per i guai dell'Adriatico — spiega — «si tratta di spendere presto e bene i soldi stanziati», adottare «misure per i pescatori e gli operatori turistici danneggiati», evitare «inutili finanziamenti a pioggia». Come il governo vero davanti a ogni sciagura naturale, anche quello «ombra» — annuncia Testa — andrà a Rimini il 28 luglio per verificare da vicino la situazione. E chiederà al più presto, per conoscere «le vere cause» dell'invasione di alghe, «l'istituzione di una com¬ missione scientifica d'indagine». Proporrete di costruire piscine per rimediare all'impossibilità di fare i bagni?, chiede un giornalista. «Purché non le facciano sui tetti degli alberghi!», è la risposta secca del ministro. Dentro l'aula, il presidenteombra Achille Occhetto ha appena finito di introdurre la riunione, augurando buon lavoro. Il ministra dell'economia Alfredo Reichlin sta spiegando ai colleghi che «per ogni proposta, bisogna indicare le compatibilità». Il coordinatore, diciamo il sottosegretario alla presidenza, Gianni Pellicani illustra il funzionamento e il finanziamento (a carico dei gruppi parlamentari) del governo. Il ministro dei Lavori Pubblici Ada Becchi Collida si assenta un àttimo, per cercare un telefono. Il ministro di Giustizia Stefano Rodotà apre la discussione sul punto dell'ordine del giorno che riguarda «l'allarmante situazio¬ ne di Palermo». Poi, proprio come nell'atrio di Palazzo Chigi quando c'è la seduta del Consiglio dei ministri, portavoce premurosi si alternano al di qua e al di là della porta, preannunciando, spiegando le iniziative dei vari ministri. E due stanze più in là le segretarie battono il comunicato, che ripete in tono più ufficiale quel che si sa già: una «breve prolusione del presidente», seguita dal resto degli argomenti all'ordine del giorno. La riunione è finita. «E ora che si fa? Parla solo Occhetto?», chiede una giovane cronista. I ministri aspettano il loro presidente, ma qualcuno ha ancora voglia di dichiarare. Testa, sui depuratori, vuol precisare. Rodotà insiste sulla mafia. Finché, un giornalista si avvicina a Occhetto. Gli domanda: «Onorevole, cosa direte ad Andreotti? ». E il film finisce bruscamente davanti alla realtà. [m. so.]

Luoghi citati: Rimini, Roma