Un patto per la Bnl di Emilio Pucci

Un patto per la Bnl Pronto raccordo sulla guida del polo, ma continuano le critiche Un patto per la Bnl Nesi: a ottobre l'aumento di capitale ROMA. Le perplessità sollevate da diversi parlamentari (in particolare il de Mario Usellini) non fermeranno l'operazione Bnl-Ina-Inps. «La Commissione Finanze della Camera — ha osservato il presidente Pierluigi Romita — non è la sede per decidere una sospensione». Comunque, sulla vicenda si attende un chiarimento del nuovo governo. Per ora il puntò di riferimento è la lettera di intenti firmata il 29 giugno dal ministero del Tesoro e dai tre enti interessati che fissa le linee del patto di sindacato per la gestione del polo. Il patto di sindacato, in sostanza, garantisce la continuità del controllo pubblico. Il patto, valido fino al 1994, sarà stipulato tra la Cassa depositi e prestiti (che rappresenta il Tesoro), l'Ina e l'Inps e si ispirerà a questi criteri: 1) vincolo delle quote partecipative, che complessivamente considerate, «garantiscano la maggioranza assoluta del capitale della Banca»; 2) unanimità di deliberazione da parte della direzione del sindacato per le decisioni di maggior rilievo, come l'esame delle linee di indirizzo strategico, le proposte di variazione del capitale sociale, le proposte di modifica dello statuto; 3) mantenimento, in occasione degli aumenti di capitale, di un costante rapporto quantitativo tra le quote vincolate ed il totale delle quote ordinarie emesse dalla banca; 4) obbligo, da parte del partecipante che non intenda sottoscrivere, di offrire la quota di sua spettanza agli altri partecipanti, «in modo che la percentuale di capitale sociale della Banca, costituita in quote ordinarie vincolate in sindacato, non diminuisca» ; 5) nel caso di mancata sottoscrizione da parte degli altri partecipanti, comune intesa sulla ammissione di nuovi aderenti al sindacato. Nel verbale di intènti sottoscritto il mese scorso si ricorda che l'Ina e l'Inps partecipano al capitale della Bnl, possedendo rispettivamente il 12,11 e l'8,47 per cento delle quote ordinarie. L'Ina e l'Inps, in occasione del programmato aumento di capitale della Bnl accresceranno la loro partecipazione nella banca stessa, attraverso «il ricavato della cessione delle loro quote di partecipazione nel Crediop, in corso di trattativa con l'Istituto bancario San Paolo di Torino». E ieri Nerio Nesi, presidente della Bnl, ha riferito ai membri della Commissione Finanze che l'operazione di ricapitalizzazione della banca sarà ratificata da un'assemblea dei soci prevista per ottobre. Entro il prossimo agosto la «Deloitt Haskins», la nota società di certificazione di bilanci, farà conoscere la valutazione del sovrappezzo da applica¬ re alle azioni ordinarie. L'aumento di capitale, ha poi precisato Nesi, sarà di 1.150 miliardi, con la possibilità di deliberare una delega per il rinvio della quota parte di spettanza del ministero del Tesoro (350 miliardi) in tempi più lunghi. Dopo Nesi avrebbe dovuto parlare il presidente dell'Ina, Antonio Longo. Ma l'audizione è stata sospesa a causa di numerose votazioni in aula e rinviata a martedì prossimo. Longo ha comunque riferito ai giornalisti che il consiglio di amministrazione dell'istituto assicurativo ha esaminato nei giorni scorsi la parte dell'accordo relativa alla cessione della sua quota nel Crediop nel San Paolo di Torino. Quanto prima tornerà a riunirsi il consiglio di amministrazione Ina per approvare l'ingresso nel capitale della Banca Nazionale del Lavoro. Il democristiano Usellini ha confermato tutte le sue perplessità: «Mi sembra che ci sia un insolito attivismo da parte di questi istituti, soprattutto in assenza di un governo. E sarebbe bene sapere chi si assume la responsabilità di separare la Bnl dalla legge sulla ricapitalizzazione delle banche pubbliche». La Cgil replica avanzando il sospetto di manovre di lobbies in difesa di interessi privati. Emilio Pucci Il presidente della Bnl Nerio Nesi

Luoghi citati: Roma, San Paolo, Torino