SEQUESTRI LA TRUCE VERITA'

SEQUESTRI LA TRUCE VERITA' SEQUESTRI LA TRUCE VERITA' j intervista rilasciata ieri a questo giornale da Marzio Perrini, appena liberato dalla 'ndrangheta, è un documento di eccezionale importanza. Perché dice sul sequestro e sui sequestratori cose,che non potevamo nemmeno immaginare. Chiunque di noi, se avesse tentato, fino a ieri, di tracciare un ritratto psicologico dei sequestratori, avrebbe abbondantemente sbagliato. Forse è anche per questo che non c'è ancora un romanzo, un saggio, un film sui sequestri della 'ndrangheta: perché sono un mistero.; Vediamo dunque: che cosa ci rivela Perrini, tornando a noi dopo oltre duecento giorni di prigionia, durante i quali è stato nutrito dai sequestratori tre volte al giorno, gli ha parlato, ha conversato amabilmente, ha litigato, è stato picchiato, torturato e infine mutilato? Anzitutto, la'sicurezza. Stando qui, nelle nostre case, noi pensavamo che le ore dei sequestratori, ricercati giorno e notte da migliaia di poliziotti e carabinieri, fossero nervose, spaurite, nel panico. Niente di tutto questo. Ora lo sappiamo: i sequestratori si muovono con una tranquillità e una indifferenza che raggiungono, per noi, lo scherno. Hanno sul prigioniero un potere così assoluto, così incurante dello Stato, da farci intendere che la liberazione, anche a riscatto avvenuto, è un gesto di magnanimità, una grazia. In secondo luogo, la cura dell'immagine. Noi pensavamo alla 'ndrangheta come a una società malavitosa che punta ferocemente al denaro, e basta; con la quale il rapporto è in qualche modo regolato dalla convenienza: lei chiede denaro, noi ci mettiamo a cercarlo, nel frattempo siamo sicuri. Insomma: il sequestro come «affare». Non è così. La 'ndrangheta vuole denaro, e molto: ma nel frattempo compie anche una vendetta e lancia una sfida. Il suo rapporto è sempre duplice: con la famiglia, con la quale mira a forzare la trattativa per spillare quattrini, e con lo Stato, col quale vuole vincere un particolarissimo confronto (questa è la novità): il confronto «d'immagine». Lo Stato manda una Ferdinando Cantori CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Ferdinando Cantori, Marzio Perrini, Perrini